In foto: Jules
Gli farò un'offerta che non potrà rifiutare. ( Il padrino)
Klimt se ne stava sdraiato sulle coperte intento a fissare il soffitto pieno di muffa, era indeciso se quella macchia assomigliava più ad una conchiglia o ad un cavalluccio marino. Il suono di passi pesanti nel pianerottolo interruppero le sue riflessioni, sapeva che si trattava di Jules e poco dopo lo vide entrare reggendo un pacchetto fra le mani. Il ragazzo non disse nulla, si limitò ad avanzare fino al piccolo tavolino e si lasciò cadere sulla sedia.
- Volevo solo essere gentile ... - cominciò a mormorare – tu avevi il cuore infranto e cosa c'è meglio di una torta? E volevo anche fare presto ...
Klimt fissò l'amico confuso- Jules? Ma che ti prende?
- Era una scorciatoia ... - continuò mentre lo sguardo diventava sempre più fisso e nel panico- una stupida scorciatoia e ora non ho più niente!
Il rosso si andò ad accomodare davanti a lui, sperando di mettere insieme più informazioni, sembrava già una pessima notizia.
- Jules... ti hanno ...
Ma prima che quello potesse parlare, il moro gli afferrò le braccia disperato - Hanno preso tutto! Il mio stipendio! Ero riuscito a farmelo dare in anticipo per pagare quel vecchio mostro e ora? Sono al verde!
Siamo al verde, lo corresse mentalmente il rosso, così è la vita.
- Ma forse ... - continuò subito dopo – oddio, mi dispiace così tanto chiederli a te ma ...
-Jules – lo fermò immediatamente Klimt – durante il turno di notte hanno rapinato il minimarket. Il signor Sahin non ha potuto pagarmi ...
Lo sguardo sconvolto di Jules divenne ancora più disperato – no, tu non dici sul serio ...
- Avrei chiesto i soldi a Nigel ... ma ovviamente
- Non ci credo, rapinato e tradito lo stesso giorno! – mormorò puntando gli occhi al cielo – ed io che ero l'unica speranza di entrambi ... ma certo, perché non rapinare anche me! Ma Dio non ce l'ha una dignità!?
- Vedrai che troveremo una soluzione – continuò Klimt con il solito tono calmo – forse vivremo per strada per un po' ma ce la caveremo, il signor Sahin ci farà dormire al minimarket nelle sere più fredde ne sono certo.
Così è la vita, tornò a pensare.
Dal canto suo, Jules fissava il suo amico come se fosse totalmente pazzo – no! – esclamò prendendosi la testa fra le mani – mi rifiuto di farlo, ci deve essere una soluzione!
- La scadenza è oggi! – gli ricordò il rosso – verrà a bussare a quella porta tra qualche ora e sai benissimo che fare il carino non ci salverà
- Invece dovrebbe, dannazione! – sentenziò disperato, poi lo sguardo gli si illuminò – Devo chiamare Simon, se verremo buttati fuori almeno lui potrà darci un tetto
Jules si portò subito il telefono all'orecchio mentre Klimt continuava a muoversi con la solita calma, aveva preso due forchette dal cassetto e si era nuovamente seduto al tavolo.
- Simon! Amico, mi devi aiutare – esclamò il moro – hanno rubato i soldi dell'affitto, sì, sì, che incubo ... io sto bene ma la scadenza era oggi e il proprietario ci butta fuori di casa ... io e Klimt possiamo stare da te? Il tempo di rimetterci in sesto ... - pausa, sguardo di terrore – Come??? E Non hai un doppione? – altra pausa, sguardo sconfitto – ok, amico. Sì, ti tengo aggiornato.
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Pacific Heights 11
General FictionLa vita di un essere umano è legata a molte altre vite, un intreccio di storie che nasce e si sviluppa nella caotica San Francisco, una metropoli vasta, dove desideri e ricordi, senso di rivalsa e dolore si amalgamano in un ciclo infinito. Jules e K...