Il mio rapporto con Emily

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La mia amica si chiama Emily; ha la mia stessa età e frequentava la scuola agraria perché voleva fare la zoologa.  Era di colore diverso dal mio, perché aveva il padre senegalese e da quando ci siamo incontrate abbiamo affrontato tante avventure insieme. Vi voglio raccontare una delle esperienze che ricordo e che non dimenticherò mai; entrambe siamo amanti degli animali, infatti lei a casa ha un pappagallo, che a furia di sentirla parlare spagnolo era diventato un pappagallo spagnolo! un giorno sono andata a cenare a casa sua, e lui mi ha accolto dicendo Hola! ci facemmo una bella risata; il pappagallo sapeva rendersi simpatico a modo suo. Ma ciò che ci ha unite di più, è

stato il viaggio nel suo paese di origine. Ci abbiamo messo un paio di giorni per convincere i miei

che avevano paura ma alla fine li convincemmo perché ci accompagnò la mamma di Emily che

rassicurò i miei genitori dicendo: "Sono ragazzine e vogliono conoscere il mondo, ci sarò io con

loro". Ovviamente quando siamo sbarcati, facevo in modo di farmi sentire più spesso, e sua madre

ci aveva detto che ci lasciava andare a vedere i leoni di quella zona senza di lei, così potevamo

scoprirli dal vivo. Eravamo emozionate, i leoni mentre ci videro arrivare erano agitati, perché

avevano paura che fossimo dei cacciatori, perciò si stesero sull' albero per vedere cosa facevamo:

presi l'iniziativa di giocare a pallavolo con Emily ed i guidatori; man mano il leone e tutto il suo

gruppo iniziarono a scendere dagli alberi e si misero a giocare con noi: abbiamo fatto amicizia!

Quella è stata una delle più belle esperienze, ma era bella soprattutto perché c'era lei accanto, era

per me la mia migliore amica ma anche una sorella. Quando le altre persone mi vedevano con lei o

parlavano di lei mi facevano domande per me stupide del tipo: ma è italiana? Ma lo senti il suo

odore diverso della pelle? O tante paranoie che mi davano fastidio ed io rispondevo che la sua pelle

era commestibile perché era simile alla cioccolata, quindi era buona e non ne potevo fare a meno

dato che sono tanto golosa! e aggiungevo che nessuno, anche se diverso da noi, dal nostro modo di

ragionare, della nostra religione o nazione, dal nostro aspetto fisico, deve essere mai abbandonato

ma bisogna accettarlo cosi com'e. Quindi penso che la gente prima di insultare debba pensare che

gli extracomunitari non sono tutti delinquenti, ma che a volte sono vittime che scappano dalla

guerra per venire qui in Italia, dove per fortuna non ci sono morti ogni giorno, dove non c'è l'orrore

e la tanta sofferenza dovuta alla perdita delle persone care. Gli stranieri sono persone che hanno una

dignità, che vogliono costruirsi un futuro, e no non ci rubano il lavoro, anzi fanno il mestiere più

popolare e a volte più duro solo per avere una vita tranquilla come quella che viviamo noi italiani,

noi persone di colore diverso a loro. Io e lei insieme siamo la prova che la diversità è bella! La nostra amicizia, onesta e forte, è speciale.

Con lei mi sento libera come quando l'Italia il 25 aprile 1945 venne liberata dalle forze partigiane e

sconfisse i fascisti e i tedeschi, incluso Benito Mussolini. Adesso questo giorno lo ricordiamo con la famosa

canzone di resistenza alla guerra,''Bella ciao''.

Nella mia vita lavorativa nei ristoranti ho avuto a che fare con tanta gente di nazionalità diversa, e c'è stato

un amico, albanese, di nome Edoardo, che pure essendo più grande di me di 4 anni, mi ha insegnato cosa

vuol dire sudare per realizzare i sogni, andare avanti con il sorriso, avere la passione e sudare per qualsiasi

lavoro si vada a fare; Edoardo ed io eravamo molto uniti anche se a volte eravamo come cane e gatto. Un

giorno ero giù e stavo sulle mie e lui aveva da poco finito di lavorare; vedendomi sola mi disse: "Alicia, tu a

quest'ora devi stare a riposare.. chè stasera c'è il boom di gente altrimenti quando vieni a lavorare sarai

stanchissima". All'inizio decisi di non ascoltarlo perché non avevo sonno, ma poi con le sgridate che mi fece

il mio caposala le sere seguenti dicendomi che ero poco attiva sul campo, decisi di ascoltarlo, Da allora,

dopo quell' estate ci iniziammo a sentire più spesso, continuava a darmi consigli e pian piano siamo

diventati migliori amici a distanza. Consiglierei vivamente una persona come lui per amico per la persona

matura e severa al punto giusto che lui è. Sono stata davvero fortunata ad avere incontrato una persona

come lui, è un maestro che non trovi nella scuola ma nella vita e, nel mio caso, nel campo ristorativo. Ho

imparato tanto da lui, questo non significa che il mio docente non era bravo, ma diciamo che chi volesse

intraprendere questo tipo di percorso ristorativo-bar è molto impegnativo, deve sapere che richiede tanta

pratica e teoria; non bastano più le alternanze scuola lavoro che servono solo per un periodo di tempo, ma

serve tanta pratica e tanta esperienza, per esempio si può partire dai villaggi turistici o andate nei ristoranti

o nei piccoli bar dove possono tenervi anche nei fine settimana, è cosi che si inizia a crescere.. Questo è il

mio consiglio che sento di dare perché ci sono passata anche io, con quelle notti di insonnia per la paura del

domani; o il non veder l'ora di lavorare; o quante volte vi siete arrabbiati o avete pianto per qualche cosa

che vi sembra ingiusto? A me è capitato tante volte ma è normale, perché è proprio lì che nasce la passione

(così mi diceva il mio vecchio amico.)

Io mi chiamo Alicia e tu?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora