Il mio diario

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All'età di otto anni avevo un diario tutto nero, dove raccontavo quello che mi accadeva durante la giornata. Scrivevo tutto, quello con cui giocavo, cosa studiavo a scuola, cosa mangiavo a pranzo e quante ore giocavo a calcio con i miei amici. Ma tra tutti, lui era il migliore che possedessi, quando succedeva qualcosa di brutto nella mia vita potevo raccontarglielo senza problemi, anche le cose private, tanto nessuno oltre me poteva leggerlo... Almeno così credevo... Quando avevo dieci anni, io e la mia famiglia, ci trasferimmo a qualche città di distanza da dove abitavamo e nel trasloco perdemmo il mio amato diario. Piansi per settimane, avevo perso il mio migliore amico... Sono passati tredici anni, ora ne ho ventitre, e vivo sempre in quella casa. Un giorno mia madre mi chiese di andare in cantina a prendere del legno per alimentare il camino. Appena entrato sentii un sibilio e, preso dalla curiosità, cercai di capire da dove arrivasse. Cercai tra gli scatoloni e trovai la fonte di quel suono, il diario che avevo perso 13 anni prima. Ma non era come un tempo... Aveva delle macchie rosse sulla copertina. Mi accorsi che quello che stava imbrattando il mio diario era sangue, stranamente fresco. Lo aprì e notai una cosa che mi fece rabbrividire. Dietro ogni pagina dove raccontavo la mia giornata, c'erano delle scritte, che sembravano essere fatte con lo stesso sangue che si trovava sulla copertina. Leggendole mi accorsi che erano risposte alle cose che raccontavo al diario, e alla fine di ogni risposta c'era una firma, "Jezebel". L'ultima pagina mi lasciò pietrificato, talmente tanto da non riuscire neanche più a sbattere le palpebre. Non era una risposta a nessuna delle cose che avevo scritto. Il testo recitava:

"Caro mio amichetto... Da quanto è che non mi scrivi? Mi sento così solo... Sono talmente disperato e nostalgico che mi sono messo a rispondere a tutte le cose che mi avevi scritto nella speranza che tu te ne accorgessi... Mi manchi tanto. Ti prometto che se un giorno prenderai di nuovo in mano questo diario e leggerai questo messaggio, la notte dello stesso giorno in cui la leggerai verrò a farti visita, e ti porterò qui, a casa mia, al calduccio.

Con amore, Jezebel"

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