"Grew up with a lot of dreams
Plans who to be
None of them know were mine"

Tutto cominciò la sera del Ballo del Ceppo, quando Hermione Granger accettò l'invito di Viktor Krum ad essere la sua dama per quella sera.

La ragazza aveva acconsentito non perché tenesse particolarmente a lui, o al Ballo, o in generale a uscire dalla sua stanza per fingere di divertirsi con le persone, ma semplicemente per ripicca nei confronti di colui che l'aveva dimenticata, abbandonata, trascurata. Hermione era livida di rabbia nei confronti di Ronald Weasley, e lui non s'è n'era nemmeno reso conto. Nemmeno un po'.

Certo, lei non aveva chissà quali pretese nei confronti del rosso, ma aveva sperato perlomeno che si rendesse conto dei suoi sentimenti, dell'affetto che provava per lei. Ovvio, glielo aveva dimostrato, sì, ma non abbastanza... Sarebbe bastato un semplice: "Hermione, vuoi venire al ballo con me?", magari non dettato dalla disperazione di non trovare più una partner disponibile.
Sarebbe bastato solo questo.

Così, con tutte le speranze infrante, Hermione Granger si era diretta al Ballo, consapevole che sarebbe stata la più invidiata della serata, ma sicura che nessuno avrebbe voluto sentirsi come lei in quel momento: imbarazzata, atterrita, seccata e sì, anche un po' gelosa - Ron aveva pensato di invitare Padma Patil, di cui a malapena conosceva il nome, e non lei, la sua migliore amica? Davvero? -.

Per non parlare poi di come la serata era andata peggiorando a causa di Ron stesso, che l'aveva accusata di star fraternizzando con il nemico, di essere solo un pretesto per permettere a Krum di avvicinarsi a Harry, di essere stata usata da lui solo per cercare di vincere uno stupido Torneo. Già, era proprio Krum il cattivo.

Krum, che era stato gentile tutta la sera con lei. Krum, che l'aveva fatta sentire finalmente una ragazza, e non una semplice spalla o qualcuno da cui copiare i compiti. Krum, che faticava a pronunciare il suo nome e a parlare la sua lingua, ma sembrava capire al volo i suoi pensieri. Krum, che prima di baciarla dolcemente, le aveva chiesto il permesso, e che dopo averlo fatto, l'ha abbracciata dicendole: "Quello giusto non sono io".

In quel momento Hermione si sentì di non meritare l'affetto di una persona così dolce e genuina. E quindi corse via dalla sala, verso il cortile, dove una fitta nevicata aveva cominciato a ricoprire alberi e prati. A dire il vero, aveva cominciato a ricoprire anche lei, avvolta nel suo abito color pervinca, senza un mantello che potesse proteggerla. Ma non le importava, sentiva di meritarsi quel freddo pungente sulle braccia, sul volto, sulle gambe: era stata stupida, stupida a concedere suo cuore alla persona sbagliata, quando dentro il castello, ad aspettarla, c'era qualcuno che avrebbe potuto apprezzarla a dovere. Le lacrime che aveva trattenuto fino a quel momento cominciarono a scorrere sulle sue guance, indifferenti da chi avrebbe potuto scorgerle e prendersene gioco.

L'unica persona che avrebbe davvero potuto deriderla in quel momento, approfittandosene del suo momento di debolezza, era lì, insieme a lei, nascosta nell'ombra. Eppure non lo fece, anzi, rimase a chiedersi cosa fosse successo di così grave da far piangere la persona più forte che conoscesse - un'odiosa, arrogante, spocchiosa, so-tutto-io Mezzosangue, certo, a cui non si poteva però negare tutto quel dannato coraggio e quella fastidiosa determinazione proprie dei Grifondoro -.

Così, quella sera, Draco Malfoy fece una cosa inaspettata: andò verso Hermione, le asciugò il viso con un fazzoletto, poi le coprì le spalle con il suo mantello e rientrò nel castello, diretto verso il dormitorio dei Serpeverde. Hermione rimase talmente sconvolta dal gesto che si rese conto di chi avesse avuto davanti solo dopo che il diretto interessato s'è n'era andato, mentre Draco non riusciva a capire per quale motivo avesse deciso di essere improvvisamente gentile nei confronti di qualcuno così inferiore a lui.

* Angolo autrice *
Okay, non so perché ho cominciato questa storia, ma mi frullava per la mente una scena che includeva il Ballo del Ceppo e così ho deciso di metterla per iscritto. Non so cosa verrà fuori e non so dove porterà tutto ciò, ma in questa quarantena ho sentito il bisogno di tornare a scrivere - e magari di concludere qualcosa -. Spero che questo prologo possa suscitare il vostro interesse, attendo con ansia i vostri commenti!
Un bacio,
Stay safe,

Rams 🌺

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