Capitolo 3

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QUESTO CAPITOLO CONTIENE SCENE FORTI...SE SIETE SENSIBILI PASSATE AVANTI !

«Nathan c'è tuo padre al telefono» mi informa Maddy.
Mi dirigo verso di lei prendendo il telefono.
"Dimmi" rispondo a mio padre, mentre Maddy mi guarda interrogativa.
"Nath...ho parlato con l'avvocato e domani avrà una sentenza con il giudice per diminuire la cauzione" mi spiega .
"Ok, stai attento" rispondo, sorseggiando un po' di gin.
"Hai trovato le cubiste?" chiede, e dal tono posso dedurre che è malizioso.
"3 cubiste e 2 cubisti" spiego brevemente.
"Mh...con Madeline come va?" ha sempre pensato che tra me e lei ci fosse qualcosa, anche se ho cercato piu volte di spiegargli che non c'è nulla fra di noi.
"Ti ho detto che siamo solo migliori amici" dico sbuffando.
"Se lo dici tu...comunque devo andare. Salutami la mamma" gli stacco in faccia e poso il cellulare sul tavolo.

«Perché sei sempre così duro con tuo padre?» chiede Maddy, sbuffando.
«Lo sai in motivo» la guardo male, entrando nei camerini dei ragazzi.
«Alle 9:30 domani, fatevi trovare qui» li informo ed esco.
Passo accanto a Maddy che mi blocca il polso, facendomi fermare.
«Che c'è?» dico senza nemmeno girarmi a guardarla.
«Se fai così rimarrai solo, nessuno vorrà un lupo solitario che manda a fanculo pure una misera mosca. Riprenditi, Nath. Facendo così diventerai peggio di tuo padre» dico tutto ciò, senza mostrare un briciolo di contegno.
A queste parole, se pur vere, mi avvento su di lei prendendola per le spalle e spingendola al muro con poca delicatezza.
Lei mi guarda, oramai abituata ai miei scatti d'ira, senza proferire una parola.
«Non ti permettere mai più a dirmi come mi devo comportare. Fatti i cazzi tuoi, porca puttana» sbotto, non trattenendomi.

Sono le persone come lei che mi hanno fatto diventare come sono oggi.
So che lei lo fa per il mio bene, ma le altre persone no. Mi dicevano di essere uguale a mio padre dai comportamenti e che sarei andato in galera anche io.
Ma non per il mio bene, per vedermi soffrire, per vedere soffrire mia madre.
Immaginate come si senta il più noto avvocato di New York, avendo perso il lavoro solo per amore.
Un amore malsano, ma pur sempre un amore vero.
E su questo lato li invidio. Io non sono portato per le relazioni, farei solo soffrire la ragazza e non lo posso permettere.

«Vai a fare in culo» mi spinge, uscendo dal locale.
«Signor Moore, stasera il locale è aperto?» chiede Marilyn, raggiungendomi.
Mi giro verso di lei, scuotendo la testa.
È proprio una bella ragazza, ha i capelli lunghi e di un rosso ramato.
Mi guarda con quei suoi occhioni chiari e in questo momento penso solo a quanto sarebbe bello sbattermela.
Tralasciando ciò, noto che la sto fissando più intensamente del solito e lei mi guarda con malizia.
Si avvicina con fare sensuale appoggiando le sue mani sul mio petto.
«Che c'è, signor Moore, qualcosa non va?» lentamente porta le mani all'altezza del mio pacco, stringendolo un po'.

«Mi sono scopata il mio capo, Katie, sicuramente mi darà l'aumento» sento esultare da Sasha.
«Cosa? Si è carino ma è troppo stronzo...in poche parole si, l'ho usato. Chi vorrebbe mai stare con uno stronzo come lui» scoppia a ridere, come biasimarla.

Questi ricordi mi riaffiorano in mente e ad un tratto mi ritrovo da solo nel mio ufficio.
Avete sentito bene.
Ho respinto la più sexy delle cubiste del mio locale e non mi pento di averlo fatto.
«Signore...sono le 20:37, possiamo andare? Marilyn mi ha informato che apriremo domani» entra Sasha chiedendomi ciò.
Annuisco guardandola male e ritorno con lo sguardo sui vari documenti di mio padre.
Sasha chiude la porta e si avvicina a me.
«Le servirebbe una bella scopata...mh? Lo vedo molto stressato» sussurra con malizia.
«Sparisci» dico guardandola negli occhi, con serietà.
«Oh, Nathan, sai...mi sta sorgendo il dubbio che tu sia gay. Da quant'è che non scopi?» a queste parole mi alzo dalla sedia e la prendo con prepotenza per il braccio.
«Ahi...Nath mi fai male » dice lamentandosi.
La giro con forza, alzandole la gonna.
Inserisco con molta forza due dita dentro di lei e, sentendola urlare, aumento l'intensità.
«Nath...mi fai male» urla sofferente.
Sfilo le dita e la spingo, facendola sbattere sulla scrivania.
«Vai a casa» la guardo dall'alto al basso mentre lei si sistema la gonna.
Esce di corsa e io mi siedo sopra la scrivania, rendendomi conto che tutte mi evitano o mi usano solo per i miei soldi.

«S-signor Moore...c'è una ragazza che desidera parlarti» sussurra entrando dopo circa qualche minuto nel mio ufficio, Sasha.
«Lo sanno che il locale riaprirà domani?» lei annuisce ma non mi degna di uno sguardo.
«È qui per lavoro» annuisco e mi dirigo di là.










Fatemi sapere se volete che continuo oppure si sta facendo noiosa.
Al prossimo capitolo!❤️

By your side ~ Dalla tua parte [SEQUEL DI UNTIL THE AND]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora