"Esperimento 250, chiudere la vittima in un frigorifero, inserendo dentro acidi. Dopo 24 ore il corpo sparisce e ne rimangono solo pezzi di carne in putrefazione. Effetti: odore sgradevole, vermi e ossa rotte."
Un conato di vomito raggiunse la mia gola appena finii di leggere quel piccolo paragrafo della pagina macchiata di caffè. Lo richiusi dopo poco, disgustata e a disagio. Lo lanciai sulla scrivania, lasciando che il mio corpo ricadesse pesantemente sul letto, affondando poi la testa nel cuscino, liberando un urlo teso su di esso. Mi rialzai poco dopo, andando fuori casa, con quello scomodo e poco invitante diario tra le mani. Camminai sulla neve sporca, udendo solo macchine che calpestano con velocità essa, lasciando la scia scura degli pneumatici neri. Camminai ancora e ancora, raggiungendo la biblioteca della piccola città. Entrai, lasciando che il campanello posto sopra la porta suonasse, avvisando i presenti del mio ingresso.
Dopo qualche minuto di approfondita ricerca tra gli scaffali decisi, abbattuta, di chiedere informazioni alla donna anziana dietro una piccola scrivania di mogano.
«Scusi se la disturbo, ma volevo chiederle un'informazione»
L'anziana signora alzò i suoi grandi e dolci occhi, ornati da piccole rughe, verso i miei, sorridendomi ampiamente e abbassandosi gli occhiali sul naso.
«Dimmi pure, cara.»
«Lei conosce la storia di un certo "Harry Styles"?»
La donna sembrò esitare alla mia domanda, portando lo sguardo sul diario nero che tenevo stretto tra le mani.
«È morto tanto tempo fa, ma non c'è nulla di bello da sapere a suo riguardo.»
Sospirai, decidendo che era meglio chiedere ancora, per sapere di più su quel ragazzo.
«Sono solo curiosa signora, la prego, mi dica di lui.»
Mi fissò nuovamente, chiudendo gli occhi e sedendosi sulla sedia, massaggiandosi le tempie con le piccole e rugose mani.
«Harry era un ragazzo di appena 15 anni. Era sempre premuroso con tutti, mi aiutava sempre, con la spesa, con l'orto. Amava i libri e tutto ciò che riguardava l'orrore, scrisse addirittura quel diario. Amava giocare a fare lo scienziato. Passarono gli anni ed Harry crebbe. Poi a sua madre, quando venne operata, le vennero tagliati dei vasi sanguigni per errore. E suo padre, addolorato, si suicidò. Harry impazzì, riprendendo tra le mani quel diario e iniziando a svolgere esperimenti su giovani ragazze e ragazzi, giocando con le loro vite. Harry non era normale, non era un semplice ragazzo. Ma ora non...non posso dirti altro, scusami. Ho paura che lui stia ascoltando.»
Sbuffai, storcendo le labbra al racconto incompleto della donna.
«Scusi, ma se è morto come fa a sentire?»
Chiesi curiosa. La donna sembrò esitare, non sapendo se rispondere o meno.
«Lui è diverso. Ora, gentilmente, non mi chieda altro, la prego.»
Roteai gli occhi e andai alla porta, aprendola. Prima di uscire l'anziana mi gridò, dal fondo della sala.
«Dove lo hai trovato quel diario?»
«Era accanto a me, su un banco.»
Annuì, ritornando a leggere qualche fascicolo sulla sua scrivania. Uscii finalmente. Se è morto allora non può essere quel ragazzo che ho incontrato. Magari era suo nonno o che so io. Camminai per la strada, quando una grande mano mi bloccò il polso e quasi urlai, ma vidi il caldo sorriso di Harry.
«Mi hai spaventata.»
Sussurrai, arrossendo lievemente sentendomi intimidita dalla sua sovrastante altezza. Mi porse un sorriso rassicurante.
«Scusami, non era mia intenzione. Dove lo hai trovato quel diario?»
Aggrottò la fronte che formò piccole rughette espressive. Portai gli occhi sulla copertina in pelle nera, sospirando.
«L'ho trovato a scuola, era accanto al mondo o banco.»
Lui annuì, disinteressato. I suoi occhi verdi guizzarono sul mio corpo, raggiungendo il mio viso arrossato sia per il freddo che per l'imbarazzo. Le sue labbra si storsero in un sorriso, lasciando spazio a due piccole e tenete fossette che bucavano le sue guance. Sorrisi alla vista.
«Capisco. Ti va di uscire, questa sera? Non pensare male, è solo che mi piacerebbe conoscerti. Mi hai incuriosita oggi, a scuola.»
Ci pensai poco su, poi diedi la risposta definitiva.
«Va bene, Harry. Dove mi porterai?»
«Sorpresa. Ti vengo a prendere alle sette.»
Annuii sorridente e abbassai lo sguardo sull'asfalto, preoccupata che avesse notato il mio eccessivo entusiasmo.
«Allora a stasera, Clarisse.»
«A stasera, Harry.»
Le nostre strade presero due vie diverse. Camminando, le mie labbra composero un sorriso timido, felice. Non mi importava nemmeno più del rumore fastidioso e ovattato che faceva la neve sotto le mie scarpe, mi focalizzai su una sola figura: Harry Styles.
STAI LEGGENDO
Hipnotic ||H.S FanFic||
HorrorL'uomo nero non è morto, Ha gli artigli come un corvo. Fa paura la sua voce, Prendi subito la croce. Apri gli occhi, resta sveglio, Non dormire questa notte. -Nightmare {La storia non è una traduzione}