Capitolo 17.

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Eravamo seduti sui sedili posteriori della macchina di Aurora mentre ci portava non so dove.

"Non puoi capire che cosa orrenda é senza di te quella scuola. Sono tutti dei deficienti." Disse quasi ridendo Mirko.

"Immagino" risposi "Gli altri come stanno?" Domandai, riferendomi a Rossana, Pio, Carmine e Brando.

"A Pio e Carmine manchi tanto, Brando é molto triste da quando non ci sei... ho come la sensazione che... boh lui ti ami..."  a sentire quelle parole mi sentii come mancare l'aria.

"Non dirlo nemmeno per scherzo." Dissi arrossendo, la cosa mi mise parecchio a disagio.

"Sì, cioè il modo in cui ti guardava quando eravamo insieme... non so spiegartelo, ma mi dava troppo fastidio." Quella era gelosia, e la gelosia stava a dire che a me ci teneva, e non poco.

"Ma non pensarla così dai..." cercai di tranquillizzare lui e un po' di calmare anche me stessa. "E Rossana?" Domandai cercando di cambiare discorso, ma lui si impietrificò alla mia domanda.

"Lei sta bene... cioè..." si bloccò.

"Cioè?" Lo spronai io.

"Cioè... sta peggiorando... se la vedessi non la riconosceresti più. É dimagrita tantissimo, a scuola non viene quasi mai, si comporta male con tutti tranne con noi. È... strana.." disse facendomi rimanere a bocca aperta.

"Non può essere..." bisbiglai.

Mi continuò a raccontare tutto ciò che stava succedendo nella mia vecchia scuola, lui che aveva preso otto di letteratura, Francesco che ci provava con una che non se lo filava e la prof di Inglese che era caduta dalle scale, mi mancava tutto di quella scuola, forse anche i professori.

Dopo qualche ora sentii suonare il mio cellulare, era Aurora.

"Arianna, sto venendo a prenderti" le parole che non avrei voluto sentire. Chiusi la chiamata e con uno sguardo Mirko capii che dovevo andare.

"Non voglio andarmene" sussurrai.

"Nemmeno io voglio che tu te ne vada.."

Mi prese e mi baciò, fregandosene della gente che passava e ci fissava allibbita.

Il suono del Clacson dell'auto di mia sorella ci fece sobbalzare, facendoci tornare nel mondo reale.

Dammo un passaggio prima a lui.

Lo abbracciai, chiedendomi mentalmente quando lo avrei rivisto.

"Grazie Aurora, davvero non so come ringraziarti, se non fosse stato per te chissà quando lo avrei rivisto.." dissi dopo esser salita nell'auto. Lei si limitò a sorridere.

"Andiamo a mangiare al MC?" Mi propose ad un certo punto.

"A me andrebbe bene!" Dissi con una voce più acuta del previsto. "Però non ho soldi con me."

"Non ti preoccupare per i soldi, a quelli ci penso io." Le sorrisi e così ci dirigemmo al Mc Donalds, lungo il tragitto non parlammo molto, ma non era un silenzio imbarazzante, era un silenzio tranquillo.

Arrivate alla nostra destinazione, ci misimo subito in coda per ordinare in fretta il nostro cibo. Entrambe presimo un hamburger, delle patatine fritte e milkshake alla fragola, ripetendoci che ogni tanto mangiare pesantemente non fa male.

Ci mettemmo a sedere in un tavolo piccolo non molto lontano dalla porta.

Mentre ridevamo e scherzavamo mi giro, e il mio cuore si riempe di felicità.

Persi, ma non del tutto.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora