I sentimenti...
Molto spesso vengono ricondotti all'adoloscenza quel periodo "magico" nel quale grazie alla chimica del nostro corpo sono amplificate.
Sentimenti...
Una parola romantica ha al suo interno una sfumatura quasi poetica non riuscirei a ricondurla negativamente se la sentissi per la prima volta...
Ma è davvero così romantica e bella?
Perché se è così per innamorarsi bisogna lasciarsi indietro molte persone.
Perché per avere un amico devo lasciare l'altro?
Perché per essere felice devo fare ciò che una persona che neanche mi conosce mi consiglia?
Non esistono sentimenti buoni, pensateci...
Sei triste? Qualcuno verrà a sollevarti il morale non preoccuparti,così dicono.
Ma la verità è che nessuno arriverà se non lo chiami.
Sei arrabbiato? Davvero non ti capisco ti arrabbi per così poco...
Non mi arrabbio per poco semplicemente non date il giusto peso a ciò che provo.
Stai sempre da solo ma come fai? Sto solo perché quando sto con le persone non faccio altro che rovinare le relazioni o ancora peggio fare finta di essere chi non sono.
Perché devi fingere di essere chi non sei?
Ti accetteremmo per quello che sei, dicevano...
Se ne foste capaci non trovereste questa difficoltà nel trovare le mie paure, le mie ansie, cioè che più mi tiene lontano dalle persone.La rabbia un emozione adrenalinica.
Non è poetica ne positiva, ma quando sei arrabbiato si scopre il vero te stesso/a...
Quel sentirsi frustati, usati, appesantiti,odiati.
Perché se sono arrabbiato devi provare a calmarmi, quello è il momento in cui io sono chi non potrei mai mostrarti, per questo non ci parliamo da arrabbiati;
Cioè che dici da arrabbiato non può essere cancellato, al contrario, va mantenuto a mente, sono i tuoi veri pensieri, ciò che credi, la tua personalità.La felicità il sentimento più banale non si può descrivere a parole come tutti gli altri.
Non ti può sentire felice perché non è realmente un sentimento è un modo di essere e basta.
Non puoi diventare felice, è per pochi eletti.
Per persone che sono "state scelte"E infine il sentimento che più mi sento di dire sia mio.
La tristezza, non una tristezza infinita come può essere quella di Leopardi.
La mia è una tristezza confinata al me stesso anch'esso confinato dentro ai quattro muri della mia coscienza.
La tristezza non è negativa come viene descritta.
Quando sei triste ragioni, pensi, ti vergogni, ti lamenti ma soprattutto riesci ad aprirti.
Quando sei triste sei debole e una persona di cui ti fidi può riuscire a ottenere fiducia.
La tristezza so descriverla.
Non è forte, non ti esonda addosso come molte altre, ti colpisce piano come un tranquillante ma finisce con l'espandersi per tutto te stesso, prende il sopravvento su di te e sulle tue attività.
Quando sei triste ogni cosa diventa inutile e insensata, rimani tu e le tue sensazioni, sei tu contro tutti.
Non riesci a trovarti in nessuno, tutti non hanno un volto, sono come cancellati, non esistono e per quanto si preoccupino li allontani perché non riesci a sopportare di non riuscire a uscire anche da una cosa come quella.
La tristezza però può peggiorare fino all'apatia.
L'apatia è la morte cerebrale dal mio punto di vista.
Il non provare nulla, non sentire rimpianto, paura, rabbia, euforia, felicita, eccitazione, per me è essere morti dentro.
Nel momento in cui muori dentro nessuno ti può tirare fuori, sei da solo/a in un abisso, un abisso infinito circondato da persone che ti richiamo che cercano di toccarti e farti tornare alla superficie.
Ma non puoi sentirli o notarli, sei sotto una campana di vetro, come la rosa nel piccolo principe, intoccabile, vicina ma così tanto lontana, la vedi è li la tua salvezza, ma non riesci.
Sei così preso da questa tristezza che ti porta via ogni cosa partendo dai tuoi interessi passa ovunque si appropria di tutto ciò che è tuo e lo fa diventare una sua arma.
Un arma infallibile perché allontanandoti dai tuoi interessi ti porta via la tua essenza e il tuo essere... TE.
Permettendo ciò permetti di cadere in questo profondo, infinito, scuro ma inconcepibilmente bell' abisso...
La depressione.