Finalmente silenzio. Il suono più bello che potessi ascoltare. Niente più urla, botti, pianti, spari, semplicemente un senso di pace che non sentivo da molto tempo. Prendo coraggio e inizio a dirigermi verso l'uscita del mio bunker. Quella porta da cui era uscito mio padre, per affrontare la terribile guerra, e mia madre, per ritirare il suo corpo senza vita. Non li rivedrò mai più, non sentirò mai più le loro voci ne il loro profumo, è tutto svanito nel nulla, troppo in fretta. Ciò che mi rimane di quei giorni felici sono solo sbiaditi ricordi. Giro con forza la grossa manopola e la tiro verso di me. Rimango immobile, spaesata. Ciò che vedo non è più il mio paese, il luogo in cui ho vissuto la mia infanzia felice e spensierata. È tutto così cupo e desolato. Delle case ne rimangono soltanto alcuni scheletri, non ci sono più bambini che corrono felici per le strette stradine nè uccellini che cinguettano sugli alberi. L'odore acre della polvere da sparo ha sostituito il profumo dolce dei fiori. E in mezzo a tutto questo ci sono io, una bambina che ha perso tutto quel poco che aveva. Riprendo le forze e decido di affrontare la dura realtà, è inutile illudersi sperando che quei giorni felici ritornino. Inizio a camminare per le strade deserte, senza una meta, come un lupo abbandonato dal branco. Il sole è ormai tramontato dietro le colline e l'unica luce che intravedo è quella di una grande casa appena al confine della città. Non mi ero mai spinta così lontana, non ne avevo mai avuto l'occasione e nemmeno il motivo. Mi dirigo verso quella direzione in cerca di alloggio per la notte. Suono il campanello varie volte senza ottenere però, alcuna risposta. Decido di arrendermi quando all'improvviso sento alle mie spalle uno scricchiolio e, girandomi di istinto, vedo la grande porta aprirsi lentamente. Infreddolita decido di entrare senza però trovare nessuno al suo interno. Mi ritrovo in una ampia stanza illuminata da un grosso lampadario di cristallo. Le pareti sono decorate da strani disegni e figure mitologiche. "É permesso?" dico intimorita. Non ottengo nessuna risposta. Avanzo lentamente. Il parquet scricchiola. Davanti a me c'è una grande porta. Ci potrebbe essere di tutto lá dentro. Da una sala di torture ad un comodo e caldo letto. Presa dalla curiosità apro la porta e mi ci catapulto dentro. Sono sbalordita. "Che stanza magnifica..." bisbiglio tra me e me. Intere scaffalature ricoprono le pareti della biblioteca. Ho sempre amato leggere, specialmente il genere fantasy. I personaggi che abitano in quelle storie mi trasmettono molta felicità. Oh quanto vorrei vivere nel loro mondo fantastico e in cui ogni cosa prende vita! Un fascio di luce illumina un antico leggio al centro della stanza che attira improvvisamente la mia attenzione. Su questo è appoggiato un grande libro con le pagine ingiallite e con la copertina piena di polvere. Mi avvicino e inizio a soffiarci sopra per togliere lo sporco che mi impedisce di leggere il titolo." APRIMI". Più che un'intestazione sembra quasi un ordine! Dico sottovoce. "Alla fine è solamente uno stupido libro, cosa potrà mai...." Neanche il tempo di finire la frase che vengo risucchiata in un gigantesco vortice colorato. Ciò che provo è una sensazione molto strana, anzi direi quasi assurda. Mi sento come se stessi precipitando andando su e giù poi a destra e a sinistra e l'unico rumore che sento è simile a quello del vento tra gli alberi. "E' solo un sogno, un semplicissimo sogno molto turbolento anzi troppo" Grido nella mia testa quasi con l'intento di convincermi. Ma so che non è così, è tutto troppo reale.
To be continued...
By DetectiveT e alice_scrittrice
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Emily E Le Cinque Vite
FantasyCiao. Sono Emily e il mio paese è stato devastato dalla guerra. Sono in cerca di un posto felice. Grazie ad un libro magico e ad assurde avventure in altri corpi potrò riconquistare la mia felicità e far rinascere il mio piccolo paesino. Ma non sarà...