ἀθάνατος

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06/05/2020

Tu, Oculus,
aberrazione, ameba
di bocche dalle lunghe e luride lingue,
grandi donne deformi si contorcono in te,
sbavando strisci sulla terra,
gli occhi, fulmini, lame
che fissano,
tagliano l'anima parte a parte,
nell'immmobilita, schiacciato
avvolto d'un vortice di coltelli,
corpo e anima.
Tu superbo
mi hai gettato nell'abisso,
sola e sconsola questa prigione,
compresso da secoli,
hai fatto della mia anima
una pulsar
e io ho fatto delle fiamme,
peccato,
inferno,
ne ho fatto
l'ardor di vivere, iracondo,
demoniaco,
Io.
Ho bevuto ingordo
il nero sangue
che da me
hai fatto sgorgare,
ho fatto delle fiamme
e della tua tempesta
il mio superbo regno
di tortura,
le fiamme
che molte volte rischiararono
profondi abissi,
Morte.
Scrocchia,
spezza,
si spacca
quel guscio esterno,
quel guscio eterno
cade a pezzi,
lasciando la mia pelle bavosa
e collosa
uscire con rabbia
e grida di vendetta,
e ancora e ancora,
finché quel corpo
non sarà così attillato
all'anima,
da mostrar colei
che, bramosa di rivelarsi,
nessuno mai conobbe,
pulsar schiacciata
per gli immemori eoni.
Mi nutro di dolore,
perversa ingordigia,
tu mi hai ucciso,
mi dissolvo,
in cenere
e da cenere
ingurgito melmose
lame di tenebra
e riesumo,
e ancora
e ancora
e ancora
e ancora
e ancora
e ancora
e ancora
e ancora........
Preferisco di gran lunga
quando mi squarci il collo,
assaporare squisitamente
fiotti di sangue
piuttosto che vincere banalmente,
almeno sento la potenza
scorrere,
rimbombare,
esplodere
in me.
La tua scelta ingenua,
combattermi,
sono immortale,
non muoio mai,
la battaglia non finisce mai
e ogni volta che divento sangue
e poi cenere,
divento più forte,
ogni volta
dal ciliegio di Sapienza
sboccia un nuovo fiore,
e un giorno
diventerà tutto noioso,
un giorno
morirai tu per mano mia,
e ancora e ancora
e ancora e ancora
e ancora e ancora
e ancora e ancora.......
fin quando vincerò sempre e solo io
e ti lascerò lì a marcire,
alla ricerca di altro dolore
per nutrire le mie fiamme
voraci e sempre più alte
al cielo,
sempre più vicine a mettere le loro sudicie mani
al cielo.

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