Un addio al sapore di te

1. Rebecca

Nella testa un vortice di pensieri e paure, collegate tra loro da un filo trasparente.
Un filo sottile sottile, quasi invisibile, che solo io posso vedere.
La paura di non essere abbastanza? Quante volte ci è capitato nella vita, di sentirci soli anche in mezzo alla gente.
C'è qualcosa dentro ognuno di noi che non ci fa sentire pienamente soddisfatti: non ci sentiamo mai abbastanza perché la nostra stessa vita non è sufficiente e non facciamo niente per cambiare tutto questo.
Ma cosa vuol dire non sentirsi abbastanza? E qual è la vera soddisfazione? Essere semplicemente perfetti? Se è così, siamo caduti in una grossa trappola e faremo bene a metterci in salvo.
Ma partiamo per ordine, io sono Rebecca. Rebecca Rinaldi. E la mia vita è un casino totale.
Non posso fare a meno di citare questa frase del poeta statunitense Paul Auster, frasi che colgono esattamente il mio stato d'animo: "noi umani abbiamo desideri, volontà, formuliamo pensieri sul futuro. Quello che è interessante, però, nella vita, è il fatto che siamo tutti capaci di fare dei piani per il domani, ma poi arriva l'inaspettato e interferisce coi nostri progetti. E, nonostante le nostre capacità decisionali, eccoci a dover fare i conti con l'imprevisto".
Una citazione che spiega tutti i miei problemi.
Il mio imprevisto? Beh, fosse solo uno sarebbe anche bello. Di imprevisti ne ho avuti tanti.
Ho dovuto fare i conti con gli ostacoli della vita più e più volte. Ed è per questo che oggi sono qui, con un foglio bianco e una penna in mano, a mettere nero su bianco tutta la mia storia.
Perché una storia così è difficile da dimenticare, è difficile non versare una lacrima, è difficile fare finta di niente.
Questa è la storia di una venticinquenne che ha deciso di non fermarsi, di superare gli ostacoli, di correre, di ridere e di piangere, di sfogarsi, di cadere e rialzarsi più forte di prima.
Ed è per questo che oggi, solo oggi, sto raccontando la mia storia.