Capitolo 1

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Questa ormai è la mia vita. La vivo giorno per giorno cambiando molto spesso il mio rifugio, dato che sono ricercata in tutta la Spagna per essere evasa di prigione. E, ovviamente, se sono evasa, vuol dire che in qualche modo ci sono anche entrata. Mi hanno arrestata all'età di 23 anni per aver rapinato una gioielleria a mano armata. E quella è stata la prima volta che mi hanno beccata, anche se in realtà rubo da quando ho circa 16 anni.

Preparo lo zaino con le mie poche cose per sopravvivere, come un cellulare usa e getta, qualche soldo (palesemente rubati), una pistola rubata ad una guardia il giorno dell'evasione e altre cose che ho accumulato in questi mesi. Esco di soppiatto da questo vecchio magazzino dove ho vissuto in questi ultimi giorni, e che probabilmente usavano come fabbrica di droga, e vado alla ricerca di un nuovo posto per "vivere". Ormai non posso stare più di qualche giorno in un posto, perché la polizia potrebbe rintracciarmi.

Inizio a camminare, cercando di evitare lo sguardo con la gente, e mi dirigo verso la periferia. Saranno passate due ore da quando ho lasciato il magazzino, e da circa trenta minuti mi segue un'auto, con al suo interno un uomo che continua a fissarmi "le opzioni sono due," penso "o è un pervertito o un'agente della polizia in borghese, dato che non vedo nessuna uniforme". A questo punto decido di accelerare il passo e svoltare l'angolo, visto che c'è un vicolo non dovrebbe riuscire a seguirmi. Invece è più furbo di me, perché riesce a fare il giro dell'isolato e a raggiungermi a fine stradina bloccandola con la macchina, al che mi giro di scatto per tornare indietro, ma lui mi punta una pistola alla testa. "Merda! Come hai potuto farti fottere così?"

"Girati e guardami", dice lui. A quel punto tiro furi la pistola che tenevo nella cintura, mi giro e gliela punto alla fronte. "bene, cosa fai ora? uccidi un poliziotto?" mi pongo questa domanda, perché posso decidere: o lo uccido e continuo a scappare, o mi faccio arrestare. "Abbassa lentamente la pistola" mi dice mentre lui abbassa la sua "non voglio farti del male", "Si certo, figurati" dico io tenendogli la pistola puntata alla testa. "Cosa sei? Un poliziotto?" "Senti, se abbassi la pistola possiamo parlarne come persone civili, altrimenti ti consegno alla prima stazione di polizia che trovo." Mi dice l'uomo in giacca e cravatta a cui sto puntando un'arma. "Chi sei quindi? E cosa vuoi da me?" dico abbassando la pistola ma tenendola comunque in posizione. "Chi sono non te lo posso ancora dire, ma sono qui per proporti un affare. Visto che sei molto esperta in furti, che ne diresti di una rapina? Diciamo che è un'po'particolare, non è come tutte le altre. Sai, sto cercando gente come te, insomma, che non abbia molto da perdere" "Si, ma io che ci guadagno?" "Che ne dici di 2400 milioni di euro? Ti bastano?" Mi dice lui ridendo. Continuo a guardarlo con uno sguardo titubante, pensando a tutti quei soldi. A quel punto non dovrei nemmeno più preoccuparmi di scappare dalla polizia spagnola, perché magari mi trovo su chissà quale isola a bere un qualche cocktail tropicale. Lo guardo fisso negli occhi abbassando del tutto la pistola e rimettendomela nella cintura. Lo guardo ancora per qualche istante e decido di accettare e salire in macchina. Tanto, come dice lui, non ho nulla da perdere.

PRAGA|| La Casa De PapelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora