Avevo salvato Galaxia, scacciato caos dal suo cuore eppure credevo davvero in quello che le avevo detto. Caos era in ognuno di noi, nelle nostre scelte. Mi fiondai tra le braccia delle mie amiche, anche questa volta ero riuscita a salvarle tutte. Non volevo più combattere, non volevo più essere una guerriera. Il seme di stella di Mamoru brillò tra i tanti e finalmente lo vidi. Con un sospiro di sollievo lo strinsi forte a me: era finita. Con quella consapevolezza mi fermai a osservare Seiya e gli altri. Anche la loro principessa era tornata. La donna li stringeva forte e qualcosa nel mio cuore si spezzò. Perché ero triste? Era arrivata l'ora dei saluti e purtroppo mi costava ammetterlo ma l'idea che lui partisse mi faceva impazzire. Non dovevo sentirmi in quel modo, l'amore della mia vita, quello che andava avanti da millenni era al mio fianco ma io non provavo nulla. Mi sentivo vuota, stufa di vivere una vita non mia. Fingevo di star bene, forse era solo la paura a farmi sragionare. Anche stavolta avevo rischiato di perdere i miei cari, dovevo darmi del tempo.
Osservai le scie delle stelle cadenti nel cielo: «Fa buon viaggio Seiya».
Il tempo trascorreva lento e inesorabile e io capii che non mi ero sbagliata. Non volevo più essere la principessa Serenity, non mi importava del trentesimo secolo, del regno, dei miei doveri. Volevo essere solo la buffa, testarda e pasticciona Usagi. Questo malessere che mi trascinavo dentro da mesi mi rendeva apatica, spenta. Ricordavo ancora la notte di Natale di qualche mese dopo quando Mamoru baciandomi mi chiese: «Cos'hai? Sono mesi che non ti riconosco più?»
Davvero credeva di conoscermi?
«Non è vero, sono sempre la stessa» risposi evitando il suo sguardo.
Passeggiò per la stanza, quasi come se stesse cercando qualcosa.
«Stai mentendo! Sarai anche maturata ma nei tuoi occhi qualcosa si è spento. Sicura che non c'entri quel cantante?» gridò stringendo tra le mani quel peluche che continuavo a custodire gelosamente.
Un semplice orsetto rosa. Quel piccolo cimelio lo custodivo dal nostro appuntamento al parco. Non l'avevo confessato a nessuno, neanche a Minako ma quel pomeriggio quando mi strinse forte nel buio della discoteca, avevo provato qualcosa.
«Lui non c'entra. Sono stufa di vivere questa vita, non mi appartiene! Tutti credete di sapere chi sono e cosa ne sarà di me. Vi siete mai chiesti io cosa provo? Se sono d'accordo?»
Stavo urlando ma non mi importava, perché finalmente davo libero sfogo ai miei pensieri.
Mamoru aveva il viso rosso, gli occhi vuoti.
«Cosa stai cercando di dirmi?»
«Non lo so, ho bisogno di tempo!» ammisi fissando il pavimento.
Mi voltò le spalle, chiuse le mani a pugno e colpì forte la parete.
«Fa come vuoi, non sarò io a trattenerti! Voglio chiederti solo una cosa...»
«Chiedi pure».
«Cosa provi per Seiya?» pronunciò pieno di rabbia guardandomi negli occhi.
Non potevo più nascondermi.
«Ha davvero importanza adesso?»
«Per me sì» insistette Mamo scuotendomi per le spalle.
«Non lo so. So solo che mi manca da morire» confessai cercando di limitare i danni.
Forse non amavo più il mio principe ma gli volevo bene e non mi andava di deluderlo in quel modo, tuttavia non potevo mentirgli.
«Va' via! Non so che farmene di te» urlò cattivo indicandomi la porta.
Stanca di litigare uscii di corsa. Perché nessuno rispettava le mie scelte?
Cominciai a correre senza sosta, volevo solo tornare a casa.
Stavo per aprire il cancello di casa quando un'auto fuori controllo giunse sparata a folle velocità nella mia direzione. Neanche il tempo di rendermi conto della situazione che tutto divenne nero.
STAI LEGGENDO
Gli ostacoli del cuore
Novela JuvenilUsagi ha sconfitto Galaxia. Ha salvato di nuovo il pianeta ma per la prima volta in vita sua non sa cosa vuole. Finalmente ha liberato Mamoru, dovrebbe essere felicissima eppure non lo è. L'idea che Seiya stia per tornare sul suo pianeta la distrugg...