Capricci

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-Che cosa? – Vegeta non poteva credere alle proprie orecchie.
Non sapeva nemmeno cosa provare di fronte ad un'affermazione del genere da parte di una donna che non fosse Bulma.
Lady Shyra scosse la testa con forza – Che stupida, stupida, stupida! Lo sapevo! – fece spuntare un occhio da una fessura della mano – C'è un'altra
Lui non seppe cosa replicare. Ovviamente c'era un'altra, c'era Bulma, ma dirlo ad alta voce...non ci riuscì e rimase a fissarla stranito.
Lei fece un respiro profondo e serrò le labbra, con gli occhi lucidi – Io ti amo...ma tu non mi ami...non è vero?
Era logico, si disse Vegeta. Come poteva amarla se a malapena la conosceva? E soprattutto, come poteva quella amare lui?
-Bene – la donna assunse un atteggiamento fiero e composto – Se io non posso avere l'uomo che amo, allora neanche tu potrai avere la donna che ami!
Detto questo, svanì con il contratto.
Dopo un attimo di sbigottimento, Vegeta si rese conto che non aveva risolto nulla. Strinse i pugni e si maledì per aver abboccato a quella trappola.
Perlomeno aveva capito qual' era il modo per annullare tutto. Ancora gli sembrava strano.
Si passò una mano tra i capelli.
Se tutto ciò era vero come avrebbe potuto dare quel bacio a Bulma? Lei non lo amava, si erano incontrati quel giorno per la prima volta. Non aveva nemmeno capito come lei avesse potuto innamorarsi di lui; come aveva potuto farla innamorare la prima volta, così orgoglioso e testardo, figurarsi riuscirci una seconda.
Non ne sarebbe stato in grado.
E poi nel cuore di Bulma ormai c'era quel terrestre.
Si disse che Lady Shyra non avrebbe faticato poi molto ad impedire quel bacio.
Insicuro su quale direzione prendere, si alzò in volo. Forse avrebbe potuto semplicemente andarsene su qualche pianeta sperduto.
Quasi in trance, tornò alla casa dove si erano stabiliti gli altri.
Esitò di fronte alla porta. Non era più nessuno per loro, ormai, perché avrebbero dovuto accoglierlo?
Si voltò ed iniziò a camminare a testa bassa.
-Ehi eroe! Devi andare a sistemare un'altra questione? – Gohan era uscito di casa e stava sorridendo – Sei diventato il nuovo mito delle mie donne, sai?
Vegeta fece un mezzo sorriso – Le tue donne?
Allora lui rise di gusto – Avanti, perché non entri?
Poco dopo era seduto sul divano di casa, con tre paia di occhi che lo osservavano curiosi.
-Hai detto che ci conosci, ma noi non ti abbiamo mai incontrato... – iniziò Gohan.
-Il corso della storia è cambiato, il giorno in cui vi ho incontrato non esiste più in questa realtà, per questo voi oggi mi vedete per la prima volta – Vegeta aveva lo sguardo fisso a terra.
-Come ci siamo incontrati? – intervenne Bulma.
Lui strinse le labbra – Io ed un altro Sayan volevamo conquistare la Terra, ma Kakarot riuscì a impedirlo...me ne andai, ma ci rincontrammo su un pianeta di nome Namecc e quando tornaste indietro venni anch'io su questo pianeta, e alla fine sono rimasto
Un riassunto confuso per farsi odiare da subito, si disse. Ottimo inizio.
-Kakarot? Vuoi dire...papà? Radish...lo aveva chiamato allo stesso modo...
Lui annuì.
Si rese conto che i tre si stavano scambiando degli sguardi straniti.
-Beh...se alla fine sei rimasto significa che in fondo ci siamo fidati, giusto? Non importa se non vuoi raccontarci molto, il passato non conta, ora siamo qui e senza neanche più il pericolo di quei cyborg, tutto grazie a te, ci farebbe piacere se rimanessi
Vegeta alzò lo sguardo e vide Bulma che gli sorrideva.
La sua Bulma...
Storse il naso e si corresse. Non era sua, ma avrebbe cercato di farla diventare tale.
Si bloccò, sentendo un'aura familiare. Più di una. Poi il rombo di un'astronave che atterrava.

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