Capitolo 7

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Sono sulla spiaggia. I piedi affondano nella sabbia fine e fredda, a causa delle basse temperature che ci sono la mattina presto.
Sento il venticello fresco che mi scompiglia i capelli, il suono delle onde..
Pura pace interiore.
Sento il bisogno di immergermi in quest'acqua tanto limpida quanto accogliente. Sentire tutte le mie ansie e le mie paure andare via nel momento in cui la mia pelle viene in contatto con la purezza dell'oceano.
E così faccio.

Sono le 5.00 del mattino, ma cosa importa. Devo stare bene, devo essere me stessa.
Faccio cadere il vestito che avevo messo quando sono uscita di casa sulla sabbia.

La mia famiglia non sa niente di questa fuga mattutina, non ho riferito nulla né a mio fratello né a mio padre. D'altronde come darmi torto. Non mi avrebbero mai fatta uscire da sola, così presto.
Anche se vogliono farmi credere di essere indipendente e adulta, so bene che sono iperprotettivi nei miei confronti. E non so se questo sia un bene, o un male.

Faccio cancellare questi miei pensieri solo con un passo, poi mi immergo totalmente sott'acqua.

Chiudo gli occhi.
Intorno a me, il silenzio.
Calma, pace, tranquillità.

Sono queste le sensazioni che provo. Mi sento a casa, mi sento bene, felice, serena.

Mi sento libera.

💙💙💙

Cammino piano cercando di non far rumore.
I sandali che ho al piede però non collaborano.
Sto salendo le scale per arrivare in camera mia e farmi un rilassante bagno caldo, quando sento una voce, e mi blocco di colpo:

" Chrystal. Dove eri?"

" Papà, tranquillo. Non ti preoccupare, ero in spiaggia."

" Da sola Chry? E per di più, sai a quest'ora che genere di persone ci sono in giro?" - mi chiede con una faccia a dir poco sconcertata.

Ormai ho imparato a memoria cosa rispondere in questi casi.

" Si papà, ci sono le persone con evidenti disturbi mentali e fisiologici che vogliono fare del male alle povere ragazze indifese proprio come lo sono io" - dico annoiata, ormai è una vera e propria cantilena.

"Chrystal non parlarmi come se fosse una scocciatura"

Beh papà, lo è.

" Mi dispiace papà, ma ultimamente ti stai comportando in modo strano"

"Scusami davvero, solo che ho appena scoperto che mia figlia va in spiaggia da sola alle 5 del mattino, senza una motivazione logica. Chiedo perdono, anche se sto proteggendo la sua incolumità!" - e qui ti volevo, caro padre.

"No, papà, è qui che ti sbagli" - rispondo - "il tuo problema non è che esco da sola, o che esco in orari strani. Perché infondo lo sapete anche tu e mio fratello che sono una donna indipendente capace di gestirsi da sola. Il tuo problema" - faccio una breve pausa - "è che vado in spiaggia."

Vedo mio padre cambiare espressione, quasi sorpreso, ma allo stesso tempo capisco che ho centrato il bersaglio.

"M-ma cosa stai blaterando Chrystal, suvvia. Per me puoi andare dove ti pare. È solo che mi fai preoccupare. Sei proprio come tua madre, una ragazza testarda e perspicace. Un giorno capirai, ma quel giorno non è oggi, e non sarà neanche domani. Devi solo avere pazienza. "

Sono confusa.
Capire cosa? Perché ha detto che sono perspicace? Per cosa esattamente devo avere pazienza?

Domande a cui, a quanto pare, non potrò avere risposta - almeno per il momento - perché il mio adorabile fratello sta scendendo le scale, con i capelli scompigliati e uno sguardo che se potesse parlare direbbe "Appena scendo queste scale vi massacro a entrambi".

"Ma che avete da urlare a quest'ora, esigo delle spiegazioni." - dice, infatti, con una gentilezza epocale

"Le idee malsane di tua sorella"

"Mia sorella? Mia sorella è una - -"

"Okay, caffè amaro o zuccherato ragazzi?" - interrompo mio fratello, sapendo già cosa vorrà dire.

"Indovina, non deludere le mie aspettative"

Mentre cerco di capire quale versione del caffè preparare per mio fratello, un urlo proveniente dal piano di sopra ci fa sussultare. Piu che un urlo, direi un richiamo.

"RUBEEENN! DOVE DIAMINE HAI MESSO IL MIO TELEFONO?!"

Oh tutto normale, è mia sorella, Fatima. Sveglia alle 6 del mattino, ma come ho già detto, questa famiglia di normale non ha proprio nulla.
E se le mie previsioni non si sbagliano, tra un pò avrete la dimostrazione dell'instabilità mentale della famiglia Collins.

Appunto.
Fatima scende le scale così velocemente che potrebbe vincere una gara di velocità contro Flash.
Ruben inizia a correre per il salotto con una scopa in mano, stile Harry Potter.

"RUBEN GIURO CHE SE NON MI RIDAI IL TELEFONO TI FARÒ RIMPIANGERE DI ESSERE NATO"

Oh no.
Me lo sento. Stanno per ricominciare.

"QUESTO È PER SPARTAA" - urla mio fratello mentre lancia il telefono di Fatima a mio padre.

Papà, ti prego, anche tu no.
Quel povero telefono potrebbe rompersi.
E se dovesse rompersi, io non lo ricompro.

Okay mi sto trattenendo troppo, devo partecipare a questo piccolo degrado.

Piccolo, si.

"NON AVRETE MAI GLI ATENIESI!" urlo prendendo una pentola e mettendola sopra la mia testa.

Fatima subito mi copia e prende posto vicino a me dietro al divano.

Beh inutile dirvi che in questa misera lotta "Sparta contro Atene" cioè in parole povere "Maschi contro Femmine", abbiamo vinto noi. Fatima ha ricevuto il suo telefono e Ruben si è pentito di aver sfidato le donne.

Sono più che sicura che volete sapere come abbiamo vinto.

No, Chrystal, non se lo stava chiedendo proprio nessuno.

Beh troppo tardi.

Fatima mi ha lasciato da sola dietro il divano, mentre con una padella cerco di schivare gli oggetti che mio padre e Ruben stanno lanciando su di me.
Con tanto di frasi celebri quali "Questa è SPARTA!!" e così via.

Ma, quando oramai avevo perso le speranze, vedo arrivare Fatima con la Playstation di Ruben tra le mani.
Quello è il nostro tesoro.

"LA MIA BAMBINA" - urla mio fratello, poi aggiunge rivolgendosi a mio padre- "cala le armi soldato, il nemico ci ha fregato" ammette Ruben commosso.

🌊🌊🌊

E pensare, ragazzi, che sono solo le 7 del mattino.
Cosa potrebbe succedere ancora?

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