Stavo quasi bene. Ho alzato lo sguardo e ho guardato dritto davanti a me: un panorama impagabile. Non so se era più il panorama o la situazione a rendere la sensazione che provavo unica. Ho guardato la città, di notte, dall'alto, in tutta la sua bellezza, la sua eleganza, in tutti i suoi rumori, i suoi dolori, i suoi pregi e i suoi difetti. Ero all'ottavo piano di un palazzo in centro, su uno di quei balconcini che si protendono ad ogni semipiano dalla scalinata verso il mondo. Senza spostare lo sguardo mi sono domandata quante persone, oltre ai muri, alle barriere architettoniche della città e oltre alle maschere, in quel momento stessero soffrendo, gioendo, morendo,nascendo, amando, odiando, pensando a ciò a cui stavo pensando io.Quante persona davanti a me avrebbero potuto aver bisogno di aiuto odi un abbraccio? E quante avevano al loro fianco una persona che potesse abbracciarle? Mi sono sentita la persona più fortunata del mondo, nonostante la perdita non troppo recente che aveva completamente sconvolto la mia vita.
Avevo la testa appoggiata sulla sua spalla, la sua giacca era fredda e lo sentivo oltre ai miei capelli rossi, crespi e aggrovigliati. L'ho esaminato da cima a fondo con gli occhi: portava delle semplicissime scarpe da ginnastica nere, una tuta nera a tinta unita probabilmente presa al mercato, non sapevo che maglia avesse ma ho immaginato che indossasse una delle sue T-shirt preferite larghe con stampe astratte poco definite; la giacca blu era palesemente di una o due taglie più grande. Ho guardato il suo viso, pallido,freddo, pensieroso e dai bei lineamenti.
Ha sorriso, apparentemente senza un motivo. Ho guardato quel sorriso e ho pensato che fosse quello che volevo nella mia vita, contagioso come il singhiozzo. A fatica ho spostato il mio sguardo sui suoi occhi socchiusi, verdi smeraldo. Ho fatto fatica a guardarlo negli occhi, gli stessi che mi hanno sempre intimorito, di chiunque fossero, ma i suoi in particolare avevano qualcosa che mi spaventava più degli altri. Io lo guardavo e ci vedevo tutto dentro, mille mondi diversi, mille problemi e mille soluzioni, mille pensieri indecifrabili, quei pensieri che fatichi anche solo ad immaginarli lontanamente, contorti, confusi, suoi. L'unico modo per descriverli era dire che erano i suoi di occhi, e altre persone non ci avrebbero visto niente di speciale a causa di quel velo troppo spesso di superficialità che reprime le loro idee più sincere e reali.
Ricordo quelle sensazioni come se fosse ieri che ero lì a ripensare ai mesi precedenti. Erano stati piuttosto travagliati, erano successe tante di quelle cose, più brutte che belle, ma mai avrei immaginato di poter avere una persona come Mark Jones. In poco tempo insieme ne avevamo passate tante e purtroppo avremmo dovuto affrontarne ancora molte altre, ma con la certezza di averlo al mio fianco mi ero ripromessa di non perdermi mai d'animo, nelle situazioni in cui ero costretta spesso a ritrovarmi non potevo lasciare spazio a nessuna forma di fragilità o debolezza.
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Non ti conoscevo
RomanceAlison è un'ordinaria ragazza che frequenta la terza liceo, ha perso sua madre da piccola e da allora suo padre affoga i suoi dispiaceri nell'alcol. Ethan è il suo migliore amico da sempre, e il loro rapporto non ha mai avuto momenti bui fino a quan...