OSCURE VERITA'

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I fari folgoranti, costrinsero Erick a socchiudere gli occhi e a coprirli con la mano, si sentiva così disorientato e confuso da non dare parole ai suoi pensieri.
Avrebbe posto volentieri svariati quesiti al guidatore anonimo ma rimase lì, immobile a fissare con poca visuale ciò che stava accadere. Si sentiva sovrastare dalla stanchezza e dallo sgomento, di certo tutto quello che si era avviato a fare minuti prima non aiutò la sua condizione già aggravata.
Il rumore del motore cessò ma quello all'interno della sua mente no, un turbinio di sensazioni e rumori sovrastanti; vi era un fischiettio acuto poi un sentore di compressione che si faceva strada nelle tempie, era come se qualcosa pressasse il suo cranio ma materialmente non vi era nulla. Quasi a dare risposta a quest'ultima sensazione sgranò gli occhi per accettarsi che nessuno stava per fargli del male, sentì dei suoni, stavolta al di fuori il suo cervello ma il tutto era come qualcosa sentito in lontananza, si chiese se non stesse perdendo l'udito; oh mannaggia ci mancherebbe solo questo!

Il suono si fece sempre più definito, accompagnato anche da quello di tacchi, <<oye, ¿puedes oírme? Como te llamas Me tien...>> Il fischiettìo si fece sempre più forte dentro Erick, strinse aggressivamente gli occhi, già in precedenza inavvertitamente chiusi, si mise le mani ai lati della testa, chinandosi a terra, non sentì più le parole scandite, ma solo un'insieme di suoni, poi si sentì toccare il viso, <<hablas español? No?>> Erick cercò di parlare ma nulla riuscì solo schiudere le labbra senza proferire alcuna parola <<mi capisci così?>> potè capire adesso ciò che diceva, si sforzò nuovamente di articolare quantomeno due sillabe, <<s-s... m-mi>> ogni suo tentativo si rivelava una delusione, ringhiò a denti stretti serrando le mani in pugni; <<ehi, ehi va tutto bene, tranquillo ti por...>> gli occhi della donna si spalancarono.. <<oh dios mio...>> sussurrò toccando il mento di Erick, sollevandolo delicatamente.
Si schiarì la voce e proseguì <<ehm, dai vieni ti aiuto a sollevarti e..>> disse anche altro ma Erick non potè decifrare più nulla, era così confuso e perso in se stesso, da non avere più concezione della realtà circostante, sentì parole frammentate, spezzate.

Un conato di vomito si fece strada in lui mentre avanzavano verso l'auto, tutto vorticava, si trattene dal rimettere, pensò solo a controllarsi e a gestire tutto quello che accadeva al suo interno. La donna lo aiutò a sedersi, gli allacciò la cintura di sicurezza ed Erick si sentì debole, stava perdendo nuovamente i sensi ma anche qui volle combattere, gli occhi si chiudevano ma prontamente si apprestava a riaprirli nel tentativo di rimanere cosciente, ciò che cercava di fare anche la donna durante la guida parlandogli, facendogli domande seppur senza alcuna risposta se non qualche gemito.
L'uomo, disorientato fece un ultimo tentativo per mantenere lucidità ma ottenne solo l'effetto opposto, era troppo stanco e tutto il movimento fatto in precedenza, l'agitazione il dolore continuo unito poi anche all'aggiunta di quello al braccio gli fecero perdere i sensi ma non del tutto; infatti si accorse che l'auto non era più in movimento, udì la portiera aprirsi, perse coscienza e dopo alcuni minuti la riacquistò, era una continua lotta con la sua ragione e il suo corpo.
<<Inés, qué pasa?>>
<<Um, aprendí de... >>
<<¿En serio? Y como...>>
Erano queste e altre frasi che risuonavano attorno ad Erick ormai quasi incosciente, non potè distinguere le voci ma capì che appartenevano a più persone, sentì il suo corpo avanzare verso l'ignoto ma non era lui a muoverlo, un urto fece aprire gli occhi ma riuscì a vedere solo il nero, che si tramutò in piccole nuvole del medesimo colore e piano piano avvolto da colori di vario genere. Si abbandonò completamente alla forza con la quale combatteva fino a quel momento, le voci si fecero meno chiare, sempre più lontane, fino a scomparire.

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