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Rumori forti di chiacchiere lo svegliarono. Riusciva a sentire la testa che pulsava e fargli male nel momento in cui provava ad alzarsi dal letto, lentamente tolse le coperte per agevolarsi.

Aspetta....

I suoi occhi si spalancarono non appena realizzò di non essere in una stanza familiare. Si mise in piedi, camminò fino alla finestra e lì lasciò il suo sguardo vagare fino al mare.

D'istinto chiuse la finestra con un colpo secco, e si appoggiò al muro lì di fianco, il cuore gli batteva forte nel petto e ancora una volta si ritrovò a riprendere fiato.

Venire qui e stata una tra le idee peggiori che potessi avere. Non doveva ascoltare lo psicologo riguardo al 'affrontare le proprie paure'. Ora riusciva solo a pensare a quel maledetto giorno che con tutto se stesso voleva dimenticare.

Era talmente preso dal suo dialogo interiore che non si accorse di un ragazzo entrare la stanza vestito con una semplice maglia bianca e pantaloncini da surf, e in mano un vassoio con del cibo.

"Sono felice che tu sia sveglio" gli disse sorridendo. Si avviò verso il tavolo e ci appoggiò il vassoio.

"Ecco tieni. Perché non mangi un po' così ti rimetti in forze?" Aggiunse facendogli segno di sedersi su una delle sedie vuote.

In ogni caso il ragazzo non si smosse da lì e semplicemente guardò l'altro negli occhi.

"Dove mi trovo?" gli chiese a voce bassa.

Lo vide sorridere uno di quei sorrisi amichevoli, aveva le braccia appoggiate sul petto e il suo sguardo non lo abbandonava mai.

"Sei a casa mia. Ti ho visto ieri svenire in spiaggia." rispose con gli occhi fissi su di lui.

L'altro annuì, lasciando cadere lo sguardo sul pavimento e silenziosamente mormorò "ti ringrazio".

"Non ti ho mai visto in giro da queste parti. Sei un turista o qualcosa del genere?" chiese alzandosi in piedi e avvicinandosi al ragazzo.

Quest'ultimo ancora una volta annuì, ma questa volta alzò lo sguardo e lo scrutò da vicino riuscendo finalmente ad ammirare i suoi tratti.

"Aah capisco. Molte persone vengono qui per fare surf dato che le onde sono a dir poco fantastiche" disse con un sorriso per poi estendendo la mano.

"Mi chiamo Jeon Jungkook" si presentò con un sorriso più smagliante di quello che aveva poco prima.

Lui guardò la mano e cautamente la prese e la strinse "Io sono Kim Taehyung" enunciò, incontrando con i suoi, gli occhi color carbone dell'altro.

Aquaphobia| Taekook [ITA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora