Sihyuk sospirò stancamente quella mattinata.
Il sole era alto in cielo e l'uomo era poggiato alla base in marmo della finestra rivolta all'immensità del territorio appartenente al suo branco. Rigirava pacatamente la tazzina di tè messa sulla superficie sottostante alle sue mani e nel mentre passava pigramente lo sguardo dal piccolo contenitore in ceramica ricamata da decori sottili ed eleganti di color oro, al paesaggio che poteva osservare attraverso il vetro dinnanzi a lui, presente nel suo piccolo salottino accogliente.Stava aspettando e questo poteva essere intuito persino da una persona che, senza saper nemmeno il suo nome, avesse posato per qualche secondo lo sguardo su di lui: la fronte era corrugata, un piede sbatteva ritmicamente la suola della scarpa costosa sul pavimento in legno pregiato ed i suoi occhi tremolavano leggermente mentre guardava un punto non precisato nell'immenso vuoto.
Quell'uomo attendeva, ma cosa? Semplice: che il suo piano messo in atto tempo prima avesse finalmente termine con successo.
Prese il piattino su cui la tazza contenente il liquido colorato di una sfumatura delicata di arancione posava e si spostò su uno dei piccoli divanetti imbottiti, lasciando in fine il piattino sul tavolino di legno lavorato dinnanzi a lui. Portò poi l'orlo del piccolo recipiente alla bocca e con calma si concesse un lungo sorso della bevanda dolce che tanto adorava, forse per il gusto particolare che sapeva donargli o per la sua capacità di rilassarlo, posando poi le iridi sull'ambiente a lui circostante. Era tutto perfettamente ordinato e caratterizzato da una pulizia impeccabile: proprio come lui desiderava gli ambienti dove si tratteneva per più tempo durante le sue lunghe ed impegnative giornate, ovviamente per sbrigare le più varie funzioni che la sua figura regale dovesse svolgere.
Quasi trovò buffo il fatto che lì, quasi un anno prima, avesse imposto a suo figlio di concedergli una prole e proprio in quella stessa stanza in quel momento tanto ricolmo di agitazione irradiata da ogni soggetto presente in quella imponente struttura stava aspettando che quell'ordine venisse finalmente concretizzato ad ogni effetto.
Sapeva che sarebbe stato quello il giorno vittorioso che aveva atteso con pazienza immensa. Lo sapeva perché glielo dicevano due fattori: il suo istinto, caratterizzante la natura di ogni lupo, ed anche tutto il trambusto che vi era tra le numerose donne delle pulizie che in ogni angolo del castello trovava intente a scambiarsi le poche informazioni di cui erano a conoscenza, nonostante fosse mattino prestissimo e qualunque essere umano non avesse normalmente voglia di parlare, loro lo facevano, ed abbondantemente.
Per sua fortuna (o sfortuna) infatti, le donne assunte erano particolarmente amanti dei pettegolezzi di ogni genere, forse perché fino ad allora la vita di corte era spesso monotona o forse perché raggiunta una certa età erano poche le cose di cui ci si poteva incuriosire davvero.
Il sovrano non c'aveva mai pensato e nemmeno in quel momento si soffermò più di qualche secondo: non erano questioni che richiedevano la sua attenzione. Però quando pochi minuti prima aveva sentito da una donna che stava spolverando uno degli innumerevoli scaffali della biblioteca reale, mentre lui era intento a leggere uno dei suoi volumi greci preferiti del quale ormai conosceva molte frasi e citazioni a memoria, la frase: "Dicono che il principino sta per nascere, l'Omega ha sentito le acque rompersi durante la notte" aveva finalmente potuto dare ragione al suo imponente istinto ed allo stesso tempo aveva ringraziato le sue inservienti per amare quelle informazioni che non le riguardavano affatto, ma fornivano argomento di conversazione.
Aveva avuto davvero ragione quel giorno a fiutare la vittoria ormai vicina, ed il cuore gli pompava il sangue il doppio della velocità nelle vene ogni volta che ripensava a quelle parole delle quali tanto aveva aspettato l'arrivo. Avrebbe ottenuto un elemento che avrebbe dato stabilità al suo regno e si sentiva sollevato come non mai alla sola idea, ma ancora non poteva cantare vittoria, non prima di avere suo nipote Alpha tra le braccia.
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• Silver Eyes: Like A Rose • [Yoonmin]
أدب الهواةDal testo: Era come concedere una rosa a qualcuno in dono, poiché prima di farlo si doveva togliere al delicato fiore la parte nociva, le spine, ma Sihyuk, quel sovrano dalla mentalità totalmente opposta a quella del ragazzo che era in quel momento...