CAPITOLO 1

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A quella che fu la promessa mai mantenuta

e la via di fuga mancata

a te che mi lasciasti senza una risposta

Torino, comando dei carabinieri

La guardai a lungo prima di prendere parola, lei invece era rimasta ferma bloccata sulluscio della porta con due occhi pieni di fuoco, la rabbia repressa di anni di abbandono, intorno a noi solo il caos della città di Torino e il via vai serale delle persone, chiuse la porta della caserma e scese le scale ignorandomi completamente come se non esistessi, mi aveva cancellato dalla sua vita ? non credo, la guardai muoversi nella divisa sua divisa, non avrei mai creduto che ci sarebbe riuscita ad entrare nellarma.

-Mora!- esclamai quando mi passò affianco, si fermò ed esitò a voltarsi nella frazione di 0,3 secondi riprese a camminare verso la volante, non si era voltata forse mi aveva seriamente dimenticato, non aveva tutti i torti a farlo, la guardai partire rapidamente mentre io ero ancora fermo, con il cappellino in mano e la mente in confusione, Mora che entrava nella caserma dei carabinieri, mah chissà cosa sarà successo.

Entrai dentro la il comando che brulicava di carabinieri che correvano da una parte allaltra, cera del movimento almeno quella sera.

-comandante buonasera!- esclamò uno dei molti appuntati, ricambiai e andai direttamente in ufficio ancora sorpreso dallincontro di pochi minuti fa, non era cambiata per niente, forse un po' i capelli che erano più lunghi, ma gli occhi erano sempre gli stessi magnetici ed enigmatici, ma pieni di disprezzo non aveva tutti i torti ad odiarmi, insomma tre anni prima ero io ad odiarla a disprezzarla senza capire mai la verità, senza capire mai che era di me che aveva bisogno e che aveva tentato, fallito e poi ritentato e poi rifallito e poi un giorno il telefono aveva smesso di suonare, non avevo più notifiche dei suoi messaggi, non entrava più nelle mie dirette, non cera più aveva smesso di esserci, e quando se ne andò mi sentì bene ma durò per poco, giorno dopo giorno, donna dopo donna, sentivo la sua mancanza impertinente, ma lei non cera più, non rispondeva alle mie chiamate e non era reperibile sui social network.

-moramora.- sospirai ricordando ancora le conversazioni e i messaggi con lei, come avevo potuto lasciarmi abbindolare e convincere che era stata disonesta con me, tornai a guardare le varie scartoffie sulla scrivania mentre in mente continuava a tornarmi il suo sguardo di prima carico di odio, non mi aveva perdonato, infondo mi sarei stupito se lo avesse fatto, lavrei santificata ma neanche lei che era buona di cuore me lavrebbe perdonato quellenorme torto.

Toc toc qualcuno bussò alla porta ed era il tenente Nicolas Del Mestre, il mio collega con cui passavo la maggior parte del tempo a lavorare.

-posso entrare ?- chiese tenendo il mano un paio di raccoglitori che se non sbaglio erano sullomicidio Sierra, non riuscivo a concentrarmi figuratevi a lavorare ad un caso così complesso.

-certo.- risposi, sul suo viso si dipinse un sorrise grande e mi chiesi cosa lo rallegrasse così tanto, non lavevo mai visto così attivo e pieno di vita, si sarà innamorato pensai ironicamente.

- come mai tutta questa adrenalina?- chiesi mentre si sedeva di fronte a me, non sembrò rifletterci su più di due volte, gli occhi si illuminarono.

- ma niente di che, sai la ragazza di cui ti ho parlato un paio di mesi fa?- onestamente non mi ricordavo, ne cambiava una ogni tre per due quindi vai a ricordarti se parlava di Giulia o Francesca o Martina .

-sì sì.- bugiardo pensai, ma non volevo stare lì ad ascoltare la storia dallinizio.

-bene poco fa è venuta in caserma a portare qualche dossier alla balistica, e ci siamo visti e sembra che le cose tra noi due stiano andando bene!- un brutto pensiero si instaurò tra quei pochi positivi che vi erano rimasti, cercai di fingermi contento.

- quando è venuta ?- chiesi, lui guardò lorologio e poi me.

-nel momento in cui sei entrato tu lei era da poco uscita.- rispose e sentì come se una tegola mi avesse colpito sulla nuca, tutto mi aspettavo ma non che la ragazza in questione fosse Mora, ma non avevo visto altre donne uscire dalla caserma, e lei era lunica che avevo incrociato.

-aveva una divisa della polizia? Credo di averne vista uscire, capelli lunghi neri, medio alta.- la descrissi in maniera vaga quando io sapevo e conoscevo ogni suo tratto distintivo, dalla cicatrice sulla guancia al neo, quello che aveva sulla spalla, il numero di orecchini alle orecchie.

-sisi era lei si chiama Jasmine.- non potevo seriamente crederci, Mora disprezzava i carabinieri, vi lascio immaginare il perché, cioè se fosse stato per lei mi avrebbe sparato a sangue freddo, credetemi lo avrebbe fatto molto volentieri.

-Jasmine non è italiana ?- chiesi sperando profondamente che non fosse Mora, non ora che volevo riprovare ad agganciare i contatti con lei, cazzo, imprecai.

-è di origini franco-marocchine, credimi non si direbbe per come ha la mente aperta.- rispose e provai un certo odio nei confronti di Nicolas, lui poteva stare vicino a lei, lei invece disprezzava me.

-bhe sono contento per te.- aggiunsi con un velo di ironia, non sapeva cosa lo aspettava.

Mora non era una donna, Mora era una trappola una volta che entravi nel suo mondo non ne uscivi più, anni fa era peggio era marcia dentro ad un punto che non potete immaginare.

-anche tu troverai quella giusta.- linnocenza emotiva di Nicolas era sorprendente, seriamente pensava che gli avrei lasciato piazza pulita, non lavrei lasciata a Nicolas, non la meritava, ma neanche tu la meriti, una vocina chiamata coscienza di risvegliò.

Già neanche io la meritavo, Nicolas di colpo si alzò sistemandosi la divisa e passandosi una mano tra i capelli neri, cosa poteva attirare una persona come lei, Nicolas era indubbiamente un bravo ragazzo ma non era il tipo di persona che faceva per lei.

-io vado di là devo ancora finire qualche rapporto, ci vediamo dopo o domani.-

-a dopo e fai il bravo con la nuova fidanzata!- bastardo, ero un grandissimo bastardo, si voltò verso di me con un sorrisone.

-comandante devo ancora chiederle di stare con me.- come mi sentivo, geloso? Era colpa mia, ma anche colpa di Mora, non pensare a lei, non ci pensare , anche lei se nera andata.

Due ore più tardi verso le undici di sera ero sotto casa sua, un appartamento situato al 6 piano di un condominio non male, abbastanza elegante in un quartiere tranquillo, la porta era aperta ed io non esitai a salire fino al sesto piano, ma una volta davanti alla porta esitai, non sapevo chi avrei trovato dentro, non sapevo veramente cosa dirle e lei mi avrebbe riempito di insulti e parole velenose, vipera.

Più che un carabiniere fermo alla porta sembravo un cretino che si era fatto buttare fuori dalla fidanzata, rimasi fermo con la mano a mezzaria, ogni volta che volevo bussare ci ripensavo, rimasi qual piano fin quando la porta dellascensore non si aprì e comparve una ragazza biondiccia che giocava con il mazzo di chiavi , la osservai meglio e anche lei portava la divisa della polizia, erano amiche o forse coinquiline, scesi rapidamente le scale prima potesse notarmi, non volevo che Mora sapesse che ero venuto davanti a casa sua.

LEI E LUIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora