***CAPITOLO 4*** SOGNI E BAGNI PARLANTI

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Cammino lentamente in un pavimento oscuro, facendo respiri profondi, e mi guardo intorno cercando di capire dove sono capitato. Inutile, è tutto buio.
Una fioca luce mi si propone a qualche metro di distanza. Mi avvicino lentamente, forse per timore che la luce riservi qualche ostilità?
Oppure perché sono stanco, ma... qual è il motivo? Rammento solamente di essermi ritrovato qui. Ma qual è il nome di "qui"? Dove mi trovo?
Basta indugiare, devo avvicinarmi alla zona illuminata.
Man mano che quel luogo si fa vicino, vedo sempre più nitidamente cosa si cela in quella luce: mio nonno.
Ormai pensare a lui è diventato un chiodo fisso.
Ma non è solo, sta abbracciando un bambino. Il piccolo sembra avere 5 anni (terrestri) con capelli di un color castagna e gli occhi azzurri. Ero io. Mio nonno mi stava abbracciando e mi sussurrava: -Caro Max, sappi che ti voglio un gran bene, non odiarmi per questo.- così una lacrima ha fatto capolino dal suo occhio sinistro, per poi bagnargli la guancia e ricadere dolcemente sul mento.
Il vecchio si allontana dal "me stesso" da bambino, fa un sospiro e dopo un occhiolino mette l'indice destro sulle labbra e sussurra: -Sshh- e prima che possa vedere altro appare per un momento l'uomo incappucciato che mi scruta. Non il Max bambino, ma ME.
Mi fissa con severità. Tutto si schiarisce ed inizio a sentire il familiare odore di casa.

Sono disteso sul mio letto, semiseduto, sudato e mi rendo conto che è stato un sogno. Strano ed inquietante in un certo senso, ma comunque un sogno.

Guardo l'orologio e mi accorgo che la sabbia si trova sulla 5 (qui l'orario si misura con la clessidra e l'unità di misura sono le linee).
Mi dirigo in cucina un po' dondolante e bevo un sorso d'acqua.
Cammino lentamente verso il bagno, con voce rauca esclamo "acqua!" e la voce del bagno: "inserire quantità". Sullo specchio appare un display con dei numeri da 1 a 9 ed io clicco una serie di numeri che vanno a formare il "250", così la voce esclama: "subito!".
Piego i palmi delle mie mani e li avvicino mettendo la parte dorsale delle mie dita della mano destra sopra le dita della mano sinistra. Le posiziono sotto al tubo metallico che da emanare una luce scarlatta ne emana una color smeraldo. Appare un contatore sullo specchio che fa scorrere i numeri in modo decrescente partendo da 250. Dal tubo escono velocemente un numero di gocce equivalenti al numero precedentemente selezionato. Le mie mani sono colme d'acqua che spalmo sul mio viso, come lo hun (una specoe di burro) sul ehm.. Sul... Ah sì! Pane! Come lo hun sul pane (qui si chiama "barl"). Ora mi sento un po' meglio.
Decido di chiamare un mio caro amico di infanzia: Markul.
Mi dirigo al muro che divide il salotto dalla cucina e metto il palmo della mano sul muro. Esclamo "MARKUL" e così parte la chiamata. Il mio amico risponde, così dal muro spunta un televisore che mi mette in contatto con lui anche in modo visivo.
<<ciao amico! Come va?>>
<<Max! Dopo tutto questo tempo!!>>
<<Sempre!>> esclamo io, citando la celebre frase di harry potter (studiato a "letteratura terrestre moderna" )
Il mio amico sorride e poi esclama: << com'è andato il primo giorno della SDS?>>
Non saprei cosa rispondere. Prima di andare a scuola ho ricevuto un insolito biglietto, i miei piedi sono diventati verdi ed il mio prof di volo ha detto cose strane.
<<ehm bene!>> rispondo <<è stato... Divertente! Sopratutto per la lezione di volo!>>
<<mi fa piacere amico! Io invece ho avuto "chassekel antico", una vera noia!>>
<<haha allora credo di esser stato più fortunato di te!>>
<<confermo>>
Ripenso al biglietto di stamane, magari è una cosa comune riceverlo... <<Per caso, prima di andare a scuola, non è che hai avuto un biglietto?>>
<<ehm.. Certo! >>
<<Davvero?!>> esclamo urlando, con gli occhi luccicanti di gioia. Non sono io quello strano!!
<<e... E cosa c'era scritto... Dai dimmelo Mark! (È il suo soprannome) >>
<<se è così importante per te... Te lo dico.. C'era scritto: "Buon primo giorno di scuola tesoro! Sono dovuta uscire presto per andare a lavoro, ci vediamo oggi pomeriggio. Ti voglio bene! Firmato, mamma". >>
<<oh>> dico sconsolato, dicendo a me stesso "è ovvio, non dovevo illudenti così sciocco! Sei strano! Non è una cosa comune, che ti aspettavi!!"
Il mio viso assume un'espressione triste.
<<che ti succede Max?>>
<<oh, ehm, niente... Adesso, ehm, devo... Andare in bagno, la natura chiama! Ciao amico!>>. E così concludo la chiamata.

Esco a fare una passeggiata. Il mio pianeta, Chassek, è il perfetto equilibrio fra natura e artificio, fra antico e moderno.
Vivo in una ridente cittadella, Ehtrenia, una briciola in confronto all'immensità del pianeta.

Il vento soffia leggero facendo ondeggiare dolcemente i miei nocciolati capelli e il Sole brucia lievemente, ma con tepore.
Questo è veramente uno splendido posto in cui vivere: puoi avere le comodità della tecnologia affiancate alla maestosità della natura circostante, il tutto è equilibrato in modo impressionante. Ogni cosa qui è stata "mimetizzata".
Ad esempio gli edifici ed i mezzi di trasporto sono stati colorati in modo che ricordassero la natura che ricopre il paese, con rampicanti d'edera piantati in ogni dove.
Adesso che ci penso bene, sembra di vivere in una foresta, una foresta molto all'avanguardia.

Passeggio per il paese per circa 20 minuti quando entro in quello che può ricordare una cabina telefonica terrestre, immagino casa mia ed in un attimo mi ritrovo nella "Stanza Teletrasporto" di casa.

***
Sono in guerra, un po' più grande, circa 20 anni. Intorno a me è calata l'oscura notte, ma senza stelle. A far luce ci pensano gli spari delle armi: nostre e nemiche. Sono in un paese sconosciuto, o meglio, pianeta sconosciuto.
Ora come ora non saprei dire chi stia vincendo e chi perdendo, magari entrambi siamo vincitori e vinti. Ci sono cadaveri e sangue ovunque. Alla fine le guerre sono inutili. Ogni esercito perde componenti, quindi siamo tutti sconfitti, nessuno vince, mai. La vittoria è un'illusione, perché anche se poi viene nominato qualcuno "vincitore", ci saranno SEMPRE contrasti, anche senza andare al campo di battaglia.
Mi giro intorno, i miei compagni si stanno accasciando al suolo, gli avversari stanno "vincendo", vedo un puntino brillante che viene verso di me, quando accade l'impensabile: Markus, il mio migliore amico, che si butta davanti a me nell'istante in cui stavo per esser colpito. Stava finendo sul terreno, quando la vista mi si appanna e mi si ovatta l'udito: davanti mi appare l'uomo incappucciato che mi fissa arrabbiato.

Urlo, nella mia buia stanza, era un'altro sogno. L'ennesimo inquietante sogno.
La clessidra segna le 06:45, meglio che mi alzi e mi prepari per la scuola.
Mi metto una t-shirt rossa con una camicia ed i jeans. E dopo essermi lavato ed aver fatto colazione controllo la "bacheca messaggi" (quella che voi chiamereste "cassetta della posta").
Questa bacheca ricorda molto una lavagna, solamente con tante icone di buste con le lettere, le quali appaiono ogni volta che si riceve qualche messaggio. Infatti ce n'era una nuova e tutta lampeggiante. La apro e c'era scritto: "Buongiorno signor Ethalan. Spero che abbia passato un buon primo giorno di scuola nel nostro istituto. Vorrei informarLa del nostro nuovo servizio di tele-trasporto scolastico. Dovrà solamente entrare nella "stanza tele-trasporto" di casa Sua.
Cordiali Saluti.
Ermezia Rust, preside della SDS"

Se dovessi descrivere il mio primo giorno di scuola in una parola, essa sarebbe: insolito.

Oh è appena arrivato un altro messaggio:
"Gentile sig. Ethalan.
Ci teniamo ad informarLa che secondo l'articolo 256, legge entrata in vigore ieri, ogni ragazzo e/o ragazza con età inferiore ad i 3000 (circa 20 per i terrestri) anni compresi, per motivi di sicurezza, non avrà più il diritto di vivere senza un genitore o tutore. Per quanto La invitiamo ad alloggiare nell'istituto scolastico da Lei frequentante da oggi stesso. Per questo le sarà concesso di entrare più tardi entro e non oltre le 09:30 (secondo una clessidra a sabbia) per preparare l'occorrente.
Cordiali Saluti,
Erluk Demst, Primo Ministro del pianeta Chassek."

Fantastico, adesso devo anche vivere a scuola.
Prendo uno dei miei nuovi oggetti: la scatola porta tutto. Puoi infilarci qualsiasi cosa tu desideri con un peso minimo di una scatola normale.
Essa ha anche dei cassetti, per mettere tutto in modo ordinato, e se imposti l'opzione, cliccando un pulsante sul retro, puoi riordinare il tutto nei mobili da te scelti.
Metto tutti i miei indumenti, la pipa usata sempre dal nonno e la sua collana dove c'era legata una zanna di uno strano animale chiamato... Ehm.. Lupo! Ricordo che l'ha sempre avuta con sé fino a quando...
Adesso ricordo!
Il pomeriggio del giorno precedente avevo sognato il momento in cui rivedevo mio nonno andar via, ma l'uomo incappucciato mi ha impedito di vedere altro.
Pian piano i tasselli del puzzle stanno tornando al loro posto.
Ricordo che il nonno, dopo aver posato l'indice sulle due labbra ed aver detto "shhh", si stacca la collana e me la mette fra le mani.
Non ricordo altro.
Ma perché l'uomo incappucciato mi ha impedito di vedere quel momento nel sogno? Ma sopratutto... Chi è e perché continua a perseguitarmi?

Max Ethalan & il segreto del ragazzo millenarioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora