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[N/A] Ehi, vi siete scordati di me? ^^ Ihih, dopo tanto tempo finalmente sono riuscita ad aggiornare! Ricordate di lasciare una stella (se avete gradito la lettura) alla fine del capitolo <33.

[N/A] Ehi, vi siete scordati di me? ^^ Ihih, dopo tanto tempo finalmente sono riuscita ad aggiornare! Ricordate di lasciare una stella (se avete gradito la lettura) alla fine del capitolo <33

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C - S E O N G H W A

Yunho continuò imperterrito a lamentarsi del maltempo per interminabili minuti. Mingi lo ignorava, per quanto fosse possibile non porre caso al suo tono di voce particolarmente acuto, tentando indispettito di scrutare la strada aldilà del finestrino appannato. Lo vidi strusciare rassegnato la manica del maglione contro il vetro opaco, assottigliando i suoi piccoli occhi vispi per esaminare il traffico di luci sopraffare la strada. Il loro brusio cullò la mia mente appisolata per l'intero tragitto, confortando il mio continuo rimuginare. Davanti ai miei occhi, le luci della città danzavano barcollanti assieme alla pioggia, confondendosi in un'unica grande chiazza opaca.

Arrivammo all'Hana con puntualità. Prima che potessi aprire la portiera, Mingi mi attendeva già al di fuori della macchina, riparato al di sotto di un consumato ombrello viola. Scossi violentemente il capo a quella visione, trattenendo un improvviso conato di vomito: la testa cominciò a dolermi più del solito, mentre imperterrita tentava di limitare in un angolo della mia mente il ricordo che quella nostalgica immagine aveva tragicamente suscitato. Yunho mi guardò amareggiato, mentre scosso ingoiavo la quarta pillola del giorno. Mi infilai per sicurezza il flacone medicinale in tasca, ma Yunho lo gettò infastidito nel portabagagli prima che potessi anche solo rendermene conto, chiudendo rassegnato la macchina. Evitai il suo sguardo apprensivo, mentre l'ansia continuava imperterrita a fluire nel mio corpo. Rassegnato chiusi gli occhi, sperando che la pillola tacesse anche solo per qualche secondo il martellare nella mia mente.

《È meglio se passiamo dal retro, potrebbero riconoscerti.》osservò Mingi affiancandomi d'un tratto, ignaro del mio turbolento dissidio interiore. Yunho sgranò preoccupato gli occhi e gli fece rapidamente cenno di chiudere l'ombrello. Mingi allora si affrettò a gettare direttamente l'oggetto in questione nella pattumiera, sacrificando il proprio nuovo maglione all'ingordigia di quell'incessante pioggia. Rimanemmo silenziosamente qualche minuto sotto l'acquazzone, mentre colpevole tentavo di mascherare loro la mia vergogna e i miei inestinguibili sensi di colpa. Evitai il loro sguardo, e loro evitarono di rimproverarmi. Ad un tratto un timido tepore riscaldò il mio petto dolorante: Mingi mi aveva appena stretto con delicatezza la mano, sospingendomi rassicurante verso l'ingresso del locale; gocce di pioggia unificavano la nostra pelle pallida, confodendo le dita fra di loro. Mi lasciai sfuggire un sommesso singhiozzo di riconoscenza, mentre sconfitto mi lasciavo guidare all'interno dell'Hana a capo chino, confortato da quel piccolo ed intimo gesto fraterno.

Entrammo dal retro, come aveva proposto correttamente Mingi. Yunho contattò immediatamente Choi Jongho, che ci avrebbe raggiunti gentilmente a breve con un paio di asciugamani. Nell'attesa del suo soccorso mi guardai incerto attorno, evitando di girovagare lungo il corridoio per non sporcarlo con le mie scarpe umide di terriccio e pioggia. Mi toccai scocciato la camicia bagnata, scosso da alternati brividi di gelo, tentando di sentirmi a mio agio in una situazione totalmente inadatta a me. Il mio sguardo venne tuttavia distratto da un rapido movimento alla fine del corridoio, mentre una minuta figura sbucava da dietro un angolo. Accadde tutto sin troppo velocemente, un singolo ed effimero attimo indesiderato.

Hongjoong era lì.

Inizialmente non lo riconobbi, eppure il mio cuore tremò alla menzogna che tentai di imporre al mio subconscio: come potevo non riconoscerlo? Il piccolo naso a punta svettava aguzzo in quel viso infantile. Guance ancor paffute, seppur sciupate con il trascorrere degli anni, incorniciavano timidi occhi ambrati, socchiusi e celati dall'ombra di un ingenuo sorriso che andava a caratterizzare la sua attuale smorfia. I denti perlati erano impegnati a mordicchiare una cannuccia color prugna, e le sue ancor piccole mani erano intente a sorreggere una lattina di diet coke. Persi involontariamente il controllo dei miei stessi occhi, smaniosi di esaminare incoscienti ogni suo singolo particolare. Il mio sguardo affamato continuava a divorare ogni suo più insignificante dettaglio, avendo digiunato sin troppo a lungo di quel banchetto proibito.

Ma questo Hongjoong non avrebbe potuto più ricordare i morsi sulle labbra o i succhiotti sulla schiena, né il profumo di primavera racchiuso nella sua usuale boccetta di shampoo nel disordinato bagno del primo piano. Mi aveva abbandonato a metà del tragitto, naufrago in un mare di ricordi che non gli appartenevano più e che ancora custodivo con gelosia dentro di me. E quel che faceva più male, era il breve tempo che separava il me di adesso da quel noi di allora. Perché ancora ci vedevo abbracciati su quel vecchio portico di casa sua, perché un anno o due non sono sufficienti a cancellare dalla routine il reciproco Efestione di un Alessandro.

La voce mi pianse in gola, soffocata dall'indomabile desiderio di chiamarlo. Volli chiamarlo, per poterlo riavere accanto anche solo per un breve attimo. Tornare a respirare l'ossigeno di cui mi avava privato, ritrovare il battito che mi aveva sottratto. Prima che Hongjoong potesse ricambiare il mio sguardo, il mio corpo ormai privo di conoscenza si accasciò sul pavimento del locale. Le urla allarmate di Yunho e Mingi mi parvero semplicemente miseri sussurri, in confronto alla baraonda che il mio cuore sanguinante stava causando nella mia mente. Quelle quattro stupide pillole mattutine parvero avere effetto solamente in quel momento.

[N/A] ...Sì. Tragica come mio solito. Ma mi mancavano troppo, prima o poi dovevano pur incontrarsi (T - T).

𝐔𝐓𝐎𝐏𝐈𝐀 𝟐 [Ateez]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora