Capitolo 1

10 0 0
                                    


Iniziare a scrivere questa storia non è stato facile per me, sono ormai tre mesi che non ci parliamo più e non ho mai provato tanto vuoto nella mia vita. Stare qui seduta a ricordare è davvero tanto per me. Che poi, vuoto per chi? Uno stronzo qualsiasi che si divertiva a tradire la propria ragazza? Si esattamente per una persona del genere; ma noi eravamo più di semplici amanti. Probabilmente è stato proprio questo che lo ha fatto allontanare: la paura. Come poteva innamorarsi lui? Quello con il cuore di pietra? Era un codardo, o almeno, lo è tutt'ora. Ma lui non era solo una persona orribile, era anche spezzato dentro da un dolore che non so se io proverò mai: l'abbandono da parte dei propri genitori. Forse si comportava così per questo motivo, non si voleva esporre, non voleva provare ulteriore dolore. Ma dentro a questo suo probabile ragionamento non aveva tenuto conto di una cosa: quello che provavo io.

Era iniziato tutto in un tiepido pomeriggio di Febbraio, io e la mia migliore amica dovevamo andare a prendere dei vestiti adatti al lavoro, così andammo al centro commerciale per trovare qualcosina e staccare la testa, almeno per un paio d'ore. Parcheggiai accanto alla macchina di Elena con giusto un quarto d'ora di ritardo, come mio solito.

"questa volta ti ho aspettato solo per qualche minuto, ho tenuto conto del tuo ritardo" mi disse lei abbracciandomi.

Io ed Elena non ci conoscevamo da chissà quanti anni, ma come dice sempre lei: se due persone hanno la stessa anima sono destinate ad essere legate per la vita, vicine o lontane che siano. Ci eravamo conosciute a lavoro, ero stata la sua "guida" per i primi giorni in negozio e nonostante fossimo colleghe, prima di tutto eravamo amiche.

Entrammo al centro commerciale ed iniziammo a prendere qualcosa qua e là, tutto rigorosamente nero, colore tetro, ma elegante a parer mio. Un sacco di persone dicevano che non era proprio il mio colore, per un visetto angelico come il mio, ci voleva più il giallo o il verde. Non che avessi voglia di ascoltare quello che pensava di me la gente, ma qualcosa di colorato, almeno per mia nonna di tanto in tanto lo indossavo.

"con Marti come va?" mi chiese poi Elena dopo l'ennesima sfilata che feci per i camerini. Non dissi nulla. Sorrisi debolmente e le dissi che ne avremmo parlato in un secondo momento. Non volevo dire ad alta voce per la prima volta che tra me e il mio ragazzo non andava più bene dopo anni.

Io e Martino ci siamo conosciuti alle scuole superiori tramite amici in comune. Non è mai stato il classico ragazzo pieno di sé che piace a tutte, era più uno tranquillo e introverso. Ci eravamo avvicinati quasi subito come amici: da lì a poco iniziammo a fare qualsiasi cosa insieme. La spesa, l'esame della patente (ovviamente sia scritto che pratico), i compiti e così via. Appena dopo la maturità successe che, una sera al mare con tutti i nostri amici, ci baciammo sugli scogli da ubriachi così per gioco. Per quanto mi riguarda dopo un anno a condividere qualsiasi cosa, non vidi più Martino come un fratello, iniziò a piacermi prima lievemente e poi, quando venni accettata nell'università della mia vita in Inghilterra, e la mia cotta ormai era fin troppo pesante, decisi che era l'ora di far qualcosa, per non pentirmene una volta partita. Ovviamente tutto ci sfuggì di mano, e quel bacio sugli scogli tre giorni prima di partire per l'estero, divenne una relazione a distanza, la cosa più potente che provai mai in vita mia. Con tutti quei chilometri di mezzo i miei sentimenti erano come amplificati e probabilmente anche quelli di Martino. Tornavo a casa da lui tutte le volte che potevo tra un esame e l'altro, e ovviamente durante l'estate; quelle che proprio non riesci a dimenticare, quelle estati piene di musica, piene di persone e piene di amore. Io e lui tornammo sempre su quei famosi scogli in Toscana, per ricordarci la nostra notte, il nostro primo momento; eravamo entrambi molto legati ai ricordi, molto. Dopo la mia laurea decisi di tornare in Italia, non fraintendetemi, Londra era il sogno di tuta la mia vita, ma dopo tre anni e mezzo, casa mi mancava. Mi mancavano i sapori veri, mi mancavano i legami stretti di noi italiani, mi mancavano i miei amici e ovviamente Martino. E ora dopo quasi due anni che sono tornata a casa capisco che è stata la scelta peggiore della mia vita: una volta a Milano tutti i miei amici decisero che ero stata via troppo e come ero cambiata io lo erano anche loro per cui, sparirono. Con Martino all'inizio era tutto splendido ma poi man mano l'abitudine si fece sentire e a 22 anni mi ero ritrovata ad avere una relazione da 40enni. L'unica cosa che andò bene fu il lavoro: a Londra avevo studiato musica e canto e riuscii a trovare un posto come insegnante in un negozio di strumenti vicino a casa che dava anche lezioni.

Dopo tutto questo riassunto che ritenevo necessario per andare avanti, io ed Elena, dopo quasi due ore di shopping, decidemmo di andare a prendere un caffè al bar del centro commerciale. Ci sedemmo ad uno dei tavoli e ordinammo qualcosa, e fu in quel preciso istante che lo vidi, per la prima volta, in modo svogliato il mio sguardo si posò su di lui e notai che mi stava palesemente fissando. In pochi secondi mi rimasero impressi i suoi lineamenti, morbidi e delle labbra carnose, occhi scuri, da lontano non riuscivo a capire che colore fossero e notai con piacere le braccia muscolose con qualche tatuaggio qua e là.

"Ele, quello del tavolo dietro di noi mi ha appena fatto l'occhiolino" lei rise e senza fasi notare fece finta di cercare qualcosa nella borsa, giusto per dare un'occhiata.

"non ci credo, lui lavora qui, non so perché sia seduto al tavolo"

"lo conosci?"

"diciamo che mi ha sempre fatto lui il caffè e fa così un pò con tutte, me compresa. Si chiama Giacomo, per gli amici Jack" disse strizzando l'occhio.

"lui è fidanzato da un bel po' di anni, ma a quanto pare non si fa tanti problemi con le altre" continuò lei.

"che schifo" sussurrai scuotendo la testa.

Nonostante la mia relazione stesse andando abbastanza male e non avevo il coraggio di parlarne con Martino, l'idea di tradire qualcuno di cosi importante mi faceva venire la nausea.

"su questo concordo, ma guarda quanto è figo" Elena scoppiò a ridere in modo fin troppo rumoroso e il famoso Jack, riconoscendola, decise di avvicinarsi al nostro tavolo.

"ciao" disse lui continuando a fissarmi.

Cercai di evitare il suo sguardo che mi metteva palesemente a disagio.

"ehi come mai non ti trovo dietro al bancone?" disse Ele scherzando, per rompere il ghiaccio. La ignorò palesemente rivolgendosi direttamente a me. Si piegò leggermente, giuso per arrivare alla mia altezza e quando notò che stavo arrossendo sorrise.

"piacere Giacomo" disse allungandomi la mano. Si stringeva la mano per provarci con una ragazza ora? Ero fuori dai giochi da un po' di anni, ma mi pareva abbastanza strana la cosa; o magari mi stavo facendo un sacco di film e voleva solo essere cortese.

"ehm Angelica" guardai sempre verso il basso, le sue scarpe erano diventate particolarmente interessanti in quel momento per me. Quando mi prese la mano feci uno scatto per guardarlo male ma incontrai le iridi scure dei suoi occhi e per mezzo secondo tutto attorno a me si fermò. Ma cosa stavo facendo? Mi piacevano le attenzioni di un completo sconosciuto? Ma cosa stavo facendo per la miseria! Tornai sul pianeta Terra quando lui parlò, di nuovo.

"comunque ho trovato un posto migliore di questo, oggi era il mio ultimo giorno" la mia amica non fece in tempo a rispondere che si rimise gli occhiali da sole, le mani nelle tasche del giaccone e se ne andò via, sorridendo.

Elena subito iniziò a guardarmi e sorrise

"ti piace eh?" rise

"ma cosa stai dicendo è un montato del cazzo"

"uhm ho avvertito qualcosa, qui non andrà a finire solo così, i miei sensi mi dicono che c'è dell'altro" scossi la testa sorridendo. Come potevo continuare a star dietro ad una matta?

"guarda, non fossi così strana non ti vorrei così tanto bene, ma cambia posto di lavoro quindi non lo rivedrò più"

Non so se dissi quella frase più per autoconvincermi che non lo avrei più visto o per dare un contentino ad Elena che continuava a stressarmi su questa storia che ci saremmo incontrati di nuovo.

"ricordati che ho sempre ragione io" continuammo a ridere insieme e di questo le sono tutt'ora grata.

Passammo il resto del pomeriggio insieme a casa mia, ad ascoltare la musica e a strimpellare al pianoforte. Anche Elena come me aveva questa forte passione per la musica e soprattutto mio braccio destro per quanto riguarda le lezione e il negozio di musica.

Quel giorno quando mi misi a letto sola, il mio primo pensiero non andò a Martino come era mio solito fare, ma a quello strano incontro con quel ragazzo, quel Giacomo. Non sapevo ancora che cosa sarebbe successo tra di noi, ma una cosa era cera, la mia migliore amica aveva ragione: ci saremmo incontrati di nuovo. 

You've reached the end of published parts.

⏰ Last updated: Apr 22, 2020 ⏰

Add this story to your Library to get notified about new parts!

TREWhere stories live. Discover now