«Per me si va ne la città dolente,
per me si va ne l'etterno dolore,
per me si va tra la perduta gente.»Strane sensazioni, accompagnavano l'angelo, che smarrito, sperso, stordito, si era ritrovato davanti ai cancelli degli inferni. Cancellate enormi, neri, introducevano quel luogo esoterico, diabolico, tetro. Tra i fumi ed i colori accesi,le fiamme ed atmosfere da brividi, si aggirava con la sua luce in quei luoghi austeri, scrutando i piccoli particolari. I colori forti, scuri che circondavano quei luoghi, mai visti prima, le trasmettevano continui stati d'ansia e paura. Seppur le sue ali, bianche, candide, illuminavano ogni cosa al suo passaggio, la nebbia non permetteva di vedere chiaramente quello che la circondava e ciò le suscitavano ancora più inquietudine.
Benvenuto all'inferno angelo
Una creatura mistica, dai lineamenti non definiti le si presentò al suo cospetto. Paura, timore improvviso, presero in lei ,improvvisamente il sopravvento. Scrutava i suoi occhi, cercando di cogliere la bellezza interiore di quell'essere. Il respiro affannoso, intenso, profondo, s'univa alle grida e ai lamenti delle anima che nel'Acheronte erravano senza meta.
Che ci fai qua, cosa credi di trovare qui nelle viscere dell'inferno
Lo guardava con la coda dell'occhio smarrita, mentre lui così vicino a lei, continuava ad accarezzarla senza pudore. Violandola con i suoi respiri profondi ed intensi.
Angelo, non sai in che razza di guaio ti sei andato a cacciare, da ora tu sei una delle mie proprietà
Nemmeno un suono emetteva la sua bocca. Cingeva, solamente con il braccio il collo del diavolo che tra le braccia, la conduceva su una vecchia zattera. Sulla barca, del colore del ferro vi era un uomo: Caronte, pareva chiamarsi.
L' uomo dall'aspetto bruto e tetro, trasportava le anime dei morti, muniti dell'obolo, da una riva all'altra del fiume Acheronte. L'obolo, veniva messa sotto la lingua ai morti, prima che fossero sepolti e coloro che ne erano sprovvisti, erano costretti ad errare in eterno, senza pace tra le nebbie di quel fiume.— • — • — • — • — • — • — • — •—
Luci chiare e tenue, avvolgevano lo spazio intorno all'angelo. Gli alberi, posizionati qui e là, rendevano quel giardino ancora più elegante.
Mille e mille schizzi di colori, provenienti, dalle più svariate specie di fiori, adornavano quel posto conferendogli un velo che lo rendeva incantato. La luce e l'ombra si inseguivano intorno a lei, in un'eterna danza, accompagnata da un mistico ed intenso profumo di fiori che avvolgeva quell'aria tipicamente primaverile. E proprio lì all'ombra di una quercia secolare,seduta su una roccia, l'angelo disegnava quel che vedeva con i suoi occhi. Disegnava serena, felice, accompagnata da dolci sensazioni che il cuore le suggeriva. Con gli occhi, posava l'attenzione su ogni piccolo particolare, riportandolo come un riflesso sulla tela.
La mano, con piccoli movimenti tracciava qualche linea e poi si soffermava per ricercare, tra i suoi colori, le tonalità che più si avvicinassero a quel posto. Un ultimo ritocco ed il dipinto era pronto. Vi allegò una pergamena:Mio dolce demone, ho una sorpresa per te...
Questa è la chiave per raggiungere l'Eden
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Storie Brevi
Cerita PendekRacconta di storie brevi dai temi più svariati. Ogni capito, una nuova storia. Temi: Storie di mia inventiva. Leggende esistenti. E molto altro ancora...