Ékto kefálaio

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Isaac mi prese e mi tirò su, mi alzò il mento e mi constrinse a guardarlo negli occhi.
Mi ci sarei persa nel suo sguardo.
Sentivo ancora le lacrime scendermi e volevo altre risposte.
-Ti porto a letto Aika, capisco che tu ora sia sconvolta...-
Sconvolta era dir poco, il caos era dentro la mia testa e sbatteva da tutte le parti.
Mi presi le tempie e iniziai a massaggiarle lentamente.
Non avrei chiuso occhio quella notte e il giorno dopo non avevo neanche allenamento per potermi distrarre.
-Non voglio andare a letto, non chiuderei occhio in questo momento.-
Abbassai lo sguardo e mi asciugai le lacrime.
-Allora vieni con me, puoi stare da me per sta notte... so che é difficile e io non ho avuto nessuno che mi aiutasse ad affrontare la cosa.-
In camera sua? Di nuovo?
Nella stessa sera?
Non sapevo se andarci... e se ci avessero sorpresi? Saremmo finiti nei guai davvero, ma ero troppo sconvolta per rimanere da sola, non volevo fare incubi e se li avessi fatti, avere qualcuno di fianco mi avrebbe aiutato a superarli, almeno credo.
-Va bene, verrò con te, ma dobbiamo stare attenti e fai poco il furbo altrimenti me ne vado subito.-
Non mi fidavo ancora del tutto, ma bramavo il sapere altro sulla questione e lui era l'unico a portermi rispondere.
Annuí e ci dirigemmo verso la sua stanza.

Per fortuna nessuno ci vide e una volta in camera sua accese piano la luce, dovevamo essere cauti.
Ma come c'ero finita in una stanza di un ragazzo?! Insomma, la me che conosco non lo farebbe mai e poi mai.
I ragazzi portano guai e non sono mai stati di mio vero interesse, ma c'era qualcosa in lui che mi attirava, oltre al fatto che fossimo due fenomeni da baraccone, c'era di piú.
Mi prese dolcemente il polso e mi portò al letto.
-Tu riposati, io starò qui- e indicò una poltroncina nell'angolo della stanza-a controllare che sia tutto aposto.-
Feci di sí con la testa e mi stesi.
Era stato davvero gentile a rispettare i miei spazi e a stare su una poltrona che aveva l'aria di essere davvero scomoda.
Chiusí gli occhi e piombai nel sonno.

Mi ritrovai di nuovo in quel bosco, ma ora non c'era piú l'aquila morente.
Silenzio.
Ma non quel silenzio rilassante, un silenzio assordante e tenebroso.
Iniziò a battermi forte il cuore.
-Ah eccoti qui.-
Quella voce mi gelò il sangue nelle vene, era il tizio che la scorsa volta mia aveva sbattuto la testa contro l'albero.
Mi voltai lentamente e vidi un'ombra nel buio.
Alta, massiccia e spaventosa, metteva i brividi.
Di colpo avanzò e ritrovai a terra, girata di spalle e con le braccia dietro la schiena strette in un morsa dolorosissima.
Respirai e mi dissi che ero piú forte di cosí, non potevo farmi vedere debole.
Non diedi alcun cenno di rivolta e rimasi immobile, cercando di reprimere il dolore.
-Allora sei proprio una dura, anche il tuo amichetto non é stato facile da abbattere.-
Amichetto? Abbattere? Cosa stava succedendo?
-Non so di chi tu stia parlando lurido schifoso.-
Una risata roca uscí dalla sua bocca e poi si avvicinò al mio orecchio.
-Oh per essere una Theïkairi sei proprio stupida.-
Come faceva a sapere chi fossi? Cosa voleva da me?
Un brivido mi percorse la schiena e mi sentii caricare di energia elettrica.
Il peso che qualche secondo fa era sopra di me ora non c'era piú.
Mi alzai, strinsi i pugni e urlai, la voce che uscí da me non sembrava nemmeno appartenermi.
Per un secondo vidi il suo viso di sfuggita e nei suoi occhi scorsi la paura e un barlume di sorpresa.

Mi svegliai di colpo, ricoperta di sudore e affannata come se avessi corso per 100 chilometri senza fermarmi.
Isaac in un secondo fu al mio fianco e mi abbracciò, accarezzandomi delicatamente i capelli.
Sentivo il suo cuore battere forte quanto il mio e il petto si alzava e si abbassava velocemente.
Mi aggrappai alla sua magliatta che profumava di oceano e resina.
Inspirai quel profumo e quando rilasciai l'aria mi sentivo già meglio.
Quando mi resi conto della vicinanza pericolosa, mi allontanai e mi accovacciai in un angolo del letto.
-Ayka stai bene? Stai meglio? Mi hai fatto preoccupare.-
Il suo viso era teso e nei suoi occhi leggevo la preoccupazione che aveva appena ammesso.
Annuii e feci ricadere la testa sui cuscini.
-Ho avuto un altro incubo.-
Avevo la gola arida e il mio sangue pulsava nelle vene ancora veloce.
-Ho visto, ho provato a svegliarti, ma non ci riuscivo, poi hai urlato.-
Aveva gli occhi rivolti verso il basso e stingeva i pugni talmente tanto che iniziarono a gonfiarsi le vene delle mani e delle braccia.
-C'era un uomo- ero come in trance, non sapevo se fosse giusto raccontarglielo, ma era l'unico che poteva capire, forse- non é la prima volta che lo sogno...sa cosa sono, mi aveva atterrata e mi stringeva forte, mi mancava il respiro.-
Alzò gli occhi e iniziò a fissarmi intensamente.
Di colpo mi venne in mente una cosa, che nell'incubo non ero riuscita a capire.
-Isaac sa chi sei anche tu.-
Mi osservò qualche istante e distolse lo sguardo.
-Anche io ho questi incubi, ma non portano a nulla di buono, lo so. Forse posso immaginare chi sia , ma non ne ho la certezza.-
-Chi sarebbe?-
Volevo risposte anche se incerte, volevo sapere.
-Penso sia uno Sterminatore, uno dei piú potenti. E quelli che tu vivi come incubi, se non mi sbaglio su chi sia l'uomo in questione, in realtá li stai vivendo davvero nel tuo subconscio.-
-C-cosa vorrebbe dire questo?-
Stavo tremando.
-I demoni, almeno i più potenti sono in grado di entrare nella tua mente e creare incubi terribili, ma che ti annunciano qualche avvenimento futuro e non positivo, sono piú che altro minacce reali. Non portano mai a nulla di buono quei bastardi.-
Non sapevo cosa dire... tutto ció che vivevo nei sogni era reale o quasi? Questo era preoccupante.
-Isaac?-
Alzó gli occhi lentamente fino a puntarli su di me.
-Nel mio incubo... ti avevano catturato.-

Rimanemmo per dieci minuti buoni in silenzio, era tardi ma nessuno dei due voleva saperne di dormire.
-Ayka...-
Ruppe il silenzio con una voce talmente flebile, che pensai per un secondo di averlo immaginato, poi si voltò verso di me.
-Dimmi...-
I suoi occhi meravigliosi mi percorrevano tutta dalla testa ai piedi e mi sentivo nuda sotto il suo sguardo.
-Anche io avevo fatto degli incubi, molto prima che Calcide venisse attaccata. Vedevo gente urlare, bambini piangere e noi polémistes lottare e combattere. É stato terribile, gli Sterminatori erano forti e implacabili, pensavo che non avessimo neanche una possibilitá di sconfiggerli,ci avevano colto di sprovvista... e poi...-
Si fermò di colpo, era come bloccato, aveva gli occhi sgranati e guardava un punto fisso senza chiudere le palpebre.
Deve aver vissuto un momento davvero terribile, non deve essere stato facile.
-Isaac se non ti va di parlarne, davvero, non preoccuparti capisco.-
Scossò la testa e riprese a parlare con un tono apatico inquietante.
-Poi lo feci... dalle mie mani iniziò a crearsi una polvere nera con braci rossastre all'interno, non sapevo cosa fosse, ma dentro di me sapevo cosa fare... e soffiai.
Pochi secondi dopo la polevere inglobò tutti i demoni davanti a noi e cadderò a terra morti, mezzi bruciati.-
Spalancai gli occhi, non potevo crederci, non avevo mai visto nessuno con un potere del genere.
Di solito i discendenti si limitavano ad avere una dote in particolare, ad esempio Poseidone donava ai propri discendenti il controllo sull'acqua, Apollo sul fuoco, Atena sulle armi e la strategia e poi c'erano gli dei minori che rilasciavano altri tipi di poteri ed erano molto rari, come Efesto la dote di forgiare le armi con cui combattevamo e altri.
Solo Zeus e Ade avevano stretto il "Patto Divino" da migliaia di anni e non potevano piú creare guerrieri, in quanto i loro poteri sarebbero stati troppo forti e pericolosi.
Non riuscivo a capire.
-Ma com'é possibile? Non può esistere un potere del genere... da che Dio discendi?-
Mi guardò di sbieco e una smorfia gli apparve sul viso.
-Secondo te? Ho ucciso piú di un centinaio di demoni solo soffiando una polvere dalle mie mani.-
No. Non poteva essere. Era impossibile.
Come dicevo esisteva un patto sancito dai due capi ,uno dell'Olimpo e l'altro del Regno degl'Inferi, che vietava la creazione di discendenti da parte loro.
Ma non c'erano altri Dei che avessero poteri del genere.
-Ade.-
Sussurrai.
Strinse i pugni e annuí.
-Isaac...-
Vedevo che quello che aveva fatto lo aveva scossato molto, di certo uccidere cosi velocemente e senza sapere di preciso come, non era una cosa facile da mandare giú, anche se erano dei demoni e aveva salvato la nostra gente.
-Sono un mostro.-
Aveva gli occhi chiusi e respirava velocemente.
Mi avvicinai e gli appoggiai una mano sulla spalla.
-Non sei un mostro. Hai salvata tantissims gente. Hai fatto la cosa giusta.-
Sollevò il viso e ci ritrovammo a pochi centrimetri, sentivo i suoi occhi osservarmi, sembravo un qualcosa di raro sotto il suo sguardo.
Iniziai a vibrare dentro, qualcosa mi scosse e il cuore iniziò a battermi a mille.
Mi staccai velocemente e presi le distanze.
Sospirai lentamente.
-Forse é meglio se ci riposiamo, domani potremmo parlare di altre cose, so che hai molte domande ancora.-
Sorrisi leggermente, mi stesi e poco dopo mi addormentai.
Stavo meglio adesso, non lo so ma mi sentivo piú serena, con lui vicino ora riuscivo a rilassarmi.

Polemistès ton TheónDove le storie prendono vita. Scoprilo ora