CAPITOLO 1 - LETTERE DA HOGWARTS

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 Era un calda mattinata di fine luglio, uno di quei giorni rarissimi in Inghilterra. Fuori il sole iniziava a splendere sull'erba verde del cortile, gli uccellini cantavano e nemmeno una nuvola occupava il cielo velato di rosa e violetto.

Nonostante la bellissima giornata che quell'alba perfetta prometteva, Percival Weasley era chiuso in camera sua a studiare.

Così era abituato: aveva il pallino dello studio e si impegnava sempre a fondo. Probabilmente, era anche grazie alla sua diligenza in ogni cosa che era stato nominato Prefetto due anni prima, all'inizio del suo Quinto Anno. Ora, lui avrebbe dovuto iniziare il suo settimo anno e non vedeva l'ora che arrivasse il periodo degli esami finali per ricevere finalmente i suoi M.A.G.O.

In particolare, in quel momento Percy, così lo chiamavano tutti, stava completando il suo lungo saggio di sedici pagine sulla pietra di luna seduto nella scrivania della camera alla Tana che divideva con suo fratello Ronald.

Percy rilesse tutto e ne fu soddisfatto come sempre.

Intinse un'ultima volta la penna nel calamaio e, con uno svolazzo, scrisse la sua firma nell'angolo destro della pergamena.

Percival Ignatius Weasley

Percy sorrise: aveva finito i compiti per quell'estate.

Non era la prima volta che finiva i compiti così in fretta. Lui lo faceva ogni estate e anche ad Hogwarts era velocissimo.

Ogni anno, a partire dal terzo, gli veniva fornita una Giratempo per poter seguire le lezioni, dato che aveva scelto di frequentare tutte le lezioni facoltative, non essendo riuscito a scegliere tra Divinazione, Babbanologia, Aritmanzia, Antiche Rune e Cura delle Creature Magiche. Sicuramente, la sua preferita era Antiche Rune, ma adorava anche le altre.

Mentre pensava alle lezioni che lo aspettavano quel settembre, da fuori arrivavano delle urla indistinte. Il ragazzo si alzò dalla scrivania e andò ad affacciarsi alla finestra aperta: giù, nel grande cortile, i suoi quattro fratelli erano intenti a giocare a Quidditch.

C'erano Fred e George, i gemelli monelli di quindici anni, e Ron, di tredici anni, che sfrecciavano ridendo a cavallo delle loro scope volanti, mentre una piccola Ginny di dodici anni li seguiva correndo a terra, gridando i loro nomi a gran voce, mentre con le mani si teneva la gonna sollevata per non inciampare nel tessuto.

I gemelli si lanciarono ripetute volte una palla Babbana per poi passarla a Ron, che la acchiappò al volo per un pelo. La loro sorella gridò qualcosa di incomprensibile ai tre, continuando a correre seguendo l'ombra che facevano le loro scope in volo, venendo però ignorata da tutti. Tutti i fratelli avevano i capelli rosso fuoco come il resto della famiglia e qualcuno aveva pure una spruzzata di lentiggini su tutto il viso. A dire il vero, loro avevano altri due fratelli, Bill e Charlie, ma loro non contavano, visto che il primo lavorava in Egitto alla Gringott ed il secondo faceva l'allevatore di draghi in Romania.

Ma quei pensieri a Percy non importavano: lui era troppo occupato coi suoi studi estivi e la cosa gli faceva grande piacere, dato che quell'anno che veniva lui avrebbe finalmente terminato i suoi studi e potuto iniziare la tanto brillante carriera che aveva sempre sognato.

'Non sarebbe male un lavoro al Ministero...' era quello che era solito pensare con i gomiti puntellati sul tavolo, la testa tra le mani e lo sguardo assente e sognante.

Sorrise ai fratelli che, distratti com'erano a giocare, non lo videro.

Percy chiuse la finestra e si sdraiò sul suo letto a pancia in su, incrociando le braccia dietro la testa: non ci credeva di stare per compiere diciassette anni! Il suo compleanno sarebbe stato il 22 agosto, mancavano poco più di 20 giorni. Guardò il soffitto, come incantato: aveva passato tutta la sua vita a progettare il momento in cui avrebbe raggiunto la maggiore età ma adesso, che mancava solo poco meno di un mese al suo compleanno, si stupì di quanto effettivamente il tempo fosse volato.

SPLIT IN TWO || Spaccato in dueDove le storie prendono vita. Scoprilo ora