Erano i primi di dicembre e già da un paio di settimane il rigido freddo invernale stava cominciando a farsi sentire anche a Milano. Nonostante ciò portavo una giacchetta di denim decisamente troppo leggera per il periodo, sopra ad una semplice felpa nera larga che avevo preso la settimana prima al mercato del mercoledì infondo alla nostra via, quando ero uscita con Ethan a cazzeggiare come di routine.
Io e Ethan siamo sempre stati migliori amici dalla scuola primaria, non eravamo nella stessa sezione ma le nostre classi erano adiacenti e passavamo tutti gli intervalli insieme nello stesso gruppetto di amici. Successivamente abbiamo avuto la fortuna di capitare nella medesima classe alla scuola media, che nonostante avessi affrontato con lui non fu una passeggiata a causa delle ragazze poco gentili che non facevano altro che criticare ogni mio respiro, ma questa è un'altra storia. Passando alla scuola superiore avevamo scelto due indirizzi differenti, io avrei frequentato il liceo scientifico, mentre lui avrebbe studiato in un istituto privato con un nome troppo lungo da ricordare.
Ricordo benissimo l'ultimo giorno d'estate prima dell'inizio della scuola superiore. Eravamo nel giardino di Ethan, più precisamente eravamo su dei lettini da mare davanti alla sua enorme piscina per prendere ancora un po' di colore in viso prima di catapultarci in un nuovo capitolo della nostra vita. Sarebbe cambiato tutto, avremmo probabilmente iniziato a frequentare diversi giri ma c'eravamo fatti una promessa: niente e nessuno avrebbe mai spezzato la nostra amicizia o interrotto i nostri rapporti, tanto meno una stupidissima scelta di una stupidissima scuola.
Quell'ultimo giorno d'estate.
Mi voltai verso di lui con sguardo interrogativo. Prima di esporgli ilmio dubbio lo esaminai rapidamente. Portava degli occhiali da sole neri da celebrità misteriosa probabilmente più costosi del mio intero armadio e un costume azzurro con dei motivi irregolari di vari colori. Anche dalla mia prospettiva laterale potevo vedere i muscoli ben definiti che si era scolpito nell'ultimo anno per "essere all'altezza" delle ragazze che voleva frequentare, come diceva lui. Solo in quel momento mi domandai perché non avesse ancora avuto una ragazza, infondo non gli mancava niente: bel fisico, ciuffo castano che gli ricadeva dolcemente sul viso dai lineamenti definiti,occhi verdi smeraldo e un carattere amichevole. Scacciai quel pensiero riflettendo sul fatto che infondo le ragazze che gli andavano dietro c'erano eccome, ma nessuna di queste aveva mai suscitato minimamente il suo interesse o la sua attenzione.
«C'è una cosa che non mi lasceresti mai fare?»
Notandola sua espressione decisamente perplessa mi spiegai meglio: «Nel senso, non che tu possa impedirmi di fare qualcosa eh, io sono una bad girl ribelle faccio il cazzo che mi pare.» Feci una piccola risata sommessa e mi stampai in faccia un sorriso che andava da un orecchio all'altro. «Sì mi sono espressa un po' male, riformulo la domanda: esiste una cosa che se facessi ti farebbe cambiare idea sudi me?»
Non ricordo bene con quali pensieri io fossi arrivata a pormi quella domanda, ricordo solo che l'avevo posta un po' così, senza pensarci troppo, per creare un discorso che sembrava poter diventare un'interessante piattaforma per battute senza senso e insulti di un certo spessore comico.
«Allora, parto da due presupposti. Il primo è che non potrei mai cambiare idea su di te, sei e rimarrai sempre la mia migliore amica nonostante le stronzate che prevedo faremo nel corso della nostra adolescenza;per me rimarrai sempre una rincoglionita convinta di essere simpatica incosciente del fatto che l'unica persona simpatica che conosco, sono io.» Disse quelle parole con un ghigno irritante che però mi aveva sempre strappato un sorriso. Quanto vorrei poter credere alle sue parole ancora adesso, quanto vorrei averlo ancora al mio fianco.
«Oh senti coso intanto ti calmi e smetti di tirartela.» dissi imitandola voce delle ochette snob nei tipici film americani che eravamo soliti a guardare nelle seratine tattiche cibo e copertine. «E soprattutto ricordati che devi portare rispetto per quelle più grandi di te brutto snitch.» Scoppiai di nuovo in una risata stavolta più sonora.

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Non ti conoscevo
RomansaAlison è un'ordinaria ragazza che frequenta la terza liceo, ha perso sua madre da piccola e da allora suo padre affoga i suoi dispiaceri nell'alcol. Ethan è il suo migliore amico da sempre, e il loro rapporto non ha mai avuto momenti bui fino a quan...