𝐂𝐨𝐧𝐟𝐮𝐬𝐢𝐨𝐧𝐞

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Dopo essere rientrata in classe, feci subito capolino oltre la porta, per vedere se lui fosse andato via o no.
Sembravo una bambina che giocava a nascondino, ed in effetti noi due stavamo giocando.
Lui tentava di avvicinarsi a me.
Io lo respingevo.
Lui ritentava.
Io lo avvicinavo, ma subito dopo tornavo sulla difensiva.
Questo perché lui non era realmente interessato a me. Non era mai stato con nessuna, perché avrebbe dovuto farlo con me?
Non era vero il fatto di non volermi legare con nessuno, stavo semplicemente cercando la persona giusta. Poteva essere lui? Assolutamente no.
"Eleonora puoi venire dentro un secondo? Ci serve una mano a finire di scrivere questo annuncio."
La voce della mia compagna mi distolse dai miei pensieri e rientrai in classe.
C'erano miliardi di fogli sparsi sul tavolo, i quali parlavano tutti dello spettacolo del teatro che si sarebbe svolto la settimana successiva.
"Allora? Che te ne pare? Stasera facciamo le prove, ci vieni a vedere si?"
Non mi interessava minimamente di ciò di cui stava parlando Alessandra, quindi annuii, senza sapere realmente cosa avrei dovuto fare.
Entrò la Rovelli in classe, quindi dovetti ritornare al mio posto, con ancora la testa tra le nuvole.
Presi il quaderno con l'intento di prendere appunti, ma fui distratta da una vibrazione proveniente dal mio zaino, era il mio telefono che squillava.
Mi accinsi a chiudere, e mi accorsi che il mittente della chiamata era Eva. Doveva essere qualcosa di importante.
"Prof mi scusi, posso andare in bagno?"
"Sava ma è appena finita la ricreazione, non potevi andarci prima?"
"Eh no, c'era fila. È urgente, posso andare?"
Annuì, nonostante fosse una stronza qualche volta riusciva ad addolcirsi.
Presi il telefono dalla tasca e digitai velocemente il numero di Eva.
"Ele! Perché mi hai chiuso il telefono prima? Vabbè comunque stasera c'è una festa a casa di Edoardo, mi ha invitata Fede. Che fai vieni?"
"Eva ma sei scema? Ero in classe, sono uscita pensando fosse qualcosa di importante."
"Oddio scusa! È che so uscita prima, mi so' dimenticata che tu stavi ancora a scuola. Comunque vieni o no?"
"Ma no ovviamente! Ora scusa che c'ho la Rovelli e devo rientrare."
"Va bene, va bene. Dai per farmi perdonare ti vengo a prendere e andiamo a mangiare qualcosa insieme al Baretto, okay?"
"Okay. A dopo, un bacio."
Mi lanciò un bacio dalla chiamata e chiuse il telefono, sentivo Giovanni ridere in sottofondo.
Che due cretini. Ma era anche per questo che gli volevo bene.

[...]

Mi diressi quasi di corsa giù per le scale, e trovai una Eva sorridente ad aspettarmi fuori.
"Ciao bellezza! Muoviamoci che sto morendo di fame. Scusami ancora per prima, mi sono completamente scordata che fossi a scuola."
Si batté una mano in fronte, facendo così ridere anche me.
Essendo il Baretto distante circa cinquecento metri dalla nostra scuola, ci saremmo arrivate solo in cinque minuti a piedi. In questi cinque minuti pensai al fatto che Eva era tornata a scuola per portarmi a mangiare un panino dalla qualità abbastanza scadente, invece di stare a casa con il proprio ragazzo. E mi spuntò un sorriso.
"Comunque ora mi devi spiegare perché stasera non vuoi venire." disse, mentre sistemavo lo zaino vicino la sedia, per evitare di farci inciampare qualcuno.
"No ce l'ho un motivo, una mia compagna di classe mi ha appena mandato il luogo delle loro prove per il teatro, che faranno stasera, ed a cui probabilmente avevo promesso di andare. Quindi non posso venire."
Alzò entrambe le sopracciglia, come per chiedermi se facessi sul serio.
"Perché mi guardi così? Sono interessanti!"
"Quindi tu mi vuoi dire che non vieni da Edoardo per delle prove del teatro?"
"Si, esattamente."
"E non perché non vuoi stare nella stessa casa in cui sta lui?"
"Cosa te lo fa pensare?"
"No, niente, ma vuoi lasciare me e Silvia a bere da sole?"
Mi prese le mani e le mosse, a mo' di ballo.
Risi, e mi accorsi della mia inesistente voglia di andare alle prove, quella sera.
"Vabbè ci penso, ma aspetta un attimo, chi ti ha invitata alla festa?"
"Fede! È quell'amico di Edoardo, quello col ciuffetto, c'hai presente no? Ci stiamo sentendo, ovviamente solo come amici eh."
"Come amici? Quello non è uno con cui ti senti da amica, Eva."
Ma cosa aveva nella testa? Non si ricordava chi fosse? Che nonostante sapesse dell'esistenza di Giovanni, e del suo rapporto con Eva, ci aveva provato spudoratamente.
Chi aveva dovuto allontanarlo? Io.
"Ma che dici, c'ha pure la ragazza lui."
"Ah pure! Povera ragazza."
"Eddai Ele, ti giuro che non combino casini stavolta. Non ti posso dire che non bevo, ma magari mi trattengo un po'. Solo per te eh." annuì convinta.
Scossi la testa ridendo.
Eravamo due piccoli disastri.

𝐚𝐦𝐨𝐫 𝐯𝐢𝐧𝐜𝐢𝐭 𝐨𝐦𝐧𝐢𝐚Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora