ma la senti mai? tutta questa sfiga

218 10 0
                                    

il motore romba mentre sfreccio sull'asfalto Bolognese. -ti ha detto cosa è successo?- chiedo guardano cesare. -solo che ha fatto un incidente-  parcheggio più velocemente possibile nello spiazzo apposito davanti all'edificio bianco. poi corriamo dentro. cesare si avvicina la banco. -Francesco Toneatti?-  -stanza 306- risponde prontamente l'infermiera. corriamo su per le scale del terzo piano.   penso che è colpa mia. se invece di respingerlo gli avessi raccontato tutto saremmo restati amici e probabilmente in quel momento sarei stato con lui. lo dico a cesare che mi risponde - smettila stupido, non è colpa tua!- con una punta di fiatone. si capisce che nell'ultimo mese non si è allenato come al solito. arriviamo alla stanza, facciamo un respiro ed apriamo la porta. nella stanza ci sono i genitori di Francesco, con sua mamma che tiene una mano di lui, piangendo silenziosamente. il nostro amico è incosciente, con qualche livido sul corpo, ma niente gessi o bende. l'unico problema è la coma. Tanto poi imparare a galleggiare non salva mai nessuno.  -c..cesare! e...oddio! Nelson! sei tu?...lui...lui stava venendo a casa t..tua...per chiarire...so che avete litigato- dice sua mamma tra un singhiozzo e l'altro. stava venendo a casa mia. lui stava venendo da me. le mie gambe non reggono, mi accascio a terra. cesare mi tende una mano e io l'afferro. cerco di restare in piedi appoggiandomi al muro. si, è veramente tutta colpa mia. -ma..ma cosa è successo..?- chiedo, nonostante la paura della risposta. -è stat...stato investito da una macchina- mi dice portandosi le mani al viso. mi gira la testa. -e..era u..un..una mac..china...ne...nera?- chiedo balbettando con voce debole. -ehm, si, tu come fai a saperlo?- chiede a suo padre. io perdo i sensi, l'ultima immagine che vedo è la faccia di cesare con occhi spalancati. 

quando apro gli occhi invece la prima cosa che vedo  è una luce accecante sopra di me. sono in un letto d'ospedale con un infermiera che mi misura la pressione. quando si accorge che sono sveglio si affretta a portarmi un bicchiere d'acqua. mi chiedo cosa ci faccio lì, poi mi ricordo. -francesco...cesare...noah!...la macchina nera...io devo andare da loro!- farfuglio rendendomi conto di essere ridicolo. ma non me ne importa niente.- l'infermiera ,mi guarda con compassione, il che mi fa infuriare. non sono un bambino di 5 anni! anche se ultimamente mi sono comportato come tale... -il tuo amico si è svegliato dalla coma, è tutto a posto...tu hai avuto un calo di zuccheri...ma è una cosa da niente, ti possiamo dimettere subito... ci sono due persone che vorrebbero vederti...- va ad aprire la porta e fa entrare cesare e noah. Noah! -quando capisce cosa sto pensando cesare mi spiega. -l'ho avvertita io di quello che...che è successo...- faccio un sospiro di sollievo. -tonno?- chiedo. -si è svegliato, ma deve stare a letto...appena te la sentirai potrai andare da lui.- si fa avanti noah. -sono passata dalla caffetteria a prenderti una brioche e un caffè...in fondo hai bisogno di zuccheri...e non hai pranzato- mi fa un sorriso bellissimo.Ho voglia di mischiare la mia estate con la tua.Ho voglia di rischiare la mia estate con la tua. 


abbiamo a che fare con un serial killer? haha comunque piccolo easter-egg, 306 è il numero della stanza della mia prima gita scolastica ;)

anche Superman ha le sue debolezze -Nelson Venceslai-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora