𝐂𝐀𝐏𝐈𝐓𝐎𝐋𝐎 𝐕

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— accenni di un oscuro passato :

Non c'era nessuna sveglia a poter spezzare il sonno di Hongjoong, eppure si era svegliato prima di tutti, senza un perché. Era rimasto seduto, poggiato alla testata del letto, fissando un pò il vuoto e pò pensando a quello che era accaduto negli ultimi due giorni: la storia del dipito di Alicante; Eden; la stanza e i fascicoli. Si mise a fare il punto della situazione, notando che sia Jongho che Yunho avevano capito il loro errore; Alicante glielo aveva detto, aspettando i giovani davanti la porta di quella stanza, con un mezzo sorriso sulle labbra. Era contento; dunque le cosa procedevano bene.
Anche il ragazzo accanto a lui, con i capelli arruffati e il sonno profondo gli aveva ristitutito indietro la sua cartella quasi immediatamente.
«Io so gli errori che ho commesso, Joongie» aveva ammesso Seonghwa.
Hongjoong non aveva mai aperto nessuna dei fascicoli che aveva dato ai suoi amici, ma, seppur pensando fosse sbagliato dato che si trattava di qualcosa di personale, avrebbe tanto voluto leggere quello del moro.

Era inutile provare a negarlo. Seonghwa aveva attirato la sua attenzione sin da quando si era presentato a Sanghwa. Con i suoi capelli fini, gli occhi scuri e quel comportamento, era stato davvero ammaliato da lui, ma come ben sapeva questa era una qualità di cui lui andava poco fiero a causa del suo passato. Infatti, da quanto Hongjoong aveva capito, lui sembrava esser stato un seduttore e un ragazzo che in passato aveva fatto cose che c'entrassero col suo vizio, ma non aveva mai chiesto nulla. Semplicemente rimaneva fermo ad ammirare la sua bellezza con due cuoricini al posto degli occhi, sempre sorridente. Seonghwa non aveva mai fatto trasparire molto delle sue emozioni però era vero che delle volte queste prendevano il sopravvento su di lui e Hongjoong le catturava tutte, cercava di captare qualsiasi segnale da parte sua per riuscire a descifrarlo nella maniera giusta.

«Hongjoongie…» Seonghwa aveva appena accennato ad aprire gli occhi che in men che non si dica si era sollevato e avvicinato al biondo con una velocità disarmante. Si sedette accanto a lui tenendo ancora gli occhi chiusi per un pò sbuffando pesantemente. Non si era accorto che la notte prima aveva tolto maglietta del pigiama per il troppo caldo e di conseguenza mostrava il suo petto scolpito. Hongjoong rimase un pò a guardare quella scena: un ragazzo quasi privo di sensi a torso nudo, capelli arruffati e labbra gonfie. Deglutì a fatica mentre trovava la forza di rispondere.
«Hyung…»
«Cosa ci fai già sveglio, è ancora presto, di solito mi sveglio io così presto perché non riesco a dormire.»
«Hai dormito come un sasso Seonghwa, non avresti sentito neanche i fuochi d'artificio a Sanghwa.»
Seonghwa sorrise al pensiero dell'apertura della festa del sidro di mele poi si mise dritto con la schiena e si grattò con una mano il braccio. Hongjoong vide mordersi il labbro inferiore mentre era visibilmente imbarazzato.
«Sei bello Seonghwa, lasciatelo dire» si lasciò sfuggire il biondo, facendo sorridere ancora di più maggiore.
«Non dirlo» disse in una risata l'altro, accorgendosi solo dopo delle parole che gli erano state rivolte e così in lui scatto il panico. Seonghwa si alzò subito dal letto correndo da qualche parte, se non fosse che l'altro ragazzo aveva riflessi pronti e lo tenne dal polso, tornando a far sedere il ragazzo di fronte a lui.
Dopo attimi di silenzio parlò:
«Perché?» ma Seonghwa non rispose, allora lo ripeté di nuovo.
«Te l'ho già detto che ho paura.»
«Paura per il fatto se avessi accettato o no questa missione, non per questo. Dimmelo Seonghwa, dimmi che non ti piacciono i ragazzi o ancora peggio i ragazzi come me; dimmi che sei promesso ad una donzella a Guang; che per te sono soltanto un amico!» sbottò Hongjoong rosso in viso «Ma non guardarmi in quel modo, non fissare le mie labbra né avvicinati così tanto se è una presa in giro.»

Hongjoong avrebbe continuato a parlare, lo avrebbe costretto a rivelare il suo passato fosse stato necessario, ma inaspettatamente si sentì bloccare da un paio di labbra morbide, quelle di Seonghwa. Era rimasto zittito da un bacio così improvviso che ricambiò non appena ebbe tempo di capirlo, muovendo a passo spedito le sue labbra con quelle del ragazzo, come un treno. Il moro prese di peso il ragazzo per farlo sedere a cavalcioni su di lui, avvolgendo le braccia intorno ai fianchi per attirarlo a sé. Seonghwa non seppe perché lo aveva fatto, inizialmente, dato che il punto principale della discussione era il loro rapporto, pensava che quel gesto avrebbe funzionato con Hongjoong, invece quello a sentirne di più gli effetti era stato proprio lui, beandosi dei tocchi insicuri dell'altro.
«Ho paura di poter creare di nuovo un problema come è successo in passato Hongjoong. Non voglio prenderti in giro, mi piaci sul serio, ma non so se sono capace.»
«Lo sei.»

All'ora della colazione i ragazzi scesero giù prima di un'altra gita per Eden e stavolta tutti avrebbero partecipato.
Alicante aveva dato ad Hongjoong una bandiera da tenere in mano, che avrebbe potuto lasciare solo alle persone di cui si fidava ciecamente per segnare la loro presenza sul suolo angelico. Quando sarebbe stato sicuro che questi avessero imboccato la strada giusta per guarire.
Così una volta a bordo di strani mezzi di trasporto con le ruote, dato che i cavalli stavano liberi, si misero in viaggio. Seonghwa e Hongjoong non avevano fatto parola di quello che era successo quella mattina, e neanche Yunho e Mingi parlarono della loro piccola discussione, semplicemente furono più liberi di godersi quel posto. Per quanto riguardava Eden, Hongjoong credette di poterci davvero vivere; era un posto così bello che avrebbe domandato subito a Seonghwa di restare là con lui. La bella giornata aveva fatto tornare il buon umore a tutti quanti che adesso si stavano godendo il sole caldo e il vento leggero, a spasso per le rovine antiche della città, dove era conservata l'origine degli uomini e degli angeli, pieni di bontà e virtù. Se uno di noi avesse potuto vederle avrebbe fatto fotografie non finire per quanto risultavano essere bellissime solo al primo sguardo, se si osservava bene si poteva scorgere ancora di più. Era esattamente quello che volevano fare gli otto ragazzi, specialmente Yeosang, il quale coperto dal solito ombrello bianco per il sole, stava perdendo il suo sguardo in quella magnificenza. Per lui era come per un religioso visitare i luoghi sacri, ammirandoli in tutto il loro splendore, difatti cercava in tutti i modi di vedere tutto, a volte trascinandosi dietro il suo amico Wooyoung, nella speranza che anche lui fosse interessato.

Secondo Yeosang, da quando era arrivato ad Eden era come se una luce divina lo avesse illuminato, donandogli la  guida. Aveva sognato quella notte, qualcosa di inspiegabile e non era la prima volta. Quando era sulla nave aveva  assistito ad una scena da brivido: lui si trovava dentro una teca di vetro alta che finiva a punta verso l'alto. Guardandosi intorno  aveva visto che non c'erano porte con serrature, una finestra o un semplice spazio per uscire, non aveva vía di scampo da quella e ovviamente aveva paura, ma il sangue gli si gelò sul posto quando notò una figura scura con un capello in testa ed una mascherina. Questa lo osservava attentamente, avrebbe avuto tutto il tempo possibile, dato che non c'era alcuna chance di poter uscire se non con un piccolo aiuto.

La seconda notte la storia era andata avanti

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La seconda notte la storia era andata avanti. Cadendo tra le braccia di Morfeo, dopo una giornata stancante, era di nuovo finito lì con la stessa persona. Ora che sapeva che quello era un alter ego, il senso di tutto era più facile da capire, e con ciò, aveva provato a scappare da lui per salvarsi. Yeosang avrebbe ricordato quanta frustrazione provava e sperava di svegliarsi, pur sapendo che sarebbe tornata lì, di nuovo, poi accadde. Dietro di sé venne illuminato da una luce, mentre qualcosa come una mano amica sembrava dargli una mano. Gli occhi di Yeosang video su quello spesso vetro una piccola crepa, il punto da cui avrebbe dovuto rompere. Così, a suon di pugni, con tutta la forza che aveva in corpo, iniziò a rompere tutto, sempre più agitato finché non fini per aprirsi un varcò con un piede, uscendo finalmente lì dalla teca, di fronte al suo alter ego che in pochi secondi sparì dalla sua vista.

◯  Treasure Saga: In my wonderlandDove le storie prendono vita. Scoprilo ora