III

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Jungkook non l'avrebbe mai detto ad anima viva, ma era incuriosito dal ragazzo più piccolo.

Non aveva mai avuto compagni di stanza, poiché questi, dopo aver constatato che razza di persona lui fosse, preferivano stare lontani da lui, ma pensava che questa volta sarebbe stato diverso.

Appena entrato nella sua camera, che ormai solo sua non era, notò come la parte di Jimin fosse già completamente arredata e come il ragazzo fosse steso sul suo letto intento a leggere un libro.

Lo osservò scrupolosamente, per capire che tipo di persona fosse, ma a un certo punto Jimin tolse il libro da davanti il viso e lo osservò direttamente negli occhi.

"Cosa vuoi?" gli chiese.

"Niente, ti sto solamente osservando." Rispose Jungkook tranquillamente.

"E per quale motivo?" chiese Jimin assottigliando gli occhi.

"Sai Jiman le persone che sono venute qui e hanno cercato di convivere con me non hanno resistito neanche una settimana e mi stavo chiedendo se tu saresti in grado di resistere almeno un giorno." Rispose Jungkook con un sorrisetto.

"Senti, prima di tutto mi chiamo Jimin e secondo, non so che razza di persone erano quelle che hanno cercato di abitare con te, ma io non mi ci avvicino nemmeno lontanamente."

A quella risposta Jungkook si incupì e si avvicinò velocemente a Jimin.

"Senti tu moscerino, se riuscirai a vivere qui, ben per te, l'importante è che non mi disturbi."

Gli disse minaccioso.

"Oh ma, Kookie, pensavo che qui tra i due fossi io quello gay, o forse mi sbaglio?"

Gli chiese Jimin avvicinandosi bruscamente al volto di Jungkook, tanto che quest'ultimo si allontanò con un po' di rossore sulle guance che non sfuggì sicuramente all'occhio attento di Jimin.

Quest'ultimo sorrise intenerito.

Aveva già capito che il più grande cercava di fare il duro, ma in realtà era tutt'altro, gli serviva solo qualcuno che glielo facesse capire.

Jungkook si schiarì la gola e lo guardò male.

"Non so di cosa tu stia parlando e non chiamarmi Kookie!" gli disse.

"Certo... comunque veniamo alle cose importanti." Disse Jimin tornando serio.

Jungkook lo guardò incitandolo a parlare.

"Ho qualche problema..."

"Certamente."

"Ehi fammi finire! Be vedi ho qualche problema a dormire..." gli disse Jimin grattandosi la testa stranamente imbarazzato.

"Che tipo di problema?" gli chiese confuso Jungkook.

"Be lo scoprirai." Rispose Jimin alzandosi di scatto e andando in cucina a bere dell'acqua.

Jungkook decise di lasciar perdere, ma lo seguì lo stesso.

"Se veramente sei intenzionato a vivere qui, c'è solo una regola: NON TOCCARE IL MIO CIBO."

"Temo di aver già infranto la tua regola, purtroppo." Gli disse Jimin fingendosi dispiaciuto.

"Non scherzare, sono serio."

"Io non scherzo mai." Rispose serio Jimin.

"Comunque se ti da tanto fastidio ti ripagherò"continuò poi.

"Bene, ah e un'ultima cosa, sei del primo anno?"

"Perché dovrei risponderti?"

"Fallo e basta."

"Si."

"Bene, io sono del terzo, quindi impara a rispettarmi pivello."

E dicendo così Jungkook andò in bagno per lavarsi.

"Ma chi si crede di essere questo, sarà anche bellissimo, ma è proprio una testa di cazzo."

Disse Jimin tra sé e sé.

La giornata proseguì tranquillamente, Jungkook era uscito di nuovo e non era tornato se non all'orario di cena e Jimin era stato così gentile da condividere il cibo da asporto che si era ordinato senza, ovviamente, ricevere un grazie dal ragazzo più grande.

Quella notte poi, Jimin la passò in bianco, un po' in ansia perché il giorno successivo sarebbe stato il suo primo giorno, un po' perché non voleva fare i soliti incubi da cui era afflitto e rischiare di svegliare Jungkook.

Doveva ammettere che il maggiore era proprio bello mentre dormiva, sembrava un angioletto, quello che sicuramente da sveglio non era.

Così passò la notte a pensare e a guardare il ragazzo nel letto a pochi passi dal suo.

La mattina dopo sembrava senza alcun dubbio uno zombi e Jungkook non esitò al farglielo notare. Fortunatamente o sfortunatamente Jimin era troppo stanco per controbattere, così continuò a bere il suo caffè senza ascoltarlo, cosa che colpì molto Jungkook.

Jungkook non era stupido e aveva notato le grandi borse scure sotto gli occhi del più piccolo e anche se non voleva ammetterlo ne era un po' preoccupato.

Osservò come Jimin si mosse lentamente per tornare in camera e ne uscì poco tempo dopo già vestito. Pensò fosse molto carino con quella felpa tanto grande su di lui, tanto da fargli scomparire le mani, che solo ora notò essere piccole come quelle di un bambino e trovò questo particolare adorabile.

"Io vado, a dopo, anche se non ti importa cosa faccio." Sentì Jimin dire e in un certo senso si sentì in colpa per essere stato così scontroso nei suoi confronti.

Non capiva cosa gli stesse succedendo, non era solito avere questo tipo di pensieri, in quanto non apprezzava le persone, ma cercò di non pensarci e di continuare a fare colazione.

𝙏𝙝𝙚𝙧𝙚 𝙛𝙤𝙧 𝙮𝙤𝙪 ♡Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora