Camy

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Camy ballava a piedi nudi sulla spiaggia. Il sole bruciava e brillava sulla sua pelle, mentre risuonava una vecchia canzone. Si girò e guardò sorridente i suoi familiari stesi sui materassini. Quel cielo, quel mare erano un tutt'uno con la ragazzina che sorrideva e sorrideva. Abitava in città, raramente andava a mare. Ma quanto lo amava!
Quattordici giorni di paradiso a luglio, in una casa in affitto con il mare a due isolati. Camy attraversava la strada mano nella mano con la madre, guardando a destra e sinistra. A volte per l'emozione si liberava dalla stretta materna e correva in spiaggia. No, aspettate era la sorella. In famiglia tutti amavano l'oceano!

Camy se avesse potuto sarebbe diventata tutt'uno con esso, magari un delfino o una sirena. Quella brezza la faceva volare tra quel cielo, tra quel mare. E lei ballava. Girava, girava su se stessa. E rideva. Una risata piena e forte, attutita dallo scontro delle onde sugli scogli.

Ogni familiare mostrava il suo miglior sorriso. Un sorriso tirato a 32 denti. I loro occhi appannati, le loro mani tremanti, il loro incarnato pallido sotto al sole. Una bambina teneva tra le mani un vaso, mentre osservava la cenere diventare tutt'uno con il mare. E con la manina graziosa, saluta la ballerina Camy.

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