Capitolo 3

606 37 18
                                    

Cesare arrivò in cucina prima di Nelson, che era rimasto in camera a sistemarsi un attimo perché, a causa sua, non si trovava nelle condizioni adatte per farsi vedere da Beatrice. Poi, dopo qualche minuto, anche lui li raggiunse e, insieme all'amico, iniziarono ad apparecchiare, aiutando Beatrice a portare il cibo già impiattato in tavola. Era da tanto tempo che la ragazza non si sbizzarriva in quel modo a cucinare e, grazie a Cesare che era passato a trovarli, le era tornata la voglia di sperimentare qualcosa di buono. Conoscendo i gusti del ragazzo, infatti, aveva preparato una varietà di secondi con vari contorni evitando il primo proprio perché Cesare ci teneva parecchio al mangiare salutare e alla linea. Una volta a tavola, poterono iniziare a degustare le varie pietanze apprezzandone l'impegno che ci aveva messo nel prepararle. Ma, ad ogni boccone che Cesare faceva, gli era molto difficile riuscire a mandarlo giù. Non perché era cattivo, anzi... era delizioso, ma si sentiva troppo in colpa nei suoi confronti per quello che era successo prima tra lui e Nelson. Sapeva che ormai loro due non andavano più d'accordo, tanto che non dormivano neanche più insieme e che, sicuramente, finita la quarantena, si sarebbero lasciati definitivamente. Eppure, ugualmente, si dispiaceva un po' dato che, comunque, lei era stata super gentile e disponibile nei suoi confronti. Poi, il colpo di grazia arrivò prima di quanto pensasse. Durante la cena, infatti, ricevette una telefonata che, appena vide il nome sullo schermo, lo fece sbiancare di colpo. Si alzò di scatto da tavola e, scusandosi con i suoi amici, disse loro che doveva rispondere perché era importante. Così facendo si allontanò per una decina di minuti buoni lasciando da soli Nelson e Beatrice che lo guardarono perplessi mentre si spostava in un'altra stanza. Rimasti soli, calò un silenzio imbarazzante tra loro, cosa che da un po' di tempo a questa parte era diventato parte integrante di quei pochi momenti che passavano insieme. Solo il rumore delle posate nel piatto smorzava leggermente l'atmosfera pesante, ma era così flebile che non durò a lungo. Così Beatrice prese l'iniziativa e, rivolgendosi a Nelson, gli pose una domanda a cui stava riflettendo già da qualche ora: "Nelson, da quando è arrivato Cesare ti sei illuminato. Forse non te ne sei accorto, ma hai un modo di guardarlo che mi ricorda molto quando lo facevi con me all'inizio. Tu per caso... sei attratto da lui? Puoi dirmelo tranquillamente, tanto ormai tra me e te è quasi del tutto finita no?".

Nelson, che stava bevendo, iniziò a tossire compulsivamente perché a quella domanda l'acqua gli era andata di traverso. "Cosa... coff, coff... stai dicendo?... Coff... io, attratto da... coff, coff... Cesare?" provò a dire cercando di non morire.

"Nelson ti prego, almeno non fingere con me! Guarda che non mi arrabbio" lo incitò, ma senza successo perché, proprio prima di poterle rispondere, ritornò in cucina Cesare che, però, aveva assunto un'espressione leggermente corrucciata rispetto a come stava prima.

"Tutto bene Cesare?" gli domandò preoccupato Nelson, ricevendo un'occhiata da parte di Beatrice come per dire che aveva ragione e che lo aveva capito prima ancora che lui lo comprendesse.

"Si tranquillo. Tutto ok" gli rispose ignorando lo sguardo dubbioso dell'amico che non lo abbandonò per la restante parte della cena. Di colpo si era ammutolito e, mangiando in silenzio, lo fece preoccupare ancora di più. Finita la cena, Nelson cercò di fare il più in fretta possibile a sparecchiare la tavola e a dare una mano a Beatrice nel lavare i piatti, in modo che gli rimanesse abbastanza tempo, prima di andare a dormire, per chiacchierare con Cesare e capire cosa lo tormentasse. Quella telefonata doveva essere stata abbastanza pesante per il modo in cui stava reagendo. Beatrice, capendo la situazione, si avvicinò a Nelson che stava asciugando i piatti e gli sussurrò di lasciare le stoviglie tanto ci avrebbe pensato lei, e di andare da Cesare che, seduto sul divano, scorreva con il telecomando i vari canali del televisore, senza però realmente guardare qualcosa. Nelson colse al volo l'opportunità offertagli e si recò immediatamente dall'amico che, come lo vide, gli fece un piccolo sorriso molto forzato.

Fuga in quarantenaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora