Aiutatemi, vi prego, sono disperso; non so chi sono e dove sono, so solo chi non sono e dove non sono.
Mi rispecchio nella solitudine, vedo un volto solcato dalle rughe, e i suoi cerulei occhi, che un tempo brillavano,
ora sono in procinto di spegnersi. Vedo un uomo non prosciugato dalla vecchiaia, ma dalla paura di essa. Sento
di stare impazzendo, perciò negli ultimi momenti di lucidità racconterò ciò che è stata la mia infelice esistenza,
così che, se uno sciagurato si dovesse imbattere in questa triste lettera, possa capire cos'è che ha portato un
giovane uomo alla sua rovina.
Sono nato a Recanati, nelle Marche, da un'ottima famiglia, i miei vecchi non avevano propriamente tratti
marchigiani, infatti erano alti, biondi e mia madre aveva splendidi occhi azzurri simili ai più rari zaffiri che si
possano trovare. Frequentai il liceo artistico ad Urbino, poiché a mio padre arrivò un'appetibile offerta di lavoro
da una cartiera marchigiana. Capii presto che la mia carriera sarebbe dovuta proseguire nell'ambito artistico. Mi
impegnai tanto perché ciò si avverasse, e infatti, un tranquillo martedì sera, un postino mi consegnò una lettera
a me indirizzata: ero stato assunto come guida nelle varie gallerie di Urbino e dintorni. Ero entusiasta, e lo
dimostrava il fatto che ogni giorno lavorativo ero sempre più contento e volenteroso. Passarono così i primi due
anni.
Per molto tempo niente potè spegnere quel giovanile entusiasmo, ma poi in un momento tutto cambiò.
Era una giornata come le altre e mi stavo recando ad una mostra nel centro di Urbino, quest'ultima si
preannunciava particolare, caratterizzata da artisti semi-sconosciuti pronti a portare freschezza nel mondo
dell'arte. Arrivai in galleria, mi affidarono un gruppo di nipponici e cominciai a illustrare le opere in mostra
seguendo il solito canovaccio. La visita stava per giungere al termine, quando, sciaguratamente, i miei occhi
cascarono su un quadro, completamente grigio; non suscitò in me nulla di particolare fino a quando non lessi il
titolo: "L'effimera vita". Rimasi pietrificato per qualche secondo. Appena mi riscossi, mi affrettai a congedare il
gruppo assegnatomi, per poi ritornare a guardare in faccia quella che sarebbe stata la mia rovina. Mille
incertezze si impossessarono di me. E se la vecchiaia fosse ormai vicina? Sentii che la gioventù mi stava
abbandonando, i bei ricordi, le aspirazioni. Tutto questo stava lasciando posto alla grigia vecchiaia. Non dormii
per tre lunghe notti, il timore di risvegliarmi vecchio prevaleva sulla smodata voglia di riposarmi. In breve tempo il
timore della vecchiaia, quella fobia, diventò follia. Coloro cui parlavo della mia paura sdrammatizzavano
dicendo:" Avanti, di cosa ti crucci? Sei un uomo nel vigore dei tuoi anni, sei robusto, alto, bello e slanciato; la
vecchiaia ti è ancora lontana". Ma nessuno capiva che il problema era dentro di me, non all' esterno. Compresi
che la situazione era divenuta insostenibile; decisi quindi di farmi coraggio e andare a vedere chi avesse
partorito la fonte dei miei mali. Mi recai dunque in galleria e lessi la targhetta sotto il quadro, così recitava:
”Samuele Otto, 1981- pittore marchigiano di origini tedesche. Spiccano fra i suoi quadri Paesaggi marchigiani,
Operai di Urbino e L'effimera vita”.
Passai una settimana infernale, chiuso nel mio studio provando a riflettere su quel diabolico pittore, ma
non riuscivo a concentrarmi, la vecchiaia era il mio unico pensiero. E la sanità mentale iniziò a scemare. Decisi
allora che sarebbe stato meglio prendersi un momento di pausa, svagarsi un po', feci tutto assai velocemente, il
tempo era poco. La settimana seguente ero già imbarcato per Capo Verde; a bordo dell' aereo iniziai a conversare con un altro uomo."Buongiorno" dissi.
"Buongiorno a lei" rispose cordialmente.
"Anche lei si prende una pausa dalla stressante quotidianità?" chiesi.
"Veramente starei andando a trovare mia figlia la quale vive a Capo Verde con suo marito".
"Capisco..."
Il dialogo si protrasse per un po', scoprii addirittura che era un esperto d'arte; e mentre parlavamo proprio
di quest' ultimo argomento chiesi, quasi involontariamente, come se avesse parlato il mio subconscio: "Conosce
per caso il pittore Samuele Otto?"
Al mio interlocutore vennero le lacrime agli occhi e disse: "È morto proprio questa mattina in un incidente con l'
aere..." Non finì la frase che l'aereo perse improvvisamente quota.
Da quel momento non ricordo più nulla. Solamente urla matte e disperatissime.L' infelice Samuele Otto.
zona_Cesarini
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LETTERA DI UN FOLLE
Mystery / ThrillerUna storia misteriosa, intrigante; che presenta una strana situazione in cui il protagonista si trova coinvolto. Buona lettura.