Courtney.
"Mamma, papà, sono a casa." Annuncio con un po' di voce e spero che loro mi considerino. "Ciao tesoro. Il pranzo è già in tavola." Annuncia mia madre sussurrando, in quanto è occupata in una conversazione telefonica con i suoi colleghi. Non mi aspetto che nessuno dei miei genitori mi chieda come sia andata la mia prima giornata scolastica: non l'hanno mai fatto ed iniziare adesso sarebbe stupido ed innaturale, preferisco continuare a condurre uno stile di vita nel quale quantomeno nessuno indossa delle maschere. Appoggio lo zaino e mi siedo subito a tavola, nel quale sono appoggiati i pasti che mio padre sta già mangiando. Non ha aspettato che arrivasse qualcuno perché ha poco tempo libero a disposizione e la sua pausa pranzo è un momento prezioso nel quale non è obbligato a sentire i suoi clienti lamentarsi costantemente; non sarò certo io a rovinarlo. Credo questa sia una delle cose che non ha certamente contribuito al rapporto genitore-figlia che tutti si aspettano, nel quale l'adolescente si confida e chi l'ha dato alla luce lo ascolta e gli dà preziosi consigli: anche se avessi un problema insormontabile non mi rivolgerei mai ai miei, hanno sempre mille faccende da risolvere e non voglio essere un ulteriore peso da portare sulle spalle. Non con loro, almeno. Infondo non sono nemmeno degni della mia fiducia e non abbiamo certo confidenza, avranno pure il mio stesso sangue ma ciò non fa di loro delle persone con cui sfogarsi e sulle quali riporre speranza. Non mi fido di nessuno, tantomeno di qualcuno con cui in 16 anni avrò parlato trenta volte.
Da piccola la mia migliore amica era la nostra domestica Jasmine, la donna che mi ha vista crescere e che è tutt'ora sempre in casa ad aiutare ognuno di noi. È anche chi ha cucinato la carne che sto mangiando in questo momento e chi contribuisce ogni giorno a sfamare una famiglia di persone troppo impegnate anche solo per badare alla propria alimentazione. "Bentornata Courtney" dice la persona alla quale erano rivolti i miei pensieri "com'è stato questo primo giorno?" Jasmine non si siederebbe mai a tavola vicino a me e mio padre -il quale non mi ha nemmeno ancora rivolto uno sguardo- per una questione di rispetto, quindi rimane in piedi accanto a me. "Carino, per niente catastrofico" e lo pensavo veramente! Non che io fossi così entusiasta di essermi fatta degli amici perché diciamocelo, gli amici vanno e vengono nella vita, ma perlomeno non ero sola. "Tanto che oggi una mia nuova amica mi ha chiesto di passare il pomeriggio e la notte con lei" non sapevo se definire Bridgette una specie di amica; sono sicura che se qualcuno potesse leggermi nel pensiero mi etichetterebbe come la persona più spregevole e diffidente sulla faccia della terra. Ma quello che ho detto è vero, io non mi fido molto delle persone. Purtroppo è a causa di esperienze passate che non sono la persona più ottimista del mondo e fatico a socializzare, vorrei che non fosse così ma il passato di qualcuno non viene mai cancellato. Da quando ho ricevuto così tante delusioni e pugnalate alle spalle ho imparato a fidarmi solo di una persona: me stessa. "Non è un po' esagerato avanzare subito questo tipo di richiesta?" Mio padre alza gli occhi dal suo telefono e mi parla per la prima volta nella giornata, esprimendo subito un certo dissenso verso la mia domanda implicita, come immaginavo. Jas, al contrario, è entusiasta: avendomi vista crescere è ben consapevole di tutte le spiacevoli malefatte che mi hanno portata ed essere la persona che sono ed il fatto che io abbia qualcuno con cui passare il tempo la riempie di gioia. "Non mi sembra nulla di incredibilmente increscioso" alzo le spalle. Non mi interessa così tanto andare a quella festa, voglio solo vincere la scommessa con Geoff e so bene che in questo momento è appena nata una sfida tra me e Martin Barlow. "D'altronde, è il minimo che mi devi, paparino" scandisco bene quest'ultima parola con un tono di acidità ed alzo un sopracciglio. Di tutta risposta lui alza gli occhi al cielo e mi parla con il suo solito tono indifferente "chiedi a tua madre."Quando mi chiedono che lavoro io voglia fare da grande non è sempre facile rispondere, ma so che sarà conseguente a molti anni di studio di legge e che il mio futuro sarà decisamente brillante. La mia abilità di rigirare tutto a mio favore ogni qualvolta io voglia farlo è innata ed oserei dire molto invidiabile, ed è facile vincere con i tuoi genitori un giorno dell'anno se non fai altro che seguire ogni loro indicazione gli altri 364. Presto mi trovai a casa di Bridgette con uno zainetto che Jasmine aveva riempito sotto mia richiesta, naturalmente non confidandole che sarei andata ad una festa ma dicendole che mi sarebbe servito qualcosa di veramente elegante per stupire la mia nuova conoscente, facendo leva sulla mia insicurezza che a lei stava decisamente molto a cuore. Mi dispiaceva aver mentito all'unica persona ad essere sempre stata leale nei miei confronti ma non potevo rischiare che si facesse sfuggire qualcosa con mio padre e mia madre, e mi dispiaceva in altrettanto modo di aver basato una bugia su qualcosa di così vero e delicato. Non avrei mai più rischiato così tanto per andare in un luogo nel quale non avrei nemmeno voluto passare il mio tempo, se solo non si fosse messo in discussione il mio fegato. Ho un grande orgoglio e non mi piace che qualcuno si prenda gioco di me, non è affatto corretto e nessuno può sottovalutarmi. Per il resto non mi importa molto di fare bella figura con i miei nuovi concittadini, non avrei più rivisto metà della gente presente a quella festa e non mi interessava nemmeno. L'unica che è veramente influenzata dal parere altrui e ci tiene tantissimo a dare agli alti una buona impressione di sé stessa è la bionda che mi fa subito entrare in camera sua. "Non so cosa mettermi, devi aiutarmi! Come ci dobbiamo vestire? Scollate? No, non voglio essere eccessivamente provocante. Ma nemmeno sembrare una suora! Oh mio dio, cosa faccio?" Riuscirei a percepire la sua ansia da 20 chilometri di distanza. "Non starai esagerando? È solo una festa!" Le sorrido nel tentativo di tranquillizzarla. "Non lo so, Courtney" la bionda si abbandona sul letto a peso morto "voglio veramente piacere agli altri. E qui ci saranno tantissime persone! Tutti pronti a giudicarti ed a farsi un'idea di te basata su ciò che vedranno sta sera." Sembra veramente preoccupata e mi sento in dovere di darle un po' di supporto, perché ho sempre avuto bisogno di qualcuno che me ne desse in momenti di questo tipo. Mi piego sulle ginocchia ed appoggio una mano sopra la sua. "Senti, Bri, sta sera noi saremo le più belle a quella festa. E capisci cosa intendo? Saremo così belle che anche le modelle avranno da invidiarci qualcosa. Chiunque poserà gli occhi su di noi lo farà solo per verificare di non aver visto un miraggio. E se qualcuno oserà fare un commento negativo su di noi -chiaramente dettato dall'invidia- verrà ridotto in polpette dalla sottoscritta." Concludo il mio discorso con un sorriso sgargiante ed aria soddisfatta, e mentre vedo il viso della ragazza dapprima sconfortata rallegrarsi, si rialza prontamente ed apre il suo armadio.
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Tonight| Duncney
FanfictionCourtney Barlow è costretta a traslocare a causa del lavoro del padre in un'altra città, trovandosi davanti a tantissime nuove persone e dovendo ricominciare tutto da zero. Nella scuola superiore più celebre di Toronto incontrerà mille difficoltà e...