hug

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Used to stick together .
You're my best friend ,
I'll love you forever ❞

𝐏𝐑𝐈𝐌𝐎 𝐀𝐍𝐍𝐎, 𝟏𝟗𝟕𝟏Un anno ad Hogwarts era terminato; ormai i ragazzi stavano preparando i loro bauli coscienti del fatto che non si sarebbero rivisti per tre mesi interi

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𝐏𝐑𝐈𝐌𝐎 𝐀𝐍𝐍𝐎, 𝟏𝟗𝟕𝟏
Un anno ad Hogwarts era terminato; ormai i ragazzi stavano preparando i loro bauli coscienti del fatto che non si sarebbero rivisti per tre mesi interi.

Sirius era il più triste di loro, con la consapevolezza di quello che gli aspettava quando sarebbe ritornato a casa.
Gli insulti per essere capitato in Grifondoro non vennero a mancare neanche nelle lettere che la madre "amorevolmente" gli spediva; essa, gli aveva ricordato per tutto il tempo rimanente ad Hogwarts il disprezzo che provava nei suoi confronti solo per essere capitato in una casa che non era "Serpeverde".
Aveva spezzato una tradizione, e lui ne andava fiero di questo; perché Sirius era così: "Un ribelle", come lo aveva definito sua madre.
A lui non importavano i falsi stereotipi del sangue pure o sangue sporco, non giudicava ne disprezzava nessuno.

In quel momento si mise a pensare alle persone che aveva conosciuto in quella scuola in così poco tempo, e che voleva già tanto bene:

Pensò a Remus, il più serio del gruppo: studioso e responsabile.
E pure quel ragazzo aveva quel qualcosa di speciale che aveva subito attirato l'attenzione di Sirius.

Poi c'era Peter, un ragazzotto cicciottello e poco considerato; lo avevano accolto nel loro gruppo nonostante ci fosse voluto molto, poiché era un tipo timido; conoscendolo meglio però, hanno visto che era simpatico e man mano che si apriva, sempre di più un vero burlone.

Infine c'era James, ha avuto affinità con lui dal primo sguardo.
James, nonostante lo fosse, mostrava tutt'altro l'eleganza e la raffinatezza di un classico purosangue.
Lui era goffo, buffo, imbranato.
Se lo avesse visto Walburga Black, gli avrebbe riso in faccia, molto probabilmente chiamandolo: "sciagurato, lurido piccolo traditore del tuo sangue".
Ma a Sirius non gli importava niente, lui voleva bene a James, forse anche più degli altri.
C'era qualcosa tra loro due, un filo che li legava completamente, fratellanza.. la fratellanza che purtroppo non aveva mai trovato in suo fratello Regulus.

Sirius rimuginava su queste cose seduto sul baldacchino, affianco al suo bagaglio incompleto, osservando i suoi compagni che stavano tranquillamente ponendo le loro cose nei bauli.

«È ora di cena!»
esclamò Remus, osservando l'orologio sul suo polso.

«La nostra ultima cena ad Hogwarts»
sospirò tristemente James.

«Io non ho fame»
borbottò Sirius, lasciando tutti stupefatti.

«Perché?»
domandò Peter.

«Non mi sento bene, semmai vi raggiungo più tardi»
rispose, toccandosi la pancia.
Ovviamente era una bugia, voleva rimanere solo in quel momento.

«Va bene, noi andiamo..»
Remus e Peter si incamminarono verso la porta, ma James rimase lì a fissare ancora l'amico.

«Neanche tu vieni, James?»
chiese Remus al ragazzo dai capelli perennemente scombinati.

«No, vi raggiungo anche io più tardi»
affermò lui.
I due amici annuirono, per poi uscire.

James osservò per un po' il ragazzo dinanzi a lui. «Che hai?»

«Niente»
ribatté prontamente Sirius.

James, con il suo solito gesto, si scompigliò i capelli, rendendoli ancora più inguardabili di prima.

«Un giorno quei maledettissimi capelli se ne andranno via dalla tua testa per punizione delle pene che gli fai soffrire!»
esclamò Sirius, osservando quel movimento inorridito; per lui i capelli erano cosa sacra.

James di tutta risposta scoppiò a ridere.

«Guarda che sono serio..»
brontolò, nonostante ciò un piccolo sorrisetto crebbe sul suo viso.

«Parlando di cose veramente serie. Presuppongo che tu sia triste perché dobbiamo abbandonare tutto questo per tre mesi. Anche io lo sono, ma ti prometto che ti inviterò a stare da me questa estate»
disse l'occhialuto.

«Mia madre non mi farà venire mai.. non la conosci»
sospirò sconsolato il piccolo Black.

«E allora ti scriverò tutti i giorni, tutti. Dal primo all'ultimo, non ti farò mai sentire solo e ti posso giurare che troverò un modo per vederci»
Sirius, a quella affermazione sorrise.
Bastavano poche parole del suo amico e già si sentiva meglio.
Era questo che aveva di speciale James.

«Ora però, dobbiamo abbracciarci!»
pronunciò sempre lui.
Sirius cambiò subito espressione.
Abbracciare? Sirius non aveva mai abbracciato nessuno, né tantomeno l'avevano abbracciato.
Lo guardò confuso per qualche instante, corrucciando la fronte.
James corrugò le sopracciglia vedendo l'espressione del suo amico.
Gli bastò collegare il fatto che la sua famiglia non era mai stata molto buona con lui; ma addirittura arrivare a non abbracciare il proprio figlio, era scioccante; infatti James lo guardò sbalordito.

«Non ti hanno mai abbracciato?»
domandò quest'ultimo incredulo.

Sirius abbassò la testa imbarazzato, per poi scuoterla piano.
Tempo un secondo che si trovò un calore corporeo che lo invadeva, due braccia lo stringevano forti.
Per Sirius è stato un momento inaspettato, fu colto di sorpresa e rimase meravigliato, ci mise un paio di secondi per realizzare tutto.

James lo aveva abbracciato.
In un momento esitante, Sirius si decise finalmente di ricambiare la stretta dell'amico.

«Fiero di essere la prima persona che ti ha abbracciato»
sussurrò l'occhialuto, continuando a stringerlo.
Sirius, a quelle parole sorrise.

Fu un momento, un momento indecifrabile, dove Sirius si sentì finalmente a casa.







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non lo so ragazzi, semplicemente la mia mente stava divagando ed ha partorito questo..
ditemi cosa ne pensate.

𝐇𝐔𝐆 (one shot)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora