Signora Mia

39 9 8
                                    

Immagini terrificanti di normali vite banali. Giochi intricati di babbei impazziti. Allegria malsana di un uomo medio. Infanti raccapriccianti di madri malate.

Queste e altre infinite frasi insensate sbattevano con violenza da una parte all'altra della mente di Jake, con tanta forza tale che poteva sentire il tuo cranio creparsi e perder sangue. Ad ogni frase si affrettava a tamponare con i palmi le ferite, soffrendo e respirando a fatica sentiva la vita abbandonarlo e lui ogni volta si sviliva, non lottava, non resisteva. Rimaneva inerme in attesa della Morte. Si arrendeva ad essa.

E ogni volta falliva. Era solo uno sciocco che si scompigliava i capelli per tenere insieme i cocci di un teschio integro. Era vivo.

Jake si alzò e afferrò la sua testa ancora dolorante, cingendola con le dita.

Vide una luce entrare da una finestra lontana.
Una bellissima donna scostò le tende dalla finestra, e ancora più luce inondò l'ambiente, accecando totalmente Jake.
La luce si infilzò nei suoi occhi come un ago, le frasi si fecero più rabbiose per il dolore.

Violenze cognitive naufraghe di un mare d'odio. Ossa rotte di giganti caduti. Clessidra riempita con granelli di sabbia scarlatti di sangue inutilmente versato. Tramonto mattutino di un mondo in zona crepuscolare.

All'improvviso tutto divenne quieto e caloroso.

Jake riaprì gli occhi. Il suo visto era avvolto dalle mani della donna. Lei parlava, ma Jake non capiva. Il suono era dolce, ma non erano parole. Jake si sentì leggero, i piedi si mossero da soli, camminava al fianco suo, fino alla finestra.

Fuori vide la sua vita. Non era bella, non era memorabile. Ad ogni angolo del mondo fuori dalla finestra c'era una infinita schiera di teatrini di maschere e marionette.

Si sentì così distante e superiore, per la prima volta in vita sua era isolato dal fu se stesso.

"Sono morto, Signora Mia?" chiese lui, ammirando il paesaggio del passato.
"Si Jake, e ora puoi incominciare a vivere" rispose la donna, pronunciando parole ora comprensibili.
"Perché tutti temono di morire? È cosi bello alleggerirsi dalla vita." continuò lui, senza distogliere lo sguardo.
"Loro lo temono perché amano l'illusione della vita. Sembra che non ci sia nulla di importante oltre alla vita stessa. Che visione limitata. Se solo mi raggiungessero capirebbero quanto la vita è più bella da ammirare che da vivere."
"Allora qual'è il senso della vita?"
"Scegliere di rompere l'illusione. Si vive per scelta altrui, si muore per legge naturale. Non governi la tua vita o la tua morte, è solo il corso dell'esistenza. Tu hai fatto l'unico atto di libertà che si può possedere. Sei con me ora. I tuoi difetti, i tuoi limiti, la tua ragione, i tuoi sogni inutili sono rimasti là nella tua prigione perfetta. Ora puoi incominciare a vivere."

Jake continuava a guardare all'esterno, ammirando tutti i teatrini che ritraevano le scene della sua vita. Si perse nei ricordi. E sentì calore, ma diverso da quello della Signora Sua. Quel calore che gli era sempre mancato mentre viveva le scene ritratte da quelle marionette senza illusione.

"Un po'mi manca. "

Rinvigorito si girò, ma era di nuovo solo. Quell'ambiente così vuoto e tetro che prima gli riempiva la testa di frasi tremende, ora gli appariva così familiare e accogliente.

"Signora Mia? Dove sei?"

Jake cadde a terra, il teschio sbatté dall'interno. La sua voce

Il dado della sorte ha infinite facce ma quando finisce di rotolare solo una emerge alla sommità. Quella faccia era la tua. Tu sei il mio araldo. Spezza l'illusione al mondo. Siete solo scheletri coscienti della vostra esistenza. Devi portarmi tutti. Ora e per sempre sei mio.

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: Apr 27, 2020 ⏰

Aggiungi questa storia alla tua Biblioteca per ricevere una notifica quando verrà pubblicata la prossima parte!

Jake's IllusionDove le storie prendono vita. Scoprilo ora