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Siamo seduti in classe da tutto il giorno, non che sia strano visto che è da nove mesi che veniamo
a scuola, però oggi è finalmente l'ultimo giorno prima delle vacanze estive.
Forse è proprio per questo che siamo tutti ansiosi di uscire, questa è l'ultima lezione e mentre il professore di matematica cerca di assegnare i compiti per le vacanze.
Il biondino davanti a me continua a
fissare l'orologio appeso sopra la porta, mancano 15 minuti alla libertà.
La mia vicina di banco ha lo zaino sulle spalle, ha già liberato il banco e la sua gamba è tesa verso la porta, pronta a uscire al suono della campanella.
Ed ecco che finalmente la campana suona: "driiin".
É il suono che fa catapultare tutti fuori dalla classe.

I corridoi sono pieni di ragazzi e in pochi minuti si è creata una massa di persone intrepida.
Tutti vogliono uscire quanto prima dai muri dell'edificio.
Una volta fuori vedo tutti che si abbracciano e piangono, mando gli occhi al cielo e sbuffo
infastidita.

Mi dirigo verso il parcheggio dove mi aspetta la mia moto nuova. É stato emozionante lasciare quel vecchio catorcio che avevo prima, anche se devo comunque ammettere che ne ero molto affezionata.
Ed eccolo qui il mio gioiellino.
Solo a guardarlo mi brillano gli occhi.
Infilo il casco da dove escono alcune ciocche dei miei lunghi capelli.
Lo allaccio sotto il mento e salgo sulla moto.
Faccio un lungo respiro e sento l'estate invadere il mio corpo.
Apro gli occhi e con un gesto giro le chiavi.
Eccomi in moto.
Nel parcheggio mi guardano tutti. Sarà per i capelli che vanno ovunque, per il giubbotto di pelle che tengo anche a giugno?!
A dire il vero comunque non mi è mai importato di quello che pensano gli altri.
Percorsi i pochi metri di strada per uscire dalla loro visuale faccio un sospiro di sollievo, ma la mia pace viene interrotta quando mi accorgo che qualcuno mi sta inseguendo.
Non sono sicura di chi sia finché non vedo il ciuffo biondo nello specchietto.
"Abbiamo scoperto chi è lo stalker" sussurro nella mia mente mentre mi scappa un sorriso.
È di certo il ragazzo che siede davanti a me in classe.
Non parla quasi mai ma ogni tanto mi
lancia qualche sorrisino fastidioso. L'unica cosa che so di lui è che abbiamo un interesse comune:
quello per le moto.
Accelero… ma quel biondino accelera a sua volta. Tutto ciò inizia a infastidirmi.
Sono passati almeno venti minuti ma resta sempre dietro di me, non so se essere divertita o
preoccupata.
Faccio qualche curva per cercare di seminarlo, ma… niente.
Ed ecco che mi supera, o meglio mi affianca, si gira verso di me e dagli occhi capisco che sta facendo uno di quei suoi soliti sorrisini fastidiosi. Subito dopo accelera e mi supera del tutto.
Stare dietro di lui mi infastidisce, quindi accelero ancora e lo affianco. Questa volta sono io quella che sorride compiaciuta.
Lui però non può accorgersene.
È da tutto il pomeriggio che giriamo senza una meta precisa e il sole inizia a calare.
É proprio a quel punto che mi viene in mente che dovevo andare da Jenny subito dopo la scuola.
Oggi lei era rimasta a casa perché non stava troppo bene.
"Ma dove ho la testa? Mi sono dimenticata della mia amica per uno stupido giretto in moto con un ragazzo che neanche conosco!"
Così accelero ancora e il biondino fa lo stesso.
Prendo la seconda uscita in rotonda.. questa la via che mi porta direttamente a casa di Jenny.
Ecco che in pochi secondi vedo tutti i bei ricordi passarmi davanti… Davanti a me riesco solo a vedere immagini che scorrono velocissime… e poi… il buio.
Sento un forte dolore alla testa e un peso forte su tutto il corpo.
Riesco a tirare fuori un braccio
da sotto la moto e poi… niente, non riesco più a sentire nessun rumore.
Apro gli occhi, mi trovo in una stanza bianca senza porte né finestre, è molto luminosa nonostante non ci siano luci da nessuna parte, sembra tutto così bello, finche non mi rendo conto di quello che è successo.
Inizio a sentire la voce del biondino ma non riesco a muovere le labbra
per rispondergli, poi sento il suono di un ambulanza e una donna che piange.
Cerco di uscire da questa stanza ma non sembrano esserci vie d'uscita.
Riesco a sentire una voce che mi dice di svegliarmi, sembra disperata ma non piange più, credo che sia mia mamma ma non sento bene.
Un bip continuo riecheggia nella stanza… Inizio a correre ma questo luogo, piccolo e bianco, non sembra avere una fine.
Non so cosa fare… Sento voci e suoni di macchinari, ma non capisco dove sono! Riesco a vedere solo tanta luce e nient'altro.
Qualcuno mi tiene la mano anche se non riesco a capire chi sia.
Il suono fastidioso continua a ripetersi insieme a tante voci di persone che non mi sembra di conoscere.
Cerco un modo di uscire da qua, ma non ottengo risultati.
Urlo sperando che qualcuno mi senta, ma, non so se per colpa delle lacrime che sono arrivate alla mia bocca e alle mia orecchie, non sento nulla, proprio nulla… Mi siedo allora per terra, sfinita.
Non mi resta che
chiudere gli occhi… Poi, solo il silenzio.
L'ultima lacrima mi percorre il viso prima di addormentarmi.

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