Capitolo 1

965 24 0
                                    

Mi dirigo verso il carcere di New York. Non è la prima volta che ci vado, ma neanche l'ultima. Sto aiutando mia madre a pagare la cauzione di mio padre che ammonta a circa 2 milioni di euro.
Parcheggio la mia Audi r8 nel grande parcheggio della prigione e avanzo verso l'entrata.
Un uomo si avvicina a me e con un macchinario, mi controlla.
Sbuffo alzando le braccia e lui continua a toccarmi.
«Cella 4.6» annuisco e mi dirigo verso la stanza-riunioni dove c'è mio padre.

La cella viene aperta da una guardia e io avanzo verso la sedia che si trova davanti a un muro trasparente , con una cornetta sopra un tavolino, anch'esso trasparente.
Mi siedo e guardo mio padre.
La barba leggermente più lunga, i capelli sempre laccati e lo sguardo sempre più cupo.
Alzo la cornetta e lui fa lo stesso.
«Ciao papà » lo saluto, impassibile.
«Ciao Nathan, come stai?» chiede sorridendo leggermente.
«Ci sono stati giorni migliori. Tu come stai? Ti trattano bene?» chiedo guardando le guardie.
Si girano per due secondi e ne approfitto per inserire un biglietto con su scritto un numero di telefono, in una fessura misera del muro trasparente.
Il numero appartiene a un avvocato che ho fatto corrompere da un mio uomo di nome Jason Clark, con una cifra confortevole di denaro.
Mio padre è in gamba, quindi troverà un telefono.
Lui lo afferra velocemente e mi guarda spalancando gli occhi.
« Si, mi trattano molto bene» dice con fare ironico.
Sorrido leggermente e vedo mio padre fare una faccia sorpresa.
«Wow, Nathan, la prima volta che ti vedo sorridere» dice ridendo.
Lo guardo male e accenno nuovamente un sorriso.
Non sono un ragazzo molto estroverso. Non sorrido quasi mai e, quando lo faccio, la mia famiglia farebbe una festa.
«Come sta la mamma?» chiede, abbassando lo sguardo.
Per mia madre non è molto facile affrontare tutto ciò.
In 14 anni che mio padre è qui dentro, lo è venuto a trovare solo una volta.
«Se la cava» dico solamente.
«Perché non viene a trovarmi? Si è trovata a qualcun altro?» sbuffa, guardandomi male.
«No. E non ti viene a trovare perché poi sta male per tutto il giorno e so io cosa cazzo significa vederla piangere sul divano, senza dire una parola fino alla mattina successiva» sbotto, dando un pugno leggero alla base in vetro.
Lui mi guarda spalancando gli occhi e annuisce.
«È inutile che mi fate uscire, perché so che poi non sarà mai come prima» dice , alzando gli occhi al cielo.
«Non dire cazzate. Ti ama ancora, penso. E poi ti rimangono ancora 25 anni» dico ridendo leggermente.
Lui mi guarda male a sorride.
«Come procede il "Black Flame"?» chiede, citando il mio strip club.
«Abbastanza bene. Sto cercando ballerine, cubiste ma anche cubisti. Gli affari lì dentro vanno a gonfie vele» sorrido leggermente, soddisfatto del mio operato.
«Come le stai cercando le ballerine e i cubisti, scusa? Non è che piovono dal cielo o entrano dentro il tuo club dicendo "Voglio fare la cubista qui dentro"» dice sorridendo.
Scuoto la testa e alzo gli occhi al cielo.
«Ho messo un annuncio fuori la porta del club e su Facebook» dico e lui annuisce soddisfatto.
«Bravo figliolo» sorride e io annuisco, guardando altrove.
«L'orario di visita è terminato» dice una guardia.
«Ciao, papà. E mi raccomando» dico guardando il bigliettino che tiene ancora in mano.
Lui annuisce e mi sorride.

La guardia mi accompagna fuori, non prima di avermi controllato nuovamente.
Sbuffo uscendo da lì dentro.
Salgo in macchina e mi dirigo verso il mio amato Blake Flame.
«Signor Moore, il signor Clark vuole parlarti» mi raggiunge la mia segretaria Sasha.
«Fallo venire» rispondi duro.
Annuisce e si dirige a passi svelti verso l'entrata.
Mi fa quasi tenerezza. È una ragazza per bene che ha chiesto di lavorare per me, perché suo padre vuole che paghi i suoi traffichi. Che pezzo di merda.
«Moore...che piacere rivederti» sorride sfottendomi.
Jason Clark. Il più noto trafficante della zona.
Mi ha chiesto un prestito di 20.000 euro e io glielo dati. Siccome non è riuscito a completare l'incarico di riportarmeli, adesso lavora per me e contatta i più noti avvocati per far uscire mio padre dal carcere.
«Tuo padre ha chiamato Jonh, l'avvocato del quale ti ho dato il numero, e hanno una sentenza domani» mi spiega, accendendo una sigaretta, per poi offrirla a me.
Annuisco e porto la sigaretta alla bocca, per poi buttare il fumo.
«Sasha è molto carina...te la sei già scopata?» dice ridendo.
In verità si...all'inizio diceva di provare qualcosa per me. Poi ho scoperto che voleva solo avere un aumento.
In poche parole voleva usarmi...non lo sa che sono io che uso le persone.
Mi ha pregato di non licenziarla e ovviamente l'ho fatto. Dopo un mese circa è ritornata da me chiedendomi se potevo assumerla di nuovo e ho accettato, ovviamente senza aumento.

«Non sono affari che ti riguardano, Clark» sbuffo, sbattendo una busta sul tavolo.
Lui mi guarda strabuzzando gli occhi e io sorrido con ghigno.
«Se mi aiuterai a far uscire mio padre dal carcere, 150.000 sono tutti tuoi» lo guardo che, mentre dico ciò, sbarra gli occhi.
«Ti trovo tutto ciò di cui hai bisogno. Basta che mi chiami» mi fa l'occhiolino e si alza dalla sedia.

«Trovami una ballerina o cubista» dico, bevendo un sorso di vodka. Lui annuisce ed esce dalla porta del Black Flame, la mia seconda casa.







Il primo capitolo è andato!
Che ne pensate?
Come al solito fatemi sapere se volete che continuo con questa storia❤️

By your side ~ Dalla tua parte [SEQUEL DI UNTIL THE AND]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora