Capitolo 1

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Non saprei se mettermi questo vestito nero con le margherite sparse che però mi arriva appena alle ginocchia o quest'altro rosso,il mio colore,con le maniche lunghe - guardai il soffitto pensierosa - mmmh..aiutami!Sai che i vestiti non sono il mio forte.

Si si calma - seguì una risatina - meglio quello nero.

Okay, allora è deciso,metto quello ne...-contenta dalla decisione fui interrotta.

Anche se a pensarci è troppo corto.. - disse dopo averci riflettuto su.

Dai papà hai già deciso - dissi facendo una risata innocente.

Ti aspetto fuori,vado in salotto - disse stufato alzando la parte destra del labbro come se stesse sorridendo.
Sì!Adesso arrivo-gli risposi urlando.
Se mio padre si fosse sbrigato al posto di preoccuparsi della lunghezza del mio vestito,forse,ma dico forse, avrei fatto in tempo ad arrivare alla festa ,invece adesso mi trovo in macchina,Chevrolet Aveo nera,appoggiata al finestrino a fissare le macchine per strada mentre aspetto mio padre che si è precipitato a casa correndo nella direzione del bagno.

Sono le 19:46 e la mia prima festa liceale ormai è cominciata.

Eccomi,eccomi! - esclamò.

Dai,sbrigati!Sto facendo tardi! - ormai mi stavo mangiando le unghie alle quali avevo appena messo dello smalto celeste che non c'era più.

Ehmm..potrei farti una domanda? - disse mio padre con la tonalità strana.

Certo papà! - risposi senza fare caos a ciò che mi aveva chiesto.

Perché tutte queste preparazioni?Ma insomma...è una semplice festa. -guardando ad un lato mi pose questa domanda.

È la mia prima festa liceale papà - era ovvio che mi prepararsi pensai.

Non è che hai un ragazzo? - domandò serio,con gli occhi spalancati in avanti.

Mmh..no.-dissi confusa.

Il resto del percorso fu silenzioso.Mi sentivo su un campo da battaglia dopo la guerra.Ma cosa erano quelle domande?Stavo ad un interrogatorio per caso?Peggio di un interrogazione.;

Finalmente fra i vetri appannati visi la discoteca in cui era organizzata la festa.Stavo facendo più tardi che mai,erano le 20:17 ed io sarei dovuta scendere da questa macchina mezz'ora fa.Aprii la porta frettolosamente e andai verso la porta della discoteca girandomi all'ultimo per salutare mio padre con la mano destra.

Camminavo,più che camminare correvo,ma con tacchi alti 10 centimetri era un po' complicato perciò stavo provando,ci stavo veramente provando a fare attenzione ai passi facevo su questa strada rocciosa.Da fuori si sentivano le urla,come quelle ad un concerto dei "Scorpions" ,già da qui stavo diventando sorda,ma chi se ne frega.

Ehi!Finalmente ti sei fatta viva...! - sentii una voce urlare alle mie spalle.

Il mio futuro è il mio passatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora