al mio ometto,
buon compleanno.Natale: tempo di regali e di parenti pieni di pregiudizi che incroci solamente in queste occasioni, fortunatamente.
Ci troviamo in un comune non meglio precisato del sud Italia, dove il sole batte più forte e gli abitanti stessi sono più calorosi.
Due di loro, Salvatore e Candida, stavano per scoprire cosa i loro genitori gli avessero regalato in occasione della festività.
Il primogenito passava decisamente meno inosservato della sorella minore. Irascibile e arrogante, il ragazzo dai capelli castani e con una folta barba del medesimo colore aveva ricevuto un nuovo cellulare. L'ultimo uscito, quello che costava di più e anche quello che desiderava da tanto.
Candida, nella sua riservatezza, era colei che faceva più bella figura in quella famiglia.
Conoscitrice delle buone maniere, la giovane ragazza possedeva dei grandi occhi nocciola e dei lunghi capelli ricci dello stesso colore del fratello. Ci teneva molto ai suoi boccoli e alla loro lunghezza.
Per ogni riccio un capriccio dicevano, ma il capriccio più grande della sua vita non derivava di certo dalla capigliatura.
Candida, per Natale, ricevette un vestito.
"Tieni solo felpe nere e larghe, ti serviva qualcosa di più femminile," spiegò la madre con quel suo solito tono aggressivo e scocciato. Di base, sua madre non era cattiva. Tantomeno antipatica. È solo che in un ambiente come quello in cui viveva Candida, era un miracolo non incattivirsi.
Quest'ultima fissò con insistenza il vestito colorato, pensando che non le sarebbe mai e poi mai piaciuto indossare qualcosa del genere. Le avrebbe messo in risalto tutte quelle forme che lei odiava. Detestava incontrare il suo riflesso nelle specchio e constatare che quelle forme tipicamente appartenenti alle donne erano ancora lì.
Avrebbe voluto bruciarlo, il vestito, piuttosto che indossarlo.
Ma Candida fece buon viso a cattivo gioco: tirò su un sorriso, guardò sua madre dritto in faccia e disse "mi piace molto, grazie per avermelo preso."
Sua madre ricambiò piacevolmente il sorriso della figlia, la quale volse lo sguardo verso il fratello, domandandosi come sarebbe stato se fosse nata nei suoi panni.Il giorno dopo Candida chiese ai suoi genitori se la sua migliore amica potesse passare il pomeriggio a casa loro. Loro accosentirono, aggiungendo che sarebbero usciti con Salvatore e avrebbero così lasciato le due amiche da sole.
Così accadde e, nella cameretta di Candida, si ritrovarono a parlare dei soliti argomenti un po' sciocchi di cui possono trattare due amiche della loro giovane età. Più precisamente, Candida aveva 16 anni e Aurora 15.
I capelli della più piccola erano neri e gli occhi avevano quella forma a mandola tipica delle persone provenienti dall'Asia. Questo taglio degli occhi le piaceva, ma non più di tanto il loro colore così scuro.
Aurora era permalosa e spesso infastidiva l'amica, ma per lei avrebbe fatto di tutto e Candida lo sapeva.
"È successa una cosa strana ieri," cominciò quest'ultima.
"Racconta."
"Mi hanno regalato un vestito, ma non riesco a farmelo piacere," si confidò.
"Come mai? È brutto?"
"No, va oltre questo."
Aurora gettò uno sguardo alla figura dell'amica, che improvvisamente s'era fatta così seria.
"Credo che non mi piaccia essere femminile."
"E che male c'è in questo?"
"Non mi piace proprio essere una femmina."
"Oh," non aggiunse altro. Si fece un'idea, seppure a grandi linee, della situazione dell'amica e realizzò quanto fosse delicata. Profondamente indecisa su cosa dire e su cosa no, non rispose subito e cercò di dare un peso ad ogni parola che sarebbe uscita dalla sua bocca.
"E se provo a parlarti al maschile?" chiese infine.
"Non lo so, puoi provare."
"Facciamo questa prova per qualche giorno e vediamo come va?"
"Ci sto."
"Immagino di aver trovato un amico."
Aurora utilizzò il maschile per la prima volta, e Candida non potè fare a meno di sorridere.Circa un mese era passato ed Aurora non smise nemmeno per un attimo di rivolgersi a lui al maschile. Arrivata a un certo punto, utilizzare il femminile suonava davvero strano e questa fu la prova di quanto si fosse abituata ad utilizzare il pronome corretto per il suo migliore amico.
A Candida, d'altronde, faceva davvero piacere sentire tutti quegli aggettivi al maschile e tutti i "lui". La lasciò fare e diventò velocemente una normalità.
STAI LEGGENDO
This is home
Short StoryCandida, in seguito ad un regalo non desiderato, apre gli occhi sulla sua vera identità e confida alla sua amica più stretta ciò che prova. word count: 1834 published on: 01/04/2020