Capitolo I - Non puoi decidere per me!

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<<Finn, abbassa quella diavolo di musicaaaaaaaaaaa!>>.

<<Finnnnnnnnn!!!>>, urla mia madre dal piano di sotto.

Dopo un paio di interminabili minuti di urla ripetute, la testa di mio fratello Finn fa capolino dalla sua stanza. <<Calmati! Ti ho sentita. Non sono mica sordo!>>, risponde Finn col suo solito tono serafico.

Quando fa così, mi verrebbe voglia di prenderlo a pugni. Si comporta come se le uniche cose degne di nota e rispetto fossero i suoi amici e la sua musica e tutto il resto non contasse nulla.

Io non ci provo neanche più a chiedergli di abbassare la sua orribile musica rock. Di solito vado a fare i compiti dalla mia migliore amica Gabi e così ho smesso di farci caso.

Ma la mamma ha un valido motivo per strillare: sta preparandosi all'ennesimo concorso di specializzazione medica e tutto questo baccano la deconcentra.

In realtà non so neanche come faccia, dopo aver finito l'università 20 anni fa, a rimettersi sui libri. E lo fa per scelta!!! Sì, perchè mia madre è già un medico affermato nella nostra "ridente" cittadina di Northon Shores ma, per qualche motivo a me sconosciuto, questo sembra non bastarle.

Io sono quasi alla fine dell'ottava classe, mi mancano ancora tanti di quegli anni a sgobbare sui libri e già non vedo l'ora di salutare i miei prof e diventare una brillante fumettista che gestisce autonomamente il suo tempo, piuttosto che essere obbligata a passare quasi metà della mia giornata col sedere incollato ad una sedia ad ascoltare professori parlare di cose di cui non potrebbe interessarmi meno.

Ed, ad essere proprio onesta, non vedo proprio come la signorina Ford e le sue terribili lezioni di matematica potrebbero aiutarmi a realizzare il mio sogno.

La mamma dice che la matematica potrebbe servirmi un giorno e che dovrei pensare ad una professione più concreta, come la sua.

"I fumetti non mettono il pane in tavola, Betsie", mi ripete sempre quando è in vena di una bella predica sul tempo che secondo lei "getto via" (parole sue) a scarabocchiare sul mio quaderno da disegno, persa nel mio mondo fantastico di super eroi e superpoteri.

A dirla tutta, credo che la scuola sia un vero tormento e che le uniche ragioni per cui non sono ancora morta di noia siano solo due: le lezioni di disegno del professor Mallow e la mia migliore amica Gabi, compagna di sventura, nell'ottava classe come me.

Nel cambio tra un'ora e l'altra riusciamo sempre a strapparci l'un l'altra una confidenza o una risata e, così, la tortura quotidiana cui siamo sottoposte scorre via un pò più leggera.

Beh, quasi sempre almeno...Non è che la scuola stia andando molto bene quest'anno e proprio qualche settimana fa mi sono beccata una megapunizione per essere arrivata 5 minuti in ritardo a scuola, così la preside mi ha obbligata a restare a scuola fino a 3 ore dopo la fine delle lezioni per ben una settimana.

Mi sembrava che il tempo non passasse mai e, cosa più grave, non sono riuscita a parlare con la mia amica, che voleva ci vedessimo per parlare dei nostri progetti per l'estate.

Finalmente oggi la punizione è finita, così dopo aver pranzato con mia madre e mio fratello nel più breve tempo possibile, potrò andare da Gabi e sentire cosa ha da raccontarmi.

<<Elisabeth, vieni a darmi una mano ad apparecchiare per favore!>>, mi chiama mia madre.

Scendo al piano inferiore e mi viene immediatamente da domandarmi come diavolo dovrei apparecchiare, visto che il tavolo della cucina è completamente sommerso di libri ed appunti della mamma.

La guardo con fare dubbioso e sembra possa leggermi nel pensiero, perchè subito risponde <<E' quasi estate, possiamo mangiare in giardino, porta fuori piatti e posate. Al resto ci penso io>>.

Mi sbagliavo su tutto!Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora