Capitolo 2

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Una volta salita in auto, mette in moto e partiamo verso un luogo a me ancora ignoto. Sono curiosa di sapere altre informazioni, ma in realtà non so bene cosa chiedergli. Dopo un po' di tempo, circa un'oretta, arriviamo in questo luogo abbastanza sperduto nel nulla, infatti arriviamo ai piedi di un'enorme villa molto vecchia e quasi abbandonata. A quel punto iniziamo ad avviarci all'interno della casa, e subito noto che ci sono delle altre persone, sono esattamente otto. "Bene ragazzi, ora seguitemi, siamo finalmente al completo" dice l'uomo che è venuto a prendermi. Entriamo quindi in questa villa, dai soffitti altissimi e dalle stanze enormi, percorriamo un locale e alla fine raggiungiamo una scala che ci porta ad un'altra stanzetta, ma questa è architettata come un'aula scolastica. Infatti, ci sono i banchi con dei fogli e delle penne e c'è pure una lavagna. Ognuno prende posto e io, ovviamente, cerco di sedermi il più in fondo possibile. Il misterioso uomo inizia a scrivere un "Benvenuti" alla lavagna, e subito dopo si gira a guardarci con un sorriso stampato in faccia. "Quindi?" dico io, già spazientita prima di iniziare. Chiaramente tutti si girano a guardarmi malissimo. "ora vi spiegherò alcune cose, chiamiamole regole." Inizia lui. "innanzitutto, non userete i vostri nomi e non diremo altri dati personali, e di conseguenza non voglio relazioni personali. Ora pensiamo ai nomi in codice, come vorreste chiamarvi? Potreste usare i numeri o i pianeti" "si, i pianeti!" dice un ragazzino di fianco a me "Io potrei essere Saturno e tu invece Urano!" dice rivolgendosi al ragazzo davanti a me. "Urano no, non mi piace come fa rima" io di conseguenza rido, e lui si gira a guardarmi. "Ma se usassimo le città?" interviene una ragazza seduta al primo banco. E fu così che finii per chiamarmi Praga, il ragazzino da parte a me invece Rio, poi davanti a me c'è Denver e davanti a lui c'è suo padre Mosca e davanti a quest'ultimo c'è Nairobi. Poi nell'altra fila c'è la ragazza che ha proposto quest'idea, ovvero Tokyo, dietro a lei ci sono i due fratelli Helsinki e Oslo e nell'ultimo banco dietro a Rio c'è Berlino. "io invece sarò il Professore, e in questi cinque mesi vi spiegherò il piano migliore mai architettato" "Ma quindi cosa rapineremo, Professore?" chiede Tokyo. Lui ci guarda soddisfatto, indica il fondo dell'aula e non appena tutti quanti ci siamo girati, dice: "rapineremo la Zecca di Stato".

Subito dopo questa introduzione, ha iniziato a dirci e spiegarci alcune cose, come il fatto che in realtà non ruberemo i soldi di nessuno dato che entreremo alla zecca per stampare tutti i soldi che vogliamo.

Dopo questa lezione siamo scesi e siamo usciti, abbiamo cenato e ci siamo conosciuti un po'(ovviamente senza dire cose troppo personali, sotto richiesta del professore). Dopo mangiato siamo saliti nelle proprie stanze, ho salutato gli altri e sono entrata nella mia. Mi piace molto, semplice ma d'effetto. Vedo che c'è una finestra balcone, quindi la apro e resto un po' fuori a guardare le stelle e a pensare a questa pazzia che sto per fare. Spero solo che non vada tutto a puttane, perché io un'altra volta in prigione non ci vado.

PRAGA|| La Casa De PapelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora