Desiderio

Prologo.

Eccomi qua nuda sul tavolo della cucina, con mani e piedi legati in attesa che Pietro facesse qualcosa.

Stavamo giocando: io dovevo fingere di essere una sua cliente e assaggiare i suoi piatti, perché in questo gioco era uno chef. Presa dall'eccitazione, rovescio il piatto per terra e gli chiedo di punirmi.

Sento pervadermi dal desiderio e da una strana eccitazione.

«Vuoi farti perdonare per aver rovesciato il mio piatto?».

«Sì»

«Sì cosa?».

«Sì chef».

Pietro si allontana recandosi verso il frigo e tira fuori qualcosa, che non riesco a vedere bene cosa possa essere. Solo quando ritorna verso di me con in mano una bottiglietta di vetro. «Spero che non ti dispiaccia se ti sporco un pochino», facendo poi cadere del caffè sul mio addome, sui i miei seni e sulla mia zona intima. Gemo inarcando la schiena quando la sua lingua incomincia a leccarmi lungo il corpo.

Tutto questo è così eccitante, e meraviglioso. Continua a leccarmi nella zona dei seni, stuzzicandomi i capezzoli fino a farli diventare duri. Mi sentivo bagnata ed eccitata, desideravo di più.

Prosegue a leccarmi sul mio inguine e gemevo strattonando le mani. «Non muoverti, che potresti fare male».

«Liberami»

Nega con la testa. «Voglio averti tutta per me, alla mia merce».

Proprio quando stava per versarmi un altro po' di caffè squilla un telefono. «Diavolo, vado a rispondere, quindi non ti muovere» e si allontana.

Come faccio a muovermi se sono legata a un tavolo.

«Cosa? Non puoi dire sul serio? Ok grazie per avermi avvertito», lo sento urlare dall'altra stanza, poi ritorna in cucina. Era di pessimo umore. Si sbriga a liberarmi. «Che succede?», dico.

Pietro mi lancia un asciugamano, era freddo in volto senza più traccia di passione.

«Dimmi che non è vero?» urla arrabbiato contro di me, «quella cosa di essere sincera con me era legata al fatto che lavoravi per Alessandro e che il tuo nome in realtà è Ashley».

Come ci sono finita in questa situazione?