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Le ultime 48 ore si erano volatilizzate; gli erano sfuggite dalle mani tanto velocemente da lasciarli attoniti, come coriandoli portati via dal vento durante una gelida giornata d'inverno.
Nel giorno del suo diciannovesimo compleanno, la giornata di Chanyeol iniziò nel migliore dei modi: una pioggia di baci sul viso da parte di Baekhyun, che gli rinnovò i suoi auguri, ancora assonnato e poco ricettivo, che si trasformò in un'ora di coccole e lingue che si cercavano timidamente nella stretta di un abbraccio; il tutto fu seguito da una rilassante vasca, nella quale Chanyeol ebbe il primo assaggio dell'intensa dose di sesso che avrebbe ricevuto durante il resto del giorno, perché un buon compleanno non poteva che essere celebrato anche in quel modo.

Non appena entrambi ebbero il coraggio di mollare la presa l'uno dal corpo dell'altro, Baekhyun invitò il maggiore a prepararsi per uscire. Avevano trascorso tutta la mattinata in giro per Londra, dappertutto e da nessuna parte. Baekhyun non voleva portarlo nei classici posti da compleanno. L'aveva portato tra le strade a vedere persone che suonavano e ballavano, nei negozi di musica, e gli aveva comprato tanti vinili quanti quelli che aveva lasciato a Seoul. Una marea. Avevano poi pranzato in un ristorante carinissimo. Baekhyun aveva pagato tutto, e Chanyeol voleva ucciderlo per quello, ma allo stesso tempo non voleva offenderlo. Gli aveva detto che era stato il miglior compleanno della sua vita, e sul viso di Baekhyun era nato il sorriso più genuino e luminoso di sempre.

Quella mattina, invece, Chanyeol lo aveva guidato nei dintorni della sua Accademia, come il bassino gli aveva chiesto, e nello studio in cui si ritrovava abitualmente a comporre la sua musica; gli aveva mostrato tutti i testi che gli aveva dedicato e l'aveva fatto piangere sregolatamente non appena glieli aveva suonati, prima alla chitarra e poi al pianoforte.

Poi, appena tornati a casa, dopo cena e dopo qualche sigaretta consumata tra i vicoli, si erano accasciati nel loro letto. Loro. Perché ciò che era di Chanyeol era suo, e ciò che era suo era di Chanyeol.
Al contrario delle ore passate, la notte sembrava starsi protraendo all'infinito. L'avevano trascorsa tra baci, gemiti, spinte, suppliche e risate complici; il maggiore gli aveva detto che forse, in quelle ultime ore, avrebbero dovuto fare qualcosa di più produttivo, come visitare qualche altro monumento, o parco, o memoriale di quella magica città, ma Baekhyun non ne aveva voluto sapere.
Preferiva di gran lunga stare in casa, al caldo e al sicuro tra le sue braccia, prima di dover andare via. Non voleva privarsi neanche di un secondo per stargli vicino il tanto da soffocare, per guardarlo mentre ansimava per lui, o mentre sorrideva e gli accarezzava i capelli dopo aver finito di fare l'amore una volta ancora. Erano esausti, ma francamente nessuno dei due voleva dormire o smettere di toccarsi. Che spreco sarebbe stato, staccarsi le mani di dosso per preferire qualche ora di sonno o una passeggiata.

"Sei così sexy con questo nuovo taglio di capelli... il biondo ti dona." Mormorò ad un certo punto Baekhyun, gli occhi che indugiavano senza vergogna sugli avvallamenti del corpo del più grande, ritraendo ogni minimo dettaglio nella sua testa per non dimenticare neanche un particolare della sua pelle tatuata, dei muscoli che guizzavano ad ogni movimento, o delle mani, grandi e ruvide, che scorrevano sul suo addome pallido proprio mentre faceva quell'osservazione.

"Ah sì?" Ammiccò Chanyeol, tracciando segni indefiniti col pollice sul suo fianco.

"Sì, Yeol. E questi bicipiti, Dio santo... mi fai eccitare un sacco." Disse, a ruota libera, mordendosi le labbra mentre faceva viaggiare le dita sulle sue braccia, stringendole con delicatezza, per poi lasciarci un bacio.

"Baekhyun, ma sei impazzito?" Ridacchiò Chanyeol, spettinandogli i capelli.

"Sì, sono pazzo di te. Completamente."

Exotic 2 || ChanbaekDove le storie prendono vita. Scoprilo ora