2. OMG

7.6K 302 2.8K
                                    

Giusto per assicurarmi di aver reso chiara la situazione:

-sono solo i titoli delle canzoni ad essere inerenti con i capitoli dei quali sono a capo - i testi non c'entrano niente, a meno che io non lo dica esplicitamente.

-vi chiedo scusa per il trituramento di coglioni che sono i primi capitoli, ne sono consapevole, dopo giuro che diventa bella😢

xxxxxx

30 settembre, domenica

Erano ormai due settimane che Harry era prigioniero in quell'ospedale. Esami su esami, flebo su flebo, noia su noia su noia su noia.

Ringraziava il cielo che i suoi amici lo andassero a trovare tutti i giorni, perché altrimenti sarebbe impazzito lì dentro. Nigel anche lo andava a trovare giornalmente, più o meno forzatamente, dato che assisteva agli esami e gli cambiava le flebo, ma poi lo andava a trovare anche a prescindere da motivi medici, e gli teneva un po' di compagnia. Era forzato nella sua stanza, dato che non aveva intenzione di rischiare di farsi vedere in giro. Era talmente cosciente di ciò che la scoperta della sua presenza lì avrebbe potuto comportare, che stava sempre con la porta chiusa, così che nessuno avrebbe potuto vederlo nemmeno passando nel corridoio.

"Come sta il nostro malato preferito?" La voce della dottoressa Price inondò la stanza quando aprì la porta assieme a Nigel Sharp e Patrick Adams.

"Peggio di ieri e meglio di domani, sicuro," rispose Harry tirandosi su a sedere.

La donna gli rivolse un sorriso gentile mentre si avvicinava al letto. "Oh, quanta drammaticità!" esclamò, prendendolo in giro. "Coraggio, qualche Incantesimo di Controllo e altre analisi," gli comunicò, estraendo la bacchetta dalla tasca del camice.

Harry sospirò e annuì. Aspettò pazientemente che la dottoressa finisse di esaminarlo, poi si passò una mano fra i capelli e si appoggiò con la schiena al cuscino dietro di lui. "Mi sembro un vecchio," borbottò, riferendosi all'abbigliamento molto poco elegante che l'ospedale gli aveva fornito.

Nigel ridacchiò. "Be', ti porti bene gli anni, in caso," lo prese in giro.

Patrick sbuffò e alzò la mano, toccandogli un braccio. Senza girarsi a guardarlo, Nigel si fece indietro e si appoggiò contro la sua spalla. Harry corrugò un sopracciglio, senza capire il comportamento, e poi fu distratto da un cumulo di persone che entrarono dalla porta socchiusa.

"Dov'è il morto?" urlò Sirius, poi si rese conto che nella stanza non fosse presente solo Harry e rivolse agli altri tre un sorriso indulgente. "Colpa sua," disse poi con tono suadente, indicando Remus al suo fianco, che scuoteva la testa.

L'uomo annuì con fare gravoso, poi realizzò cosa l'altro avesse appena detto e spalancò gli occhi. "No!" esclamò, sconvolto. "Scusatelo, è pazzo," sospirò poi.

Hermione e Ron spuntarono da dietro i due uomini e si avvicinarono al letto. "Dovreste essere voi gli adulti," commentò la ragazza con un'occhiata di rimprovero verso di loro.

Remus lanciò uno sguardo truce a Sirius e si fece avanti, raggiungendoli e mettendo le mani sulle spalle di Hermione. "Lo sai che io sono perfettamente adeguato al mio ruolo," si difese, annuendo convinto.

"Sì certo, e non sa fare un paio di pancakes," lo prese in giro Sirius, raggiungendolo con passo felpato. Aveva la cadenza di una pantera sotto l'effetto di tranquillanti.

"Oh Merlino, Black! La vuoi fare finita? Ci sono tre sconosciuti davanti a noi," cercò inutilmente di fargli notare Remus, accennando con un gesto della testa ai tre dottori, che li osservavano con espressioni molto diverse.

Perceptio - DrarryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora