La sveglia, quella mattina, aveva suonato prima del solito. Amanda aprì gli occhi a fatica, temporeggiò per alcuni minuti, rigirandosi tra le lenzuola profumate e poi si alzò. Le lezioni quella mattina sarebbero iniziate intorno alle 9:00, anche se il professore era solito tardare di 15-20 minuti. La mattina, dalle 9:00 alle 12:00 avrebbe seguito 'Infermieristica in area critica', mentre il pomeriggio, dalle 14:00 alle 16:00, ci sarebbe stata 'Psicologia'.
Le lezioni erano ricominciate da poco, ma Amanda già non ne poteva più di quella routine frenetica che la faceva sentire perennemente in ansia. Il terzo anno era di sicuro il più tosto: tanti nuovi corsi da seguire, tante ore di tirocinio, poi la tesi e la laurea. Doveva pensare a prendere gli appunti, tentare di capire cosa dicessero i professori quando parlavano di 'Port', di 'emogas', di 'valutazione di un elettrocardiogramma'. Doveva tenere il conto delle ore di tirocinio, che si alternavano a quelle delle lezioni. Come se tutto ciò non bastasse, aveva anche preso l'impegno, in quel poco tempo libero che le rimaneva, di allenare una squadra di minivolley. Quello però lo faceva con passione, perché fin da piccola aveva sempre amato la pallavolo, e per un certo periodo di tempo lo aveva anche praticato, e poi adorava i bambini.
Arrivò in aula in ritardo come al solito, il professore di Cardiologia, il dottor Morini, era già alla scrivania, preso a collegare i fili del computer. Accennò a un flebile 'buongiorno' e andò a sedersi, cercando di non dare troppo nell'occhio. Odiava essere al centro dell'attenzione, non le piaceva che la gente la fissasse perché dentro di lei temeva sempre di essere giudicata per un motivo o per un altro. Fortuna c'era Elisa, che arrivava sempre in anticipo ed era sempre troppo gentile da tenerle il posto.
"Ma secondo te, riuscirò mai a vederti arrivare in orario almeno una volta, prima della laurea?" le chiese Elisa spostando la borsa dalla sedia che le aveva occupato.
"Eli, già sarà un miracolo arrivare alla laurea, ora non chiedermi troppo." Entrambe risero sottovoce. "Allora, di cosa ci parlerà oggi il nostro amico?" aggiunse poi, indicando con un cenno il professor Morini.
"Stando a quello che ha detto la settimana scorsa, dovremmo parlare del dolore toracico." rispose Elisa mentre scriveva la data e la materia in alto a destra sul quaderno degli appunti. "Guarda la mia nuovissima penna a forma di ananas, non è bellissima?" disse poi sventolando una grossa penna gialla, con tante foglie verdi sulla cima.
Amanda sorrise annuendo. Elisa le piaceva, era cosi simile a lei. Durante il corso del primo anno non erano state molto affiatate, la loro era stata un'amicizia nata piano piano. Si erano avvicinate giorno dopo giorno, facendosi scoprire l'una dall'altra a piccoli passi, come se entrambe fossero state ferite, con cicatrici ancora troppo fresche, con ancora tanta paura di fidarsi di nuovo. Erano due persone spaventate, in una stanza piena di lupi. Sin dal primo giorno per Amanda era stato difficile relazionarsi con gli altri studenti, loro che parevano sempre cosi spigliati, cosi interessanti. Lei invece si sentiva sempre inferiore, sempre noiosa, sempre fuori luogo. Quando era con Elisa invece si sentiva capita, non si sentiva un alieno che parlava di quanto fossero belli gli evidenziatori della Stabilo, o di come una penna fosse migliore di un'altra per prendere gli appunti.
"Non vedo l'ora di farmi un sonnellino ad occhi aperti allora!" commentò Amanda poggiando la testa sul banco.
La lezione pareva non finisse mai, ma miracolosamente, tra un sogno ad occhi aperti e l'altro, si fecero le 12:00.
"Finalmente si mangia." esclamò Elisa mettendo i quaderni e l'astuccio nella borsa.
"Non vogliamo aspettare un po'? Voglio dire, dov'è la dignità nel mangiare a mezzogiorno spaccato?" Si guardarono per un istante e poi entrambe scoppiarono in una risata. "Buon appetito!"
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Incredibile
RomanceAmanda è una giovane studentessa di infermieristica al terzo anno di università e allenatrice di minivolley nel tempo libero. Una tipa dolce e solare che però molto spesso sente la necessità di isolarsi e di rifugiarsi nell'unico mondo in cui si sen...