6. Closer

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Credi che l'amore sia semplice? Credi che il cuore sia come un diagramma?                                        Tu non hai mai visto un cuore, e come un pugno avvolto nel sangue. (Closer).

Oz non dovette attendere molto fuori dal lussuoso negozio di abbigliamento maschile, Daniel uscì a grandi passi e con un sorriso bonario sul volto.

- Ehi Danny, come stai? Hai tempo per un caffè? – chiese il moro.

Il ragazzo abbracciò il più grande con affetto – Certo, Oz. Ho una pausa di venti minuti. Fammi strada!

Oz non perse tempo, percorsero il marciapiede fino all'ingresso di una caffetteria ben fornita, trovarono un tavolo e si accomodarono. Il moro aveva smesso di chiedersi perché diavolo dovesse occuparsi anche lui di questo, lo faceva e basta. Quando fissava il viso deciso di Daniel, i suoi capelli castano chiaro, tendente al miele, non poteva fare finta di nulla, non con quegli occhi che a stento riuscivano a nascondere la preoccupazione.

- Allora come stai? – iniziò sperando che la conversazione non degenerasse subito.

- Io sto bene, ma ... - Daniel esitò – sono più preoccupato per lui.

- Non lo hai sentito? – domandò Oz leggermente sulle spine.

- Sì, ma solo brevemente, da quando è tornato mi sta evitando. Dovevamo vederci ieri sera, ma poi ha piantato una scusa all'ultimo minuto e io non vorrei pressarlo troppo. – rispose l'altro sulle spine

- Pressarlo è esattamente quello che devi fare, lo sai – gli ricordò il maggiore – dobbiamo stargli addosso, per il suo bene, e nessuno merita di avere più considerazione di te, Danny. Non dopo tutta la merda che mi hai aiutato a spalare.

Un sorriso leggero si allargò in quel viso preoccupato – Sai che puoi contare su di me, tutte le volte che sarà necessario. Davvero, se non fossi così perdutamente innamorato di lui ... non farei tutto questo. Non credevo che sarei caduto così in basso e che avrei mandato a puttane la mia dignità e tutto il resto. Mi chiedo chi gli starebbe vicino se non ci fossimo noi due ... come farebbe a cavarsela? Tengo troppo a lui, nonostante mi abbia dato mille motivi per andar via dalla sua vita.

Oz vide il ragazzo abbassare lo sguardo mentre stringeva la tazza davanti a sé, non c'erano parole di conforto che potesse dispensare a quel punto. Stare al fianco di Blake era allo stesso tempo una benedizione e una condanna, lui lo sapeva bene.

- Mi dispiace, vorrei dirti che un giorno finirà, che è l'ultimo sforzo – commentò il maggiore desolato – ma io non so quando e se succederà. Sappi che avrai me al tuo fianco per qualsiasi cosa e se mai ... volessi mollare. Non sentirti giudicato Danny, nessuno ha mai fatto tanto per lui prima di te.

- Grazie Oz, confesso che mi fai sentire meno solo – ammise onestamente.

- E' reciproco – confessai – stasera sarò da lui, vedrò di fargli notare che se la sta tirando un po' troppo. Il rientro è sempre complicato.

- Grazie. Cerca di farlo ragionare, io proverò a coinvolgerlo, magari verrà ad assistere a qualche mia partita di football.

No, non ringraziarmi, pensò Oz, vedere quanto Daniel fosse così perdutamente devoto a Blake e poi constatare quanto l'amico fosse incapace di ricambiare quei sentimenti dava ad Oz la nausea. Sentiva che ogni giorno Blake perdeva qualcosa, qualcosa che non sarebbe ritornato e un senso di tremenda impotenza lo attanagliava. Era come se ogni cosa fosse destinata a ripetersi con una precisione esasperante, come una pigra e devastante routine impossibile da spezzare.

I due si salutarono con la promessa di Oz di aggiornare Daniel qualora avesse novità, sperò solo di non avere cattive notizie da dargli.

- Terra chiama Jules! – esclamò Klimt dopo aver sventolato la sua mano davanti all'espressone imbambolata dell'amico.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jul 02, 2023 ⏰

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