Quando stai male, ma male davvero, male che senti un mattone di cemento fra lo stomaco e la bocca, inizi a credere alla comune diceria che il tempo è l'unico antidoto funzionante a tutto. Cerchi di raccapezzarti da cima a fondo nutrendoti di oroscopi, film, canzoni motivazionali, rimedi della nonna, sport, nuove ricette, corsi di autostima e di pilates, ma niente. Sono solo piccole toppe che non riescono mai a coprire il sangue dell'intera ferita, che cola troppo velocemente e macchia dappertutto. Ed ecco che cosa vorresti: mandare avanti il calendario di mesi, addirittura di anni. Ti piacerebbe che in un attimo fosse già il 2030, in modo tale che, in quel lasso di tempo, del dolore te ne sarai scordata, quasi come se non fosse mai esistito. E invece non funziona così. Devi aspettare, ed aspettare è una palla.
Così ti metti a cercare i rimedi su internet, vergognandoti ed arrossendo come un peperone quando ti rendi conto che la tua cronologia google è tappezzata da pagine imbarazzanti, come quei blog femminili in cui le ragazze si danno consigli a vicenda per guarire un'unghia incarnita, un'acne giovanile o - nel tuo caso - un cuore intorpidito. Sei disposta a tutto, proprio a tutto, perfino a cercare un rimedio su yahoo answer, che non usavi dai tempi delle medie. O elementari, forse.
Ma continui a non farcela. E così chiami un'amica.
Lei ti sta ad ascoltare per ore: forse perchè, per qualche strano e macabro motivo che ignori, le piace sentirti ripetere per la trentesima volta le stesse identiche cose, e cioè che lui è un disgustoso abominevole pezzo di merda che non si merita niente al mondo se non una pizza in fronte. Forse perchè già ci è passata e sa cosa significa avere un macigno dentro al petto, o forse perchè semplicemente ti vuole bene e per tranquillizzarti è disposta a sorbirsi pianti e cantilene infinite e a non dirti quanto sei petulante quando qualcuno ti spezza il cuore. Ed insieme, cornetta contro cornetta, inventate nuovi modi e nuovi insulti da additargli. Ma nessuno di questi sembra farti stare meglio. Dentro di te senti ancora rumore. Il dolore ha una voce e adesso è stridula, disperata, si rompe ogni volta che parla e tu non riesci a metterla a tacere. Ci hai provato con le buone, ci hai provato con le cattive, ma quel grillo parlante che hai in testa non sta zitto nemmeno quando vai in bagno o a fare la spesa.
Così ti costringi a smettere di controllare ogni sua singola mossa, ogni suo minimo passo o movimento, virtualmente e pubblicamente. Stringi un patto con le tue amiche e con te stessa: se ci ricasco, dovrò rinunciare al gelato per una settimana intera. Se ci ricasco, tre serie di 20 addominali ogni mattina prima di prendere il caffè. Ma poi bari. Quando tutti dormono, quando nessuno ti guarda, ti armi di cellulare e coraggio e cerchi il suo nome su internet per farti del male, giusto perchè tu ed il masochismo andate a braccetto sin dai tempi dell'asilo. E' un po' come la dieta: quando mangi cibo spazzatura alle due di notte e nessuno ti scopre, allora non vale. E' come se non lo avessi fatto.
E invece lo hai fatto eccome.
Hai cercato di nuovo il suo profilo per vedere come se la passa senza di te ultimamente, sentendoti un verme quando ti sei resa conto che la risposta è: bene, incredibilmente bene. Se la sta passando alla grande, tappezzando le ragazzine più giovani di lui di mi piace e postando foto in club, locali, spiagge, feste, concerti, viaggi e, addirittura, Ibiza. Ti sembra anche dimagrito. Si è fatto la barba, si è tagliato i capelli, ha smesso di mangiare quel gelato che invece tu ti pappi ogni sera davanti a Real Time con la grazia di un facocero e gli sono pure spuntati gli addominali.
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Amore, gelati ed altre leggende metropolitane
General FictionUna rubrica settimanale dedicata a vari argomenti, semplici e quotidiani, che mi piacerebbe condividere con voi. Consigli, pensieri, annotazioni sul genere maschile, lamentele di vario tipo, ricette, canzoni e libri che mi hanno rubato cuore, ossa e...