"Per i grandi cuori che muoiono nel corpo ma che continuano a battere nel respiro della notte, non ci sono canoni o bellezze regolari, armonie esteriori, ma tuoni e temporali devastanti che portano ad illuminare un fiore, nascosto, di struggente bellezza."-Frida Kahlo
Dovrebbe essere difficile lasciare andare qualcosa: un'abitudine, una famiglia, un'amicizia. È difficile chiudere una porta, anche quanto custodisci le chiavi di una più grande.
Ma per me quel giorno non fu difficile andare via da lì.
Forse perché stai scappando.
Disse la mia coscienza.
Certo è, che io difficilmente scappo dalle mie responsabilità. Diciamo che preferisco aspettare per analizzare tutto e trovare la soluzione migliore.
Eppure stai scappando, è quello che stai facendo.
Beh, probabilmente stavo scappando, sì. Ma non da ciò che per tutti poteva essere il vero motivo della mia fuga. Diciamo che quello era un grosso e brutto motivo.
Ma da quello non sarei mai scappata.
Questi pensieri frullarono nel mio cervello per tutto il viaggio fin qui: Londra. Io e le mie quattro valigie in tinta corallo ad aspettare che il pick-up dello zio Jack sbucasse da qualche parte.
Era da un po' che non lo vedevo, tornava solo per le vacanze estive e lo scorso anno disse che avrebbe avuto degli incontri importanti a cui non poteva mancare. Anche se credo che non siano stati degli incontri di pugilato il vero motivo della sua assenza.
Sei tu il motivo della sua assenza, o meglio il senso di colpa che lo trafigge ogni volta che posa il suo sguardo su di te.
Era incredibile come mio zio potesse sentirsi colpevole per quello che era accaduto due anni fa, ne avevamo discusso milioni di volte eppure ogni confronto si chiudeva con un suo:
"Mi dispiace, è colpa mia."
Ah. Odiavo quella frase.
E odiavo il fatto che venisse puntualmente pronunciata da Jack.
Non era colpa di nessuno.
Chi ha colpe, di certo non è zio.
È successo, basta.
Ormai è andata così e bisogna andare avanti.
E tu Bella, sei andata avanti?
Il suono di un clacson mi distrasse da quella domanda a cui risposta ancora non avevo dato.
Mi girai verso la fonte del suono e trovai Jack intento a sbracciarsi per attirare la mia attenzione. Prendendo con le ultime forze rimaste le pesanti valigie, mi incamminai verso il pick-up e zio si fece strada in mezzo alla folla.
Dio, quell'uomo deve prendere qualche siero contro l'invecchiamento, non è cambiato per niente.
E questo era vero. Jack era un uomo di bell'aspetto, alto e ben messo. La carnagione scura, che sottolineava la provenienza da una località calda, era ancora una caratteristica che lo collegava al suo luogo d'origine. Per quanto la sua pelle non fosse abbronzata come una volta, era facile notare la sua figura possente spiccare in mezzo alla folla pallida inglese. Spesso incuteva timore per la sua stazza, il cipiglio sempre presente sul volto e i modi di fare burberi. Anche in quel momento infatti, pareva fulminare chiunque sembrasse volergli bloccare il passaggio. Ho sempre trovato adorabile il suo modo di fare duro e diretto, conoscendo bene la sua natura, totalmente diversa dalla maschera di diffidenza che usava indossare.
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Il Bello delle Cose
General FictionIsabella ha un passato intriso di bei ricordi, offuscati da un brutto avvenimento che la porterà a un trasferimento drastico in Inghilterra. Con il suo amore per l'arte e la sua voglia di riscattarsi, entrerà a far parte della vita dello zio Jack e...